Associazioni e cittadini si incontrano venerdì sera per organizzare una protesta unitaria CONTRO IL PREVISTO AMPLIAMENTO DELLA DISCARICA DI CAVALLINO
Sono quasi venti anni che esiste il problema “discarica di Cavallino”, che coinvolge anche paesi come San Cesario e San Donato, più vicini all’ impianto dello stesso comune di Cavallino, ma anche Lizzanello, Caprarica, e tutti quelli limitrofi, i cui abitanti sono costretti a subire odori nauseabondi, capaci di sfinirli, fino a infrangere i loro freni inibitori.
Da quando era solo un progetto su un pezzo di carta, vi sono stati articoli e infinite battaglie che ne mettevano in dubbio la sua stessa collocazione, oltre che la regolarità della gestione e questo, fin dagli anni in cui molti, che oggi si sono redenti, lo guardavano come un moderno progetto da approvare al più presto senza ascoltare nessuna voce critica.
Infiniti ed insoluti sono stati anche i tavoli tecnici in cui chi oggi propone un ampliamento ed una nuova concessione di altri venti anni, parlava come se fosse il primo a non volerla. Ed oggi sembra di essere in una commedia pirandelliana, in un gioco delle parti che serve solo a far finta di fare ciò che invece non si vuole che accada, facendo vedere perfino ciò che non c’è. Battaglie molto probabilmente perse o quasi, perché quando c’era da agire in molti restavano immobili e perché, quando serviva calmare gli animi esagitati, tra i politici si era bravi a prendere tempo.
Ma cosa è accaduto di così grave adesso?
Nei fatti oggi, o meglio il 6 Marzo 2015, è successo che si è approvata la Delibera n°12 dell’Assemblea dei Sindaci ATO LE, avente per titolo: “Progetto per il riammodernamento, ristrutturazione, adeguamento e gestione dell’impianto di biostabilizzazione e discarica servizio/soccorso ubicati nel territorio del Comune di Cavallino”.
Per la cronaca nella delibera dell’ATO LE hanno votato:
A favore i comuni di Cavallino, Lecce, Acquarica del Capo, Andrano, Campi Salentina, Cutrofiano, Giuggianello, Minervino di Lecce, Nardò, Poggiardo, Sanarica, Squinzano, Trepuzzi, Vernole, Gallipoli, Muro Leccese, Surbo e Casarano.
Contro i comuni di San Donato di Lecce, Lizzanello, San Cesario di Lecce e Caprarica di Lecce.
Astenuti i comuni di Galatina, Sogliano Cavour, Carpignano Salentino e Zollino.
Assenti tutti gli altri.
Nel silenzio generale caratteristico di chi non vuole le luci dei riflettori su ciò che sta facendo.
E leggendo infatti, alcune associazioni e cittadini che da sempre si interessano del problema, si sono accorte quasi subito del perché si è agito in silenzio. Camuffata infatti dalle parole “riammodernamento, ristrutturazione e adeguamento”, la stessa delibera nasconderebbe, di fatto, un vero e proprio ampliamento e una nuova ventennale concessione di quella discarica che già tanto disagio ha causato fino ad ora ai cittadini residenti nelle sue vicinanze e non solo, disagio che è logico pensare, a questo punto, che ancora molto altro ne causerà per i prossimi venti anni almeno.
Ed è li che quegli stessi cittadini si sono chiesti: che cosa fare ora? Arrendersi o ripartire? Farne una battaglia da campagna elettorale o una battaglia per la vita? Da soli o tutti insieme? Perché decidere insieme un’unica strada da percorrere sarebbe già un atto di forza.
Così che si è giunti alla decisione di incontrarsi, tutti coloro che vorranno, venerdì 10 aprile a San Cesario di Lecce, nella sede dell’associazione culturale Sveglia Cittadina, alle 19.30. Tutti, senza simboli di parte ed ognuno con le proprie idee, per guardarsi negli occhi e decidere insieme cosa fare adesso.
“Una delle cause – ci dicono infatti dall’organizzazione – che in questi anni ha ostacolato una vera soluzione del problema discarica, è stato proprio il finto collocarsi, dei partiti tutti, su posizioni preconcette o di convenienza. Posizioni fluide, che cambiavano cioè opinione a seconda di chi era in maggioranza nel paese di riferimento. Mai una presa di posizione vera, “di partito” come si faceva una volta, uguale dovunque e comunque. Sempre e solo parole di singoli da utilizzare a convenienza in termini elettorali, in base a chi si aveva di fronte in quel momento”.
Un incontro dunque in cui ci si porranno domande vere, senza risposte già pronte. In cui ci si guarderà de visu tutti quanti, in cui si discuterà e si deciderà insieme un’unica strada da percorrere, in cui ci si confronterà con il limite della disorganizzazione e del singolo battagliare contro i mulini a vento. Per guardarsi in faccia, per capire come si vuole agire e muovere tutti insieme.
Ribellarsi e cambiare ciò che sembra già deciso, come accaduto ad esempio per i progetti delle centrali a biomasse. Dipenderà da loro, da quanti parteciperanno e da cosa decideranno.
Se ci riusciranno?
“Difficile dirlo – rispondono loro – com’è difficile ormai fidarsi di quanto dicono i politici interessati. Prendiamo ad esempio il Comune di Cavallino: nei tavoli tecnici sembrava il Comune che più soffrisse il disagio e che più di chiunque altro avrebbe voluto disfarsene. Poi leggi le carte, le sole che da sempre contano veramente, e scopri che è proprio il Comune di Cavallino a chiedere di essere la stazione appaltante del progetto, quindi sede della discarica.
E poi ci sono gli stessi cittadini, a parole tutti si lamentano ed esprimono disagio, poi non tutti sono disposti ad alzarsi dal divano”.
Ed allora buona fortuna, perché la differenza come sempre la farà proprio la mobilitazione; che è anche partecipazione, è mettersi in gioco, è rischiare in prima persona, ma insieme e più forti. Per non subire poi domani, ma da soli e anche più deboli.
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