Presentazione della monografia dell’artista Fiorella Rizzo
19 giugno 2014 alle 18.30 Museo storico della città di Lecce – MUST, via degli Ammirati 11 – 73100 Lecce
Info: +39.0832.24.10.67
Interverranno:
Nicola Massimo Elia, Direttore del MUST
Toti Carpentieri, Curatore del MUST
Simona Brunetti, Critica d’arte e autrice di un contributo nel volume
Christine Farese Sperken, Docente di storia dell’arte contemporanea all’Università degli studi di Bari
Nel corso della presentazione sarà proiettato un documentario dedicato alla mostra di Fiorella Rizzo al museo Carlo Billotti di Roma.
FIORELLA RIZZO (2014), Carlo Cambi Editore
Testi di Amnon Barzel, Edvige Bilotti, Simona Brunetti,
Toti Carpentieri, Stella Santacatterina
Il progetto di questo libro nasce in occasione della mostra di Fiorella Rizzo, InOltre, a cura di Amnon Barzel al Museo Carlo Bilotti di Roma, in seguito è stato arricchito da una più ampia documentazione di opere e contributi critici, diventando, così, un testo importante per l’approfondimento del percorso del lavoro dell’artista.
Un contributo è stato dato anche dalla Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea, ha esposto nello stesso periodo un’opera della Collezione Campana 1980.
Il volume si apre con un dialogo dell’artista con Amnon Barzel, un intenso confronto su poetica e tematiche: dai semi alle asce, dalla terra alle leve, dai vetri alle materie plastiche, dalle foto agli scritti, dal mistero all’enigmatico, solo per citare alcuni elementi del suo lavoro. Scrive Barzel “Fiorella Rizzo lavora da più di trenta anni con risultati anticipatori importanti: dalla seconda metà degli anni ‘70 affronta il mistero della vita con linguaggio personale e autentico, dando forma a ciò che non ha forma. “
Stella Santacatterina analizzando concetti fondamentali del lavoro dell’artista, contribuisce alla comprensione dello stesso atto creativo scrivendo“ E ancora “La forma è l’istante in cui il verbo dell’opera incarna il suo carattere infinito in un eterno presente. Le opere della Rizzo mirano a scavalcare le convenzioni artistiche attuali, per ritrovarsi nel senso della storia e dell’arte eccezionale.”
Come nelle opere, anche negli scritti dell’artista, alcuni pubblicati in questo libro, è evidente un’attitudine a svelare e a velare caratteristica peculiare del suo lavoro anche dovuta alla trasformazione delle materie che ingannano l’occhio e la percezione, una peculiarità su cui si sofferma Edvige Bilotti.
“Le opere portano qualcosa di nascosto che deve essere scoperto. Una dimensione che dà il vero senso all’andare oltre le apparenze ingannevoli, oltre ciò che esprimono le parole e la visibilità descrittiva.” “La sfida per rintracciare il celato prosegue nell’espressione InOltre in cui la parola Io è nascosta ma visibile.”
“Il tempo nell’arte è solo nel suo farsi linguaggio” Toti Carpentieri riportando questa frase dell’artista, prosegue scrivendo “partendo da questa affermazione, muovendoci all’interno dell’espressione e del segno, della parola e dell’immagine, e quindi del tempo, ci piace leggere il percorso InOltre ben oltre la tangibilità dell’opera/oggetto/azione”.
L’Io pensante è in grado di far valere ogni sua ragione, ribellandosi a qualsiasi tentativo di livellamento e manipolazione culturale, La consapevolezza dell’artista di essere un soggetto storico che produce un’opera a-storica, pur avvalendosi dei sistemi linguistici del tempo in cui si trova ad operare. Una consapevolezza che si avvale anche di uno sguardo che assume, nella sua perenne circolarità tra interno ed esterno, un ruolo centrale, così come è ben evidenziato in alcuni testi di questo volume. Scrive Simona Brunetti “Lo sguardo a cui si riferisce l’artista è lo stesso capace di lacerare il foglio dello spazio – tempo a cui ella stessa fa riferimento nella frase che si sovrappone all’immagine stilizzata di un’arcata sopraccigliare, che altro non è che un gancio da macelleria.”
Un invito, dunque, a “rivolgere lo sguardo oltre le relazioni simmetriche tra visto e vedente, tra spettatore e rappresentazione.”
Fiorella Rizzo, artista salentina di stanza a Roma dagli anni Settanta, è una delle protagonista della sezione Temporary del MUST: all’interno del museo è infatti esposta una sua grande opera scultorea.
Il progetto rientra tra le attività della candidatura di Lecce a Capitale Europea della Cultura 2019.
Category: Costume e società