RAPINA IN ABITAZIONE E MALMENATO IL PROPRIETARIO: ARRESTATI IN UN LAMPO
Pensavano che fosse tutto facile, come nei film.
Hanno adocchiato il proprietario di un distributore di benzina a Surbo mentre svuotava le colonnine self service dopo il fine settimana, lo hanno seguito fino a casa e si sono introdotti all’interno per rapinarlo dell’incasso.
Ma alla fine il colpo non è andato così liscio come si aspettavano, e sono stati quindi associati alle patrie galere.
Si tratta di Luca Perone 23enne di Trepuzzi e del suo amico e concittadino Saimon Caretto, di 21 anni, tratti in arresto questa sera dai Carabinieri di Surbo, collaborati da una task force formata anche dai carabinieri di Trepuzzi e dall’Aliquota Radiomobile della Compagnia di Lecce; i due dovranno rispondere di rapina aggravata in concorso, e Luca Perrone anche di ricettazione.
Questa mattina i due sono partiti da Trepuzzi a bordo dello scooter di proprietà di Luca Perrone, e si sono recati a Surbo. Dalle prime ammissioni, sembrerebbe poi che i due siano stati tratti in tentazione dalla scena del proprietario di un distributore di carburanti sito su Via Lecce, S.P., che estraeva un considerevole quantitativo di banconote contanti dalle colonnine del self service del suo distributore.
Al termine di tale attività, Perrone e Caretto hanno quindi deciso di seguire S.P. fino alla sua abitazione, con l’intento di aspettare il momento favorevole per impossessarsi di quel denaro; hanno parcheggiato lo scooter del Perrone in una strada vicina ed hanno atteso qualche minuto nella speranza che S.P. uscisse nuovamente.
Ma trascorsi alcuni minuti invano, i due hanno deciso di provare ad entrare in casa: Caretto si è recato a citofonare presso l’abitazione di S.P., mentre Perrone si era sistemato nei pressi dell’ingresso quasi a dover fare da palo; quando il Caretto, con la scusa di un’informazione, è riuscito a farsi aprire la porta da S.P., i due sono entrati nell’abitazione, a volto scoperto, muniti solo di due cappucci delle felpe che indossavano.
Ne è nata sin da subito una colluttazione, poiché S.P., mentre gridava chiedendo aiuto, cercava anche di divincolarsi dalla presa dei due rapinatori, i quali nel frattempo, dotati di scotch da pacchi e di un pezzo di stoffa, cercavano di immobilizzarlo, legarlo e tappargli la bocca.
S.P. comunque ha reso loro la vita difficile, poiché alla fine i due rapinatori non sono riusciti ad immobilizzarlo completamente, ed alternandosi tra loro hanno cercato di tenerlo a bada e di rovistare in giro per casa alla ricerca di soldi.
Tale calvario è andato avanti per circa 8 minuti, fino a quando, trovate ed arraffate alcune mazzette di soldi contanti contenute in un borsello ed in una cassettina, per un totale di 1700 euro, ed anche un orologio antico, i due rapinatori si sono dati alla fuga.
Ma uscendo di casa, fortuna ha voluto che in quel momento stesse arrivando il genero della vittima, a cui è bastata un’occhiata per capire cosa stava succedendo, e mettersi di corsa all’inseguimento dei rapinatori, in fuga a piedi per le vie circostanti.
Ad un certo punto i due rapinatori si sono divisi, e mentre il Caretto riusciva a far perdere le proprie tracce, il Perrone invece, cercando di raggiungere il suo scooter, veniva ancora inseguito dal genero della vittima.
Salito a bordo dello scooter, Perrone lo accendeva per proseguire la fuga, ma lo scooter era stato parcheggiato con la parte anteriore orientata nella stessa direzione da cui stava arrivando il genero della vittima, ancora sulle sue tracce; costretto quindi ad andargli incontro, Perrone, fortunatamente, evitava di investire il suo inseguitore, perdeva l’equilibrio cadendo a terra e veniva bloccato dal suo inseguitore.
Sul posto sono prontamente giunti i Carabinieri di Surbo, che hanno preso in consegna il Perrone, trovandogli addosso i soldi e l’orologio sottratti a casa di S.P.
Lo scooter usato da Perrone è stato sequestrato, anche perché il Perrone aveva smontato la targa corrispondente e ne aveva montata una diversa, risultata provento di furto perpetrato verso la metà di aprile a Campi Salentina; questo particolare quindi, compreso il fatto che i due fossero muniti di scotch da pacchi e che la vittima prescelta era in possesso di una cospicua somma di denaro, fa propendere gli investigatori per un colpo voluto e pianificato, non certo improvvisato.
Quindi le indagini dei carabinieri sono proseguite per cercare di individuare il secondo rapinatore.
Dal racconto riportato dalla vittima ai Carabinieri prima di andare in ospedale a farsi medicare per le numerose ecchimosi che aveva in volto a causa della violenza subìta, era emerso che il primo rapinatore era riuscito a farsi aprire dalla vittima chiedendo se “presso quell’abitazione si trovasse un certo Caretto”. Leggerezza di non poco conto, visto che tale cognome è stato immediatamente associato a Caretto Saimon, soggetto risultante come controllato più volte dalle forze di polizia insieme a Perrone Luca.
Davanti all’evidenza, Luca Perrone ha inizialmente cercato di dissimulare tale elemento, a dire il vero però con poca convinzione, tanto che capita poi la gravità della situazione, mentre una pattuglia dei carabinieri di Trepuzzi si stava recando a casa di Saimon Caretto per andarlo a prendere, Luca Perrone ha reso spontanee dichiarazioni fornendo la sua ricostruzione su come era stata decisa e si era sviluppata la rapina.
Quando Saimon Caretto è stato portato in caserma, nel frattempo anche la vittima, S.P., al termine delle cure in ospedale, giungeva presso la Stazione Carabinieri di Surbo, e nel recarsi nell’ufficio del Comandante di Stazione per rendere formale denuncia, incrociava lo sguardo dei due rapinatori e li riconosceva senza ombria di dubbio come gli autori della rapina in abitazione che aveva subìto stamattina.
E a quel punto, anche a Saimon Caretto non restava altro che rendere spontanee dichiarazioni sulla sua partecipazione alla rapina.
Quindi, su disposizione del Dott. Negro, PM di turno presso la Procura di Lecce, che era stato tenuto costantemente aggiornato dai Carabinieri sullo sviluppo delle indagini, Luca Perrone e Saimon Caretto sono stati dichiarati in arresto per “rapina aggravata in concorso”; inoltre Luca Perrone è stato altresì denunciato per “ricettazione”, a causa della targa rubata che aveva montato sullo scooter, mentre Saimon Caretto veniva altresì denunciato perché presso la sua abitazione, durante la perquisizione, erano state rinvenute delle cartucce da caccia ed una pistola scacciacani priva del tappo rosso.
I soldi sono stati interamente recuperati, insieme all’orologio antico, e restituiti alla vittima.
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