ADOC LECCE IMPUGNA IL PIANO SILLETTI

| 8 Aprile 2015 | 0 Comments

Più buone pratiche agricole, meno eradicazioni e chimica.
Non sappiamo ancora se il batterio sia sfuggito ad un esperimento di laboratorio o se sia frutto del mancato rispetto delle dovute quarantene nel trasporto intercontinentale delle piante. Di certo, quando l’ambiente e l’agricoltura vengono asservite alle logiche del mercato globale occorre aspettarsi risposte imprevedibili.

In questo scenario, Adoc è fortemente perplessa circa le “cure anti-xilella” previste dal Piano Silletti che, pur avendo in parte contenuto le pratiche indiscriminate che si erano inizialmente temute, assecondano comunque la solita – tutta italiana – strategia dell’emergenza e in molti casi, sembrano essere peggiori del male, puntando nettamente su eradicazioni di massa e uso consistente di pesticidi.

I consumatori che certamente sono gli utilizzatori finali dei prodotti agricoli avrebbero dovuto essere i primi ad essere ascoltati nelle procedure di definizione degli interventi. Invece il loro punto di vista non è stato mai richiesto dalle Autorità pubbliche in campo.

Adoc ritiene che si debba puntare sulla centralità delle buone prassi agricole che in molti casi, nella storia, ma anche in questo caso specifico, hanno saputo dare ottimi frutti. Anche in questi mesi, infatti, abbiamo visto molti uliveti ben curati e ben mantenuti, anche senza uso di concimi chimici e pesticidi, essere vivi e vegeti pur, magari, circondati da uliveti indeboliti dall’incuria o dall’uso indiscriminato di chimica, ammalatisi invece del complesso del disseccamento rapido.

Adoc, insieme a decine di aziende biologiche del Salento e ad altre associazioni per la tutela dell’ambiente e del territorio, ha inteso quindi dare mandato agli avvocati Paccione e Stamerra affiché sollevino dinanzi al TAR LAZIO le ragione di una agricoltura sana, del paesaggio storico del Salento e, in definitiva, della salute dei consumatori.

La risposta al complesso del disseccamento rapido non può essere racchiusa nelle parole dimetoato, clorpirifos, nel pericoloso glifosato, né tanto meno nella ricetta degli abbattimenti indiscriminati. Ciò in quanto gli uni sono prodotti molto dannosi che potrebbero, se usati indiscriminatamente, finire addirittura nella catena alimentare; l’altro è un metodo non selettivo che, oltre a distruggere il nostro paesaggio storico, altera fortemente il delicato equilibrio uomo-natura che il territorio salentino ha faticosamente raggiunto nei secoli.

Gli agricoltori sani e più lungimiranti, insieme ai tecnici, agli ambientalisti, ai cittadini responsabili, si uniscano in un fronte comune. Solo così è possibile affrontare una sfida con armi nuove e non con le vecchie nocive ricette della chimica e delle seghe elettriche. Le ragioni dell’ambiente e della sana economia agricola  questa volta possono andare di pari passo e una cosiddetta “emergenza fitosanitaria” può, se ben gestita, trasformarsi in una grossa opportunità di netta “riconversione biologica” del nostra agricoltura.

Il nostro territorio, i nostri uliveti hanno bisogno di cure; le nostre tavole, le nostre falde, i consumatori, salentini ed europei, ringrazieranno.

Adoc è a disposizione dei cittadini presso la propria sede aperta tutti i giorni (escluso sabato e festivi) dalle ore 11.30 alle 13.00 in via P. Palumbo n°2, tel. 0832.246667, e-mail: lecce@adocpuglia.it. Per contatti: 347.5599703.

   La segreteria provinciale ADOC

Avv. Alessandro Presicce

Category: Riceviamo e volentieri pubblichiamo

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