L’ ITALIA GIA’ IN GUERRA CONTRO LA LIBIA. NOTIZIA SHOCK DATA DA GIOVANNI D’AGATA, CHE RIFERISCE FONTI CONFIDENZIALI DI GIOVANI RECLUTE SALENTINE
(Rdl)______Da alcune settimane le analisi di geopolitica vertono sul pericolo Isis, per quanto i commentatori più attenti ricordino come essa sia una creatura originata dagli Americani stessi, e per quanto gli analisti più indipendenti ammoniscano sull’ esito disastroso di tutte le precedenti così dette “missioni di pace” organizzate dagli Usa in Iraq, Afghanistan e Libia.
Ma la guerra all’ Isis continua a essere preparata, in primo luogo sul fronte dell’ informazione, che monta notizie e proclami, al servizio dei trafficanti di armi e degli interessi strategici degli Usa.
Probabilmente le “sparate” , fortunatamente verbali, nei giorni scorsi dei nostri ministri della difesa Roberta Pinotti e degli esteri Paolo Gentiloni vanni inquadrate in questa strategia di comunicazione ben precisa, se non altro a livello esplorativo, tanto per sondare le reazioni dell’ opinione pubblica, rimasta a dire il vero in generale del tutto indifferente.
Nella mattinata di oggi, i telegiornali avevano diffuso immagini e dati sulla portaerei francese Charles De Gaulle entrata nel Golfo Persico con una propria flotta di appoggio: segnale chiarissimo di imminenti operazioni militari.
Arriva invece adesso, nel pomeriggio, da Lecce, una notizia shock. La guerra contro l’ Isis, la guerra contro la Libia, è già cominciata e gli Italiani sono in prima fila.
Se confermate, queste voci sono per tanti versi esplosive, è proprio il caso di dirlo.
Lo riferisce Giovanni D’ Agata, presidente dell’ associazione “Sportello dei diritti”, in un comunicato che così recita: “Alcune reclute preoccupate ci hanno riferito che sarebbe già in partenza un contingente di 500 militari, una portaerei (nella foto, la “Garibaldi”, n.d.r. ) e due navi appoggio pronte per la Libia. Ciò all’insaputa non solo dell’opinione pubblica ma anche del Parlamento.
L’ associazione è da sempre impegnata contro la guerra ed in difesa della Pace e si associa alla preoccupazione di chi sarebbe spedito in una fantomatica operazione di addestramento in una terra dove si combatte, tanto più che questa azione sarebbe svolta senza il coinvolgimento ufficiale delle istituzioni repubblicane deputate a decidere in scelte come questa.
Pur mantenendo la necessaria prudenza quando si tratta di fonti non ufficiali, è doveroso conoscere la verità e quali siano le intenzioni del nostro governo in merito a questa ennesima “crisi” sull’altra sponda del Mediterraneo”.
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