Secondo un recente studio francese gli organismi geneticamente modificati sono tossici
Italia sott’occhio, mondo col cannocchiale
Rubrica di contro – informazione a cura di Bepi Anguilla
di Marco Tiberti
Arriva come un fulmine a ciel sereno uno studio francese che dimostra la tossicità degli organismi geneticamente modificati (Ogm). E che ha subito rimesso in moto una discussione sull’autorizzazione all’impiego di questo tipo di prodotti, dalla coltivazione all’uso alimentare, che si sa essere molto libera negli Stati Uniti, ma molto poco accettata in Europa. E che ora, a fronte di questi ultimi risultati, potrebbe fare un ulteriore passo indietro, come chiesto dall’eurodeputato verde Josè Bové.
Ma cosa ha dimostrato l’esperimento condotto dal francese Gilles Eric Seralini, biologo molecolare all’Università di Caen? Che le cavie nutrite con il mais Monsanto Ogm, resistente a un particolare erbicida (il Roundup), hanno cominciato a manifestare dal tredicesimo mese delle patologie gravissime (enormi tumori delle ghiandole mammarie nelle femmine e malattie dei reni e del fegato nei maschi), con un’incidenza da due a cinque volte superiore al gruppo di controllo (i topi nutriti con mais non transgenico). Non solo: rispetto alle cavie ammalatesi nel gruppo di controllo, i tumori sono apparsi 20 mesi prima nei maschi e tre mesi prima nelle femmine del gruppo alimentato a Ogm.
Risultati shock, che mettono in forte dubbio la validità delle ricerche di routine condotte finora dalle imprese biotech prima di immettere sul mercato un prodotto Ogm. Ma considerate valide fino a questo momento dall’Unione europea. Quello che invece emerge dallo studio – pubblicato ieri pomeriggio dalla rivista americana «Food and chemical toxicology», ma anticipata dal settimanale francese «Nouvel Observateur», – è che esistono due grossi problemi nella metodotologia usata per testare la sicurezza dei prodotti transgenici. Il primo starebbe nella durata troppo corta di queste analisi (in genere 90 giorni) e spesso anche nell’esiguità del numero di cavie utilizzate. La ricerca in questione, infatti, è stata condotta per ben due anni (la vita media di un topo) su 200 cavie nutrite con mais Monsanto geneticamente modificato.
Le reazioni a questa nuova ricerca sono state immediate. Il portavoce del commissario europeo alla Salute, John Dalli, ha detto che l’Efsa (Autorità di sicurezza alimentare nazionale ed europea) è già stata allertata e sarà sollecitata a produrre una sua valutazione del nuovo studio, in seguito al quale l’Esecutivo Ue “prenderà provvedimenti”. Dunque un no, al momento, alla richiesta di sospendere le autorizzazioni attuali di Ogm in Europa. «Il problema non sta nell’essere pro o contro gli Ogm – spiega Fabrizio Fabbri, direttore scientifico della Fondazione diritti genetici –. Il punto critico è che il processo di autorizzazione al commercio, partito dagli Usa e rimbalzato in Europa, è un iter privo delle garanzie minime di sicurezza. Il principio di tutela e precauzione vorrebbe che, in assenza di una garanzia totale di sicurezza, questi prodotti non dovevano essere commercializzati. Si poteva continuare a fare test e verifiche, invece si è coniato un principio politico sulla “sostanziale equivalenza”. Che non ha base scientifica e non ci tutela».
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