Il Pelù sullo stomaco di Giuseppe Puppo

| 3 Maggio 2014 | 0 Comments

Nel controverso rapporto fra musica, soprattutto rock, a torto ritenuta ad essa organico,  e politica, soprattutto quella della sinistra, che, con alterne vicende, ha sempre tentato di mantenerne l’egemonia gramsciana, non si era mai visto e sentito niente di simile.

Nemmeno a Woodstock, nel 1969, quando, di fronte a cinquecentomila persone, nessuna delle quali ebbe alcunché da ridire, Pete Townshend, leader degli Who, spaccò la sua chitarra sulla testa di  un sedicente rivoluzionario comunista, Abbie Hoffman, che era inopinatamente salito sul palco per leggere un comunicato.

 

Nemmeno nel 1976, quando Francesco Guccini se la pigliò con i “voi critici, voi personaggi austeri, militanti severi” e con i suoi “colleghi cantautori, eletta schiera, che si vende la sera per un po’ di milioni”.

 

Nemmeno quando nel 1980 Edoardo Bennato si ribellò, pure con fine e compunta ironia, agli “impresari di partito”  da Festival dell’Unità, cioè all’egemonia culturale del Pci, con uno sfogo che gli veniva prima dal cuore, che dal cervello, urlando a squarciagola: “Sono solo canzonette”.

 

Nemmeno i tanti cantautori e musicisti, pur famosi e affermati, ultimo Ivano Fossati che, rinunciando ai vantaggi della vecchia organicità, in un empito di lucidità e coraggio, hanno espresso la loro criticità al Pd.

 

“L’avvelenata” di Piero Pelù, fiorentino, una carriera di tutto rispetto nel panorama del rock italiano, da cantautore singolo, e pure con il gruppo dei Litfiba, fra l’altro con un meritorio impegno militante contro la guerra, come quella contro la Jugoslavia, al fianco della nato, guidata dal “compagno” Massimo D’Alema, è andata in scena ieri sera a Roma, profanando il rito del I Maggio, nella sacralità sindacale di piazza San Giovanni a Roma, di fronte a settecentomila persone, che lo hanno applaudito, e ai milioni degli altri di fronte alla tv che trasmetteva in diretta.

Ha rivendicato il diritto al lavoro, non l’elemosina, pure truffaldina, degli ottanta euro, che sono solamente una boutade elettorale e ha qualificato il suo concittadino primo ministro “Non eletto” (che è una constatazione, più che un offesa) e “boy scout di Licio Gelli” (che non è un’offesa, è una sintesi di verità).

Due pesantissime bestemmie, insomma, nel vergognoso contesto di venerazione, senza scrupoli di spudorate menzogne e allucinanti beatificazioni, con cui i mass media del sistema dei partiti circondano Renzie.

 

Eppure Piero Pelù, da uomo libero, ha detto quello che gli Italiani non ancora intontiti dalla propaganda del sistema pensano con chiarezza.

 

La notte ha consigliato la propaganda del regime di scatenare la controffensiva. Vergognosa. In prima fila, la candidata alle europee, ma pure mondiali, dell’antipatia, della faccia tosta e della spudoratezza, Pina Picierno, la quale, commentando da par suo l’accaduto, dopo quello recente pur per altri versi memorabile sulla spesa al supermercato, ha consegnato alla storia delle affermazioni più solenni un altro dei più alti concetti sentiti da tempo memorabile: “Quando  la politica va veloce succede che il rock diventa lento”. 

Non le è stata da meno per profondità di argomentazioni e sagacia di contenuti  la sua collega renziana Alessandra Moretti: “”Sarebbe bene che comici e cantanti si occupassero del loro mestiere“.

