LA CAMPAGNA D’EUROPA di Vincenzo Manello
E giù rampogne contro i populisti ed il pericolo della deriva fascista.
Allarmato dal campanello d’allarme suonato in Francia dal Fronte Nazionale di Marie Le Pen, il vegliardo monarca repubblicano chiama a raccolta gli UEisti d’Italia e d’Europa.
Che,ciascuno per conto proprio,si organizzano per fronteggiare nei vari paesi l’onda lunga della rivolta contro l’euro.
Liberali,popolari e socialisti compattano le armate da gettare nella battaglia elettorale del 25 maggio.
Banchieri,finanzieri globalizzati,burocrati di Bruxelles e Strasburgo,economisti affamatori,professoroni titolati,giornali e giornalisti,tutti strettamente collegati alla greppia del regime UEista si preparano a lanciare all’attacco la fanteria di prima linea : i politicanti d’assalto alla Renzi.
L’UEismo ha dato loro un dio che è pure un simbolo unitario da sventolare ed imporre a tutti i sudditi : € …..l’euro.
Si batteranno alla morte per non perdere il potere ed i privilegi acquisiti con il Trattato di Roma per finire a quello di Maastricht.
Con tutti i mezzi,leciti ed illeciti.
Questione di sopravvivenza,non di idealismo.
In campo opposto uno strano miscuglio.
Euroscettici,populisti di ogni tipo e,soprattutto,un mare di popolo astensionista.
Tutti uniti dall’odio per l’euro e per quello che rappresenta.
Ma divisi profondamente per le scelte di fondo e sulla strada da intraprendere.
Innanzitutto lotta all’euro oppure proprio alla esistenza di questa Unione Europea ?
Partecipazione al voto o astensionismo di massa ?
Voto per questo o per quello dei partiti dichiaratamente euroscettici ?
Se nella stessa Germania l’euro trova forte opposizione,figuriamoci cosa potrebbe accadere nei paesi che la moneta e la politica del rigore ha ridotto alla fame.
Resta il fatto,inconfutabile,che agli europei non è mai stato concesso di decidere con il voto se accettare o meno la moneta unica.
Così come mai sono stati consultati in relazione alla fondazione stessa della Comunità Europea ed ai vari trattati.
Sua Maestà presidente Napolitano nelle lezioni di democrazia su questo glissa,con aristocratico disprezzo.
Astenersi quindi,nella totale repulsione per i partiti ed i deputati che siederanno a Strasburgo ?
Anzi,allargando,proprio evidenziando così
la illegittimità morale di rappresentanza del parlamento stesso di Bruxelles ?
Non vale astenersi,sostengono molti.
Tutti interessati ad essere eletti.
Dimenticano di aggiungere che,fino ad ieri a Kiev,abbiamo visto come la piazza abbia rovesciato un governo eletto democraticamente.
Spinta proprio dall’UEismo occidentale.
Quindi,agli obiettori,si può rispondere che si potrà detronizzare qualunque istituzione UEista tramite la piazza,più o meno facilmente.
Magari con l’aiuto di Putin.
Proprio Barroso e soci ce lo hanno appena insegnato con il loro sconsiderato comportamento al soldo di Obama.
Per chi volesse,si potrà giocare la carta degli euroscettici.
In Francia,Ungheria,Olanda,Inghilterra e via di seguito non mancