POLEMICHE PRIMARIO NEUROCHIRURGIA AL FAZZI

| 27 Settembre 2014 | 0 Comments

Mellone spiega i criteri di scelta del primario di Neurochirurgia: interventi di Parkinson, Tumori spinali, Colonna vertebrale.

«Venire a Lecce è stata una sfida con me stesso: il “Vito Fazzi” è un grande ospedale. Ci sono i presupposti per fare un buon lavoro».

Alessandro Melatini, neurochirurgo, 57 anni, sposato, un figlio, viene da Trieste. Dal 16 settembre scorso è il nuovo primario della Neurochirurgia dell’ospedale leccese.

Nei giorni scorsi Melatini è finito nel mirino delle forze politiche locali che hanno attaccato il direttore generale Valdo Mellone, «reo» di aver stravolto la graduatoria dei titoli presentati dai tre candidati valutati dalla commissione esaminatrice, che aveva indicato, nell’ordine, Umberto Godano, Antonio D’Agostino e, buon ultimo, Alessandro Melatini.

La valutazione complessiva dei titoli – si legge nella delibera di conferimento dell’incarico – vede la prevalenza del candidato dottor Godano, per attività scientifiche e di docenza e per la maggiore esperienza nella direzione di strutture complesse rispetto a Melatini.

L’interesse dei vertici Asl però, si sono concentrati sul dottore Melatini per altri aspetti, « più vicini» alla mission affidata alla Neurochirurgia del Fazzi.

Il neurochirurgo di Trieste è stato scelto «per le caratteristiche proprie del curriculum operatorio, che la Direzione ritiene debbano far premio rispetto ai maggiori titoli presentati dagli altri due candidati, perché prioritarie rispetto al profilo del posto messo a concorso».

La scelta ha tenuto conto della maggiore esperienza del dottor Melatini nella chirurgia del morbo di Parkinson, che in Puglia non viene praticata quasi per niente e quindi oggetto di migrazione. Il candidato, tra i primi in Italia, ha documentato esperienza chirurgica dal 1996, supportata da attività scientifica.

Ma non è tutto. Il dottor Melatini ha buona esperienza di chirurgia dei tumori spinali con la tecnica di «asportazione in blocco» di tumore e vertebra, oggi praticata solo a Milano, Roma e Bologna.

Una caratteristica questa, che lascia prefigurare una proficua collaborazione con le chirurgie Toracica e Generale, oggi eccellenze del Fazzi e con la Chirurgia vascolare su cui la Asl è decisa ad investire.

Rilevante poi l’esperienza del nuovo primario nella chirurgia della colonna vertebrale, che, benchè meno complessa, è di forte impatto sulle liste di attesa. Melatini, fra i pochi in Italia, opera sulla colonna vertebrale in endoscopia, con tecnica mininvasiva.

Infine, ma non meno importante, il neo assunto concluderebbe i 5 anni dell’incarico a 62 anni, entro il 65° anno di età. A differenza degli altri due che avendo oggi 63 anni, alla luce delle recenti norme potrebbero essere colpiti dall’obbligo del pensionamento prima di portare a termine l’incarico.

Basteranno queste spiegazioni a far tacere le «bocche da fuoco» della politica?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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