I telegiornali dell’ora di pranzo hanno fatto il resto. Commentando la performance di Piuetro Pelù con il fuoco di fila dei renziani in servizio permanente effettivo, di loro ci hanno messo una pesantissima insinuazione: che, cioè, la “sparata” del cantautore fiorentino sarebbe dovuta a motivi personali, per giunta economici, quindi svuotandola implicitamente di significati politici, non essendogli stata rinnovata in passato una consulenza artistica dal comune di Firenze, di cui, come è noto, Renzie era sindaco.

Del resto, non è un caso se nelle classifiche mondiali sulla libertà di informazione,  curate con metodi scientifici dalle organizzazioni non governative più autorevoli, l’Italia nel 2013 si è classificata al cinquantasettesimo posto, preceduta, voglio dire, da Paesi quali Botswana e Niger, tanto per fare due esempi: roba da terzo mondo, quanto ad arretratezza e marciume.

 

Un’insinuazione cui, mentre sto scrivendo, Piero Pelù ha reagito con sdegno, con una precisazione che le agenzie di stampa hanno battuto da poco, in cui precisa di essere stato l’ideatore di una manifestazione canora organizzata a Firenze nel 2007 dal sindaco Leonardo Domenici, ma di aver abbandonato dopo pochi mesi l’incarico che gli era stato affidato per l’organizzazione,  di sua spontanea volontà, in quanto “non mi piacevano i giochi sporchi che si facevano con il denaro pubblico”.

 

Di pochi minuti fa, pure una più dettagliata analisi POLITICA della situazione italiana, con cui Piero Pelù, volendo meglio spiegar le sue considerazioni di ieri sera,  si misura con il comune sentire e si modula sul sentimento degli Italiani. Ecco le ultime e meglio argomentate parole del cantautore, che si rivolge direttamente al popolo, affidando gli sviluppi del suo pensiero proprio a Facebook:

 

“Lo so che ci sono milioni di italiani che sopravvivono con stipendi o pensioni da vera fame, a Voi va tutto il mio rispetto e la mia solidarietà non volevo certo offenderVi!

Con tutta la calma del mondo credo però che sia importante capire che per costruire un futuro vero per sé e per i propri figli ci sia bisogno solo di una cosa: il lavoro, onesto e …ben retribuito.
E’ chiaro che 80€ al mese aiutano un mensile che sta tra i 700-1200€ al mese ma il problema di fondo rimane: dove sta il lavoro, quello a tempo INDETERMINATO che ti garantirà stabilità e poi la tanto agognata pensione?

Questa mossa da ottanta euro di Renzi è una gran trovata pre-elettorale di grande effetto “TUTTI BRAVI TUTTI BUONI , MA SOLO IN TEMPO DI ELEZIONI”.
lo so già che questi soldi usciranno dalle tasche di chi li riceverà con la massima velocità come solo i grandi prestigiatori sanno fare. Come?
Ad esempio con l’aumento delle accise su tutti i carburanti possibili e immaginabili, addirittura avremo le accise sulla birra…Aumenteranno le tasse sui rifiuti, diminuiranno i soldi per la scuola pubblica, diminuiranno i soldi per la sanità pubblica, aumenteranno i prezzi dei servizi “pubblici” che saranno privatizzati al più presto con aumenti incontrollati dei prezzi, poi diminuiranno le detrazioni per chi ha familiari a carico e per chi ha lavoratori dipendenti, questo giusto per massacrare le piccole imprese e quindi favorire solo un LAVORO: quello NERO.
Nel mio intervento di ieri ho anche detto, per chi se lo fosse già scordato, che le spese militari per gli F-35 (dovevano essere 12, poi 15 ora 20 miliardi di euro, domani chissà?) sono una vera follia sia per motivi strategici ma soprattutto per tutto il denaro che si “ruberebbe” alle ben più importanti spese sociali”.

Così parlò Piero Pelù, cantautore fiorentino, per indicare un futuro agli Italiani, ai quali la vecchia politica negli ultimi venti anni ha rubato pure la speranza.

 

 

 

 

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Category: Costume e società

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