AI NO -TAP LA BATTAGLIA PER LA SPONSORIZZAZIONE DELLA FESTA DI SANT’ORONZO. IL VESCOVO DICE NO, IL SINDACO SI ADEGUA SUBITO. GLI ALTRI COMMENTI: CAMILLI, LEZZI, PANKIEWICZ
La guerra di comunicazione e immagine – il fronte su cui oramai si è spostata la contesa – fra l’azienda costruttrice della “Trans Adriatic Popeline”, con i formidabili mezzi di cui si avvale, dagli specialisti, alle regalie in contanti, per comperare il consenso popolare, e i movimenti, i comitati, le associazioni e i semplici cittadini che vi si oppongono, continua senza sosta.
In queste ore si è oramai consumata una battaglia fondamentale legata alla sponsorizzazione alle feste patronali di Lecce, importante per l’affermazione di legittimità e i ritorni che avrebbe assicurato, se l’operazione della Tap fosse riuscita. Pare proprio di no, al momento, e quindi tutto questo segna un punto importantissimo a favore dei suoi oppositori.
Ma andiamo con ordine.
Ieri pomeriggio si era levata una voce significativa dagli ambienti sportivi, quella di Fabrizio Camilli, patron della società di rugby Svincat e titolare dell’omonima azienda: “Il nostro territorio non si presta ad alcun tipo di mancia e nessuna forma di regalìa. La corsa al consenso elargendo denari a destra e a manca senza una vera e propria programmazione finalizzata allo sviluppo del nostro territorio, è destinata a rimanere fine a se stessa. Da anni, ormai, appartengo a quella generazione di imprenditori che sono in prima linea per promuovere questa terra senza mai chiedere nulla in cambio”.
Nella notte la portavoce in Senato del Movimento 5 Stelle Barbara Lezzi ha diffuso una dichiarazione, in cui evidenzia “la storica ipocrisia del centrosinistra che, colpevolmente o per mera ignoranza, è passato dal rivendicare royaltys, ad annunciare fantomatiche riconversioni della centrale a carbone di Cerano – gli esperti non hanno potuto fare altro che deridere quest’ ipotesi astrusa) -per giungere all’ allarmismo”. E nel merito delle feste così prosegue: “Il sindaco Perrone dovrebbe ascoltare il suo territorio, le migliaia di persone che hanno partecipato con passione alla difesa della nostra costa e che si sono viste negare la possibilità di un percorso partecipativo che è stato bruscamente interrotto e non cedere all’opera imbonitrice e subdola di TAP che, facendo la carità con gli spiccioli, mina il valore della nostra tradizione e la nostra dignità volendosi imporre in quegli eventi a noi particolarmente cari. Lecce, che si candida a città della Cultura, dovrebbe indignarsi e rispondere che non ha la mano tesa a raccogliere l’elemosina dello spocchioso country manager Russo”.
Il tutto, mentre su Facebook partiva una nuova operazione di propaganda da parte della Tap, orchestrata da una quotata agenzia specializzata, che in bella evidenza, con inserzioni a pagamento persistenti, promette addirittura posti di lavoro a chi visita il sito della compagnia.
Sul popolare mezzo di comunicazione di massa, l’annuncio si chiama, chissà perché, “Buona condotta” e poi, come sempre succede in casi simili, appare il nome di uno degli amici scelto a caso: ironia della sorte, almeno sul mio account, il caso è stato proprio beffardo, dal momento che è quello di uno dei più fieri oppositori della Tap.
A volte proprio il caso fa capire e risolve tutto.
Certo non a caso, stamattina ha rotto il silenzio, nel frattempo diventato assordante, come gli era stato richiesto da più parti – e noi di leccecronaca.it per primi – l’Arcivescovo di Lecce Domenico Umberto D’ Ambrosio.
L’ha fatto con una dichiarazione resa a Serena Costa del “Quotidiano di Lecce di netta, nettissima contrarietà”: “Non svendiamo il nostro
territorio…Non possiamo lasciarci trascinare dall’opportunità, come se fossimo canne al vento….Abbiamo l’obbligo di tutelare il territorio e la nostra festa”.
