RENZI SALVA L’ ILVA: IN CASO DI CONDANNA PENALE AL PROCESSO INIZIATO OGGI L’ AZIENDA NON DOVRA’ RISERCIRE NIENTE E NESSUNO
(Rdl)______E’ cominciato a Taranto il processo ai responsabili dell’ Ilva nato dall’inchiesta denominata “Ambiente svenduto”. Cominciato e subito rinviato. Ma intanto il giudice per l’udienza preliminare di Taranto ha stabilito oggi che Ilva, l’azienda siderurgica in amministrazione straordinaria da meno di un mese, e due società che fanno riferimento alla famiglia Riva, non dovranno versare eventuali risarcimenti nell’ambito del processo “Ambiente Svenduto”.
Le richieste di risarcimento presentate dalle numerose parti civili – cittadini, enti locali, associazioni – nel processo contro Ilva per le conseguenze dell’inquinamento a Taranto ammontano a diverse decine di miliardi di euro.
Il gup Wilma Gigli ha escluso dall’eventuale risarcimento le società Riva Fire e Riva Forni Elettrici – che fanno riferimento ai Riva, la famiglia titolare del 90% dell’Ilva spa – perché esse non hanno potuto partecipare all’incidente probatorio.
Nel caso di Ilva, che dal 21 gennaio è in amministrazione straordinaria, la ragione dell’esclusione dagli eventuali risarcimenti sta nel decreto del governo che prima di Natale ha esteso all’azienda siderurgica la possibilità di ammissione al cosiddetto decreto Marzano, e che stabilisce che la nuova amministrazione non risponde delle responsabilità di chi in precedenza ha gestito Ilva.
Secondo la fonte, nel caso di risarcimenti le parti dovranno rivalersi sulle precedenti amministrazioni della società.
Insomma, il decreto Renzi salva l’Ilva anche dal pagamento dei risarcimento. Alla base della decisione c’è la norma voluta dal Governo che ha traghettato lo stabilimento siderurgico di Taranto in amministrazione straordinaria consentendo così ai legali di Pietro Gnudi di chiedere l’estromissione dell’Ilva dal processo perché e anche di Riva Fire – cassaforte della famiglia lombarda – e Riva Forni elettrici perché queste ultime due non erano costituite come parti nell’incidente probatorio svolto tra febbraio e marzo 2012.
Gli avvocati dell’Ilva, a cui si era associato il legale delle altre due società, hanno chiesto l’applicazione delle regole del decreto Marzano con l’eventuale presentazione delle richieste risarcitorie nel calderone dei contenziosi al cospetto del Tribunale fallimentare di Milano.
In caso di condanna nel processo penale, quindi, l’azienda che in questi anni ha consentito alla famiglia Riva di accumulare ingenti fortune portate all’ estero non dovrà risarcire nessuna dei tanti danneggiati: operai, anziani, donne e bambini loro famigliari, abitanti nelle zone inquinate, allevatori, pescatori e contadini, niente e nessuno dei tanti che si erano costituiti parte civile e che, in caso di condanna, speravano in un risarcimento.
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