SE VIENE MANIFESTATO SDEGNO NEI CONFRONTI DI ISRAELE O DEI FRONTALIERI ITALIANI, SI PUO’ PARLARE DI RAZZISMO?

| 3 Agosto 2014 | 0 Comments

Riceviamo e come sempre volentieri pubblichiamo, ma come ci capita ogni tanto di fare, commentiamo.    *****

 

 

Aumentano gli episodi di xenofobia e razzismo poco al di là della frontiera, con episodi più o meno eclatanti che spesso riguardano i nostri connazionali che si spostano in Svizzera solo per uno scopo: lavorare e così contribuire alla crescita dell’economia del paese d’oltralpe.Ed oggi, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, arriva la conferma che quanto da noi evidenziato corrisponde alla realtà, se la presidente della commissione federale contro il razzismo, Martine Brunschwig Graf, chiede che Berna dialoghi con Facebook “affinché reagisca più rapidamente ai propositi razzisti”. Martine Brunschwig Graf, è preoccupata per l’aumento dei commenti razzisti e antisemiti sui social network, come Facebook. In un’intervista pubblicata oggi dalla “SonntagsZeitung”, l’esponente PLR lancia un appello affinché la Confederazione reagisca.”Abbiamo raggiunto un livello tale che le autorità devono intervenire”, ha evidenziato l’ex consigliera nazionale ginevrina. “Berna deve dialogare con Facebook affinché reagisca più rapidamente ai propositi razzisti”.”Dobbiamo impedire che le dichiarazioni punibili penalmente restino su Facebook o altri social network”, ha chiosato Brunschwig Graf. A suo avviso si tratta di una questione cruciale per la commissione, che deve lavorare assieme ad altri organi federali per trovare una soluzione.Razzismo e antisemitismo non sono una novità online, aggiunge la presidente della commissione, ma si sono intensificati. “Oggi c’è un’assenza di tabù che non abbiamo mai riscontrato finora”, precisa, rilevando come molte persone non sappiano che ciò che scrivono su Facebook è di carattere pubblico.

ndr
Spesso, troppo spesso quando non si vuole dialogare si criminalizza chi non la pensa come noi, basta un epiteto e il gioco è fatto.
Razzista, estremista, pazzo, violento, ci vuole poco per zittire l’avversario è un gioco facile, basta ripeterlo con sistematicità, e alla fine la gente si abitua e gli sembra normale che le idee non si debbano confrontare.
Tutti i regimi, tutte le culture dominanti, tutti i governi lo hanno sempre fatto. 

Ora per un attimo spogliamoci delle abitudini culturali inculcateci in anni di lavaggio del cervello, e sforziamoci di ragionare in modo critico.
Possiamo davvero fare finta di meravigliarci e se dopo che i telegiornali mostrano il massacro di centinaia di bambini palestinesi,  ad opera degli ebrei, cresca il risentimento nei confronti di Israele?

Se il mondo cosiddetto civile non muov un dito, nonostante la condanna dell’ONU che addirittura critica la superpotenza statunitense perchè arma Israele, ci possiamo stupire che sul web la gente si scateni contro Israele?

Se in Svizzera il lavoro scarseggia e gli italiani, fanno concorrenza agli svizzeri accontentandosi di salari più bassi, ci sembra strano che l’antipatia per gli italiani aumenti?
Mi pare che porsi queste domande sia ancora legittimo, almeno sino a quando non faranno un’altra legge che  obblighi i cittadini europei a pensarla tutti allo stesso modo? 

Category: Costume e società

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