MONTI TOGLIE LE DETRAZIONI A CHI PAGA IL MUTUO – “Con usura non c’è uomo che abbia una casa di solida pietra”
FONTE: REPUBBLICA.IT
VENERDÌ 19 OTTOBRE 2012 02:42
Se avete un mutuo, scordatevi altri sconti. L’effetto micidiale di franchigia e tetto, introdotti dall’ultima Manovra del governo, mette fuori gioco tutte le altre detrazioni. Così, nella dichiarazione 2013 sui redditi di quest’anno, i soli interessi passivi sui prestiti ottenuti per comprare casa divoreranno con molta probabilità i rimanenti “bonus”. Almeno un milione di famiglie, abituate nel passato a sottrarre dall’imposta il 19% di quella voce, non solo dovranno rinunciare a recuperare analoga percentuale delle spese per scuola, sport, veterinario, funerale, affitto del figlio universitario fuori sede, cane per i ciechi, assistente dei sordomuti, premi assicurativi, badanti, erogazioni liberali varie. Ma dovranno fare pure i conti con un vantaggio inferiore per la stessa voce relativa ai mutui, risucchiata dalla franchigia e penalizzata dal tetto. Una famiglia monoreddito con un figlio può perdere anche 400 euro, per recuperarne solo poco più di metà dalla riduzione delle aliquote Irpef. Un bel guaio.
Asso piglia tutto
Com’è possibile? Il ddl Stabilità fissa due nuovi criteri per (quasi tutte) le detrazioni: una franchigia di 250 euro e un tetto di 3 mila euro. Questo significa che i contribuenti con un reddito superiore ai 15 mila euro lordi (i soli interessati a questi nuovi sacrifici) possono detrarre spese superiori solo ai 250 euro, nel limite massimo totale di 3 mila. Ma in pratica, come gli italiani ben sanno, la quota effettiva che fa scendere l’imposta si ferma al 19% di quel nuovo tetto, ovvero 570 euro. Con tutta evidenza, lo sbarramento ai 3 mila euro è davvero esiguo. Bastano gli interessi sui mutui per la prima casa per consumarlo tutto. Sui 3,2 milioni di italiani (over 15 mila euro) che nel 2011 hanno detratto 5,5 miliardi di interessi passivi, almeno un milione supera quella soglia su cui calcolare il 19% solo con la voce mutui. Addio a tutte le altre ricevute e scontrini, dunque.
Danno per le famiglie
Qual è la differenza con il passato? Fino ad oggi, gli interessi passivi sui mutui potevano essere detratti al 19% con un tetto di 4 mila euro. Dunque 760 euro al massimo. Ora il tetto si abbassa di mille euro, entra la franchigia di 250 e dunque la detrazione scende a 570 euro. Perdita secca: 190 euro. Il punto però è un altro. Il nuovo tetto di 3 mila euro non riguarda i soli mutui, ma è il limite totale invalicabile per tutte le spese che la legge consente di detrarre al 19%. Ecco allora che il danno effettivo per le famiglie è molto più ampio, come documentano gli esempi elaborati per Repubblica dalla Cgia di Mestre. Le spese sanitarie sono (per ora) esentate dal tetto. Ma la franchigia sale da 129 a 250 euro. Altra perdita. Per le altre spese non c’è chance, se la famiglia paga il mutuo. E gli sconti Irpef in un caso dimezzano l’ammanco, in un altro lo azzerano. Nessun guadagno, però.
Mutuo onnivoro
Poniamo il caso di un mutuo di 135 mila euro, per 23 anni, al 3,37% e rata mensile di 700 euro. Non sono cifre a caso, ma i valori medi calcolati dall’Agenzia del Territorio sui mutui erogati nel 2011. Nei primi dieci anni, grazie alla nuova Manovra, la perdita secca è di 1.345 euro. Perché con il ddl Stabilità la detrazione è fissa ai 570 euro annui (il 19% di 3 mila euro, ma così cancella tutti gli altri sconti fiscali). Mentre ora è più alta. Che cosa succede all’undicesimo anno? La quota interessi si è abbassata (perché calcolata su un capitale residuo inferiore) ed è finalmente scesa sotto i 3 mila euro, così da poter essere portata tutta in detrazione. In conclusione: solo 13 anni su 23 di mutuo concorrono per intero al bonus del 19%. Oggi sono 19 su 23. Insomma, non un vantaggio per le famiglie e per il settore delle costruzioni, già così provato dalla crisi. Tra Imu, credit crunch, redditi instabili, ammazza-bonus, la casa sembra un incubo.
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