Poche parole, ma fortissime. Una solenne bocciatura, grande quanto una casa, anzi, quanto una chiesa, una cattedrale.
A questo punto, del tutto ininfluenti le frasi – riportate in fondo allo stesso “pezzo” della Costa – “possibiliste” ed encomiastiche di don Gerardo Ippolito, parroco alla zona 167, che non ci vede “niente di male” nella sponsorizzazione della Tap, a suo dire “un’ avventura che proietterà nel futuro e consentirà un grande balzo in avanti per l’Italia intera”
Questa pagina di giornale costerà alla Tap come una battaglia perduta.
E’ chiaro che dopo le parole del Vescovo non ci sarà nessuna sponsorizzazione.
Il primo ad esultare, quasi in tempo reale, prima dell’ora di pranzo, il presidente dell’associazione “Valori e rinnovamento” Wojtek Pankiewicz, fra l’altro, per la sua storia personale e politica, profondo conoscitore degli ambienti ecclesiastici salentini, con un comunicato molto forte, e in cui appaiono chiari anche i riferimenti ai “pretucoli” di turno, che riportiamo qui di seguito integralmente, maiuscole comprese:
“Onore all’Arcivesscovo D’Ambrosio che non si è lasciato sedurre dai soldi dei mercanti e ha detto un no chiaro e deciso alla possibile sponsorizzazione delle feste dei Santi Patroni da parte di Tap.
Rivolgo un accorato appello al sindaco Perrone, nel quale ho fiducia, perché è uno dei pochi politici che, candidando Lecce a Capitale Europea della Cultura, ha dimostrato di avere una visione giusta di sviluppo economico del territorio, che è e deve restare quella del TURISMO CULTURALE.
Inoltre sono certo che Perrone vorrà evitare le vivaci contestazioni che il Comitato No Tap certamente organizzerebbe in piazza Sant’ Oronzo nei giorni 24, 25 e 26 agosto, alla presenza di migliaia di turisti e visitatori, che sicuramente non apprezzerebbero la volontà di far approdare un orribile mega gasdotto in questa paradisiaca terra e solidarizzerebbero con noi No Tap.
IN PARTICOLARE NOI DI “VALORI E RINNOVAMENTO” SIAMO ORIENTATI IN QUEI TRE GIORNI DI FESTA A MANIFESTARE IN PIAZZA SANT’ORONZO CON STRISCIONI, MEGAFONO E FISCHIETTI, COME ABBIAMO GIA’ FATTO CONTRO TAP DAVANTI ALLE OFFICINE CANTELMO IL 27 DICEMBRE SCORSO, SUL LUNGOMARE DI SAN FOCA IL 25 APRILE E E PER LA EX MASSA IL 12 APRILE.
Un invito a tacere va rivolto a quei PATETICI POLITICANTI E a quei PRETUCOLI CHE NON HANNO UNA VISIONE ETICA E DEL BENE COMUNE, disposti come sono a qualunque svendita del territorio pur di fare soldi. Essi, inchinandosi a Tap. sono simili in qualche modo a coloro che nelle processioni in Sicilia fanno inchinare la Madonna davanti alla casa del capomafia”.
A questo punto – e certo la consecutio temporum non è casuale – non ha perso tempo nemmeno il sindaco, che si è subito adeguato alle parole del vescovo: dopo aver negato, in una nota, l’evidenza, cioè la trattativa in corso, pare intorno ai ventimila euro, ha aggiunto a chiare lettere un post sul suo profilo Facebook (insomma, il social network è stato l’ombelico di questa battaglia) che così afferma: “Non vogliamo sponsorizzazioni private che causino polemiche intorno alla festa di Santu Ronzu nesciu. Non ci interessa esporla alle critiche, anche a costo di avere meno soldi in cassa”.
Seguono un centinaio di “mi piace” e altri commenti, quasi tutti concordi.
Quindi ormai è fatta: vox populi, vox dei, Sant’Oronzo non darà nessuna benedizione al gasdotto della discordia e dei veleni.
Giuseppe Puppo
Category: Costume e società