Resistenza antimicrobica: Salva vite, lavati le mani.

| 8 Maggio 2014 | 0 Comments

Lavarsi le mani: un gesto semplice che può evitare milioni di infezioni e salvare vite. Soprattutto se a farlo con frequenza e nella maniera giusta è il personale sanitario.

Al tema l’OMS ha dedicato una giornata mondiale di sensibilizzazione, nel corso della quale ha diffuso documenti informativi destinati in modo particolare a tutti coloro che svolgono attività sanitarie.

Proprio martedì scorso, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha evidenziato che su ogni 100 ricoveri si verificano 7 infezioni nei Paesi industrializzati, con un numero che sale a 10 ogni 100 in quelli in via di sviluppo.

Molte di queste infezioni potrebbero essere evitate secondo l’OMS strofinando le mani con un gel igienizzante a base di alcol o lavandole con semplice acqua e sapone in cinque momenti chiave: prima di toccare il paziente, prima di svolgere procedure che richiederebbero un ambiente asettico come ad esempio l’inserimento di un catetere, dopo il contatto con fluidi del corpo, dopo aver toccato il paziente e dopo aver toccato ciò che lo circonda.

L’ente internazionale ha lanciato a questo proposito una campagna di sensibilizzazione, denominata “Save lives, clean your hands” (Salva vite, lavati le mani), che Giovanni D’Agata, ritiene opportuno rilanciare per ricordare come un semplice atto sottovalutato da molti, possa in realtà contribuire a salvare vite umane.

All’iniziativa hanno aderito 1.110 strutture ospedaliere in tutto il mondo, e anche in Italia in occasione della giornata mondiale dell’igiene delle mani in molti ospedali si è dato il via a delle iniziative.

In Italia, secondo fonti del Ministero della Salute sono 500mila-700mila su 9,5 milioni di ricoverati l’anno i pazienti che contraggono un’infezione ospedaliera, con percentuali che oscillano fra il 5 e il 17% di tutti i ricoveri e un tasso di mortalità che raggiunge il 3%.

Secondo gli esperti, l’igiene delle mani, se eseguita regolarmente e correttamente si stima riduca le infezioni ospedaliere mediamente dal 10% al 50%”.

 

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Category: Riceviamo e volentieri pubblichiamo

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