DARIO FO DA FASCISTA A COMUNISTA. IN TV BALBETTA SI CONFONDE, A VOLTE E’ INCOMPRENSIBILE.
(m.v.) ___E’ andata in onda ieri sera su Rai 3 l’ennesima trasmissione, il solito polpettone antifascista, a cura del neo conduttore Tommaso Cerno.
La trasmissione seguiva un po’ il solito copione, per la milionesima volta si trattava della caduta del Fascismo nel 1943, come il Duce aveva trascorso quei giorni, filmati dell’epoca, le facce brutte del Duce, e poi lo scoop della trasmissione, il ritrovamento del documento mancante, il verbale della Seduta del Gran Consiglio Fascista che sfiduciò Mussolini. Tutti col fiato sospeso per sapere cosa ci avrebbe detto di nuovo questo documento, poi candidamente è stato ammesso che era un falso, ma che comunque tutto quello che c’era da sapere sull’argomento era più che risaputo. Insomma la solita sceneggiata. Poi ci sono gli ospiti che raccontano di quel periodo, rifacendo la storia con i se e con i ma, proiezioni, riprese dei luoghi dove si svolsero quegli eventi e tutto quanto insomma ci è stato propinato in questi anni dalla Rai di Stato. Ombre spettrali, musiche cupe, mentre vengono inquadrati i fascisti ed il loro capo, luci solari e inni gioiosi quando vengono inquadrati gli antifascisti. Nell’ambito di tale trasmissione, ospite d’onore l’attore Dario Fo che è stato chiamato a raccontare le esperienze vissute in prima persona il quel periodo.
Il conduttore Tommaso Cerno, noto per le sue battaglie in difesa degli omosessuali, da dirigente nazionale dell’Arcigay, è stato fra i promotori del Gay Pride di Venezia, noto frequentatore dei salotti Rai e giornalista d’assalto, per la prima volta lo troviamo a condurre una trasmissione e l’atteggiamento prono nei confronti dell’attore ci ha un po’ sorpreso. Poi abbiamo pensato che Fo ama sbeffeggiare ma non essere incalzato quando viene intervistato, per cui avrà chiesto rassicurazioni prima di partecipare alla trasmissione.
Così Dario Fo si è esibito in un’insolita pantomima, nonostante il conduttore abbia fatto di tutto per metterlo a suo agio era irriconoscibile, lui che riesce a farsi comprendere anche quando non parla o balbetta o utilizza il grammelot, in quest’occasione non è riuscito a spiegare perchè nel 1943, partì volontario per arruolarsi nella Repubblica Sociale di Mussolini.
Un racconto tortuoso, incomprensibile, frasi ripetute, senza senso, ha detto di essere stato imbrogliato, “frodato…frodato” ripeteva, senza spiegare chi lo aveva frodato, che si trattava di andare in Germania o di arruolarsi, che voleva scappare e fare il partigiano, ma i partigiani lì non c’erano, poi scappò andò a casa ma da lì invece di andare dai partigiani ritornò al reparto. Insomma non si è capito bene cosa volesse dire, l’unica cosa che si è compreso è che voleva giustificare la propria adesione al Fascismo come necessità e non come scelta.
Ora il minimo che un conduttore degno di tale nome, avrebbe dovuto fare sarebbe stato chiedere a Fo, come mai visto che la sua classe non era stata chiamata alle armi, lui aveva diciassette anni, e quindi nessuno lo costringeva ad andare sotto le armi, perchè si arruolò volontario nell’esercito fascista.
Sarebbe stato interessante sapere come si coniugavano la dottrina fascista con l’ideologia comunista, visto che lui le aveva fatte sue entrambe, ricordiamo che Fo è stato vicino all’estrema sinistra negli anni di piombo, insieme alla moglie Franca Rame, faceva parte di Soccorso Rosso, insomma fascista da giovane ed extraparlamentare di sinistra da vecchio.
Sarebbe stato curioso rileggere le tante e diverse dichiarazioni che Fo ha rilasciato nel tempo in merito alla sua presenza nell’esercito della RSI, prima ha negato di essere mai stato fascista, poi ha ammesso ma sostenendo che era un infiltrato per conto dei partigiani, poi è stato smentito dal capo dei partigiani a cui lui diceva di fare riferimento, così come è stato smentito dai suoi camerati con i quali aveva effettuato i rastrellamenti di partigiani, tanto risultò vero che il 7 marzo 1980 il tribunale di Varese stabilì che «è perfettamente legittimo definire Dario Fo repubblichino e rastrellatore di partigiani». Il futuro premio Nobel non ricorse in appello e la sentenza divenne definitiva.
Sarebbe stato logico che il giornalista Tommaso Cerno, che tanto abbiamo apprezzato quando da giornalista, ospite di trasmissioni televisive dimostrava di non avere peli sulla lingua, avesse chiesto a Dario Fo se non fosse stato più onesto fare come, Montanelli, Biagi, Bocca, Scalfari, Noberto Bobbio, Ungaretti ecc., ammettere di aver aderito alla RSI a causa del momento storico, o per la giovane età, o perchè cresciuti durante il fascismo, insomma una scusa qualsiasi, piuttosto che negare una verità che poi è uscita fuori comunque.
Oltretutto quest’anno è stato pubblicato un libro di Bruno Vespa, noto conduttore di Porta a Porta, trasmissione della Rai, dal titolo “Italiani voltagabbana”, e di questo libro Dario Fo ne fa parte a pieno titolo, ma nenche questo è servito al giornalista Tommaso Cerno che ha smesso i panni del giornalista provocatore alla ricerca della verità e ha vestito i panni del conduttore al servizio della Rai e quindi dei partiti che la governano.
Come ciliegina sulla torta, il conduttore ha chiesto al suo ospite cosa ne pensasse di Mussolini attore, e qui abbiamo rivisto il solito Dario Fo, spavaldo:” Mussolini recitava come un cane, si recitava addosso, un attore di terz’ordine….questo l’ho capito quando sono diventato attore…”
Dario Fo anche tu stasera hai recitato come un cane, forse perchè quando le emozioni ci assalgono smettiamo di recitare e tutte le bugie appaiono sul nostro volto.
Ad un certo punto mi sono stancato di guardare la solita tv di stato e ho cambiato canale per vedere una fiction, magari c’è più realtà in un film, che nella Storia, o meglio nelle storielle che ci racconta mamma Rai.
Sono giornalisti e intellettuali come questi che continuano a fare un uso strumentale della storia che non permettono al popolo italiano di uscire fuori dalla schizofrenia che lo ha caratterizzato in questi ultimi settant’anni.
E siccome chi gestisce il potere culturale in questo paese non ama raccontare le verità storiche, ma la storia viene piegata alle esigenze politiche, qualcuno ha potuto scrivere a suo tempo: “Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti…
Articoli che si possono consultare sull’argomento.
http://www.quotidianogiovanionline.it/Sceltipervoi/Esploso/11785/CialtronidItalia#sthash.LwHZsCJT.dpuf
Il rosso FO detto DARIO già fascista
Category: Costume e società