PER IL VERSO GIUSTO
Nuova, attesa creatività, nella apposita rubrica che gli abbiamo dedicato.
Nicola Vacca, da testimone del tempo, che crede nel valore supremo della parola e nella magia catartica della poesia, ( sì, Nicola: “Nessuna meta è irraggiungibile, quando ho qualcosa da dire”) ci regala una riflessione inedita in tre momenti sulla sofferta condizione della nostra identità di contemporanei.
FUORI DALLA NOTTE
L’arma
La parola è un arma
non serve solo per combattere
ma anche per resistere.
Davanti ai suoi significati infiniti
si possono collezionare vittorie e sconfitte
La parola è un chiodo
che perfora i muri dell’indifferenza.
Se rinunciamo definitivamente
a usarla il rischio che si corre
è la resa incondizionata
a un nemico invisibile
che attacca dappertutto
e non fa prigionieri.
La nostra stagione all’inferno
Siamo nomi di cose e persone
momenti che hanno permanenza
in luoghi e tempo.
Ma non sappiamo essere
una sola moltitudine
l’energia è nascosta
nella parte più intima
della nostro stare.
Essere uno
questo è il coraggio
che conduce fuori dalla notte.
La nostra stagione all’inferno
possiede la verità dell’anima e del corpo.
Condizione
Inciampiamo anche nei passi
che non riusciamo a muovere.
Qui è provvisorio
il movimento della gravità.
Il corpo sopravvive
a una condizione che a mala pena
riesce a garantire una boccata d’aria.
A quante domande faremo a meno
in questo tempo avaro di sogni.
Nicola Vacca
Category: Costume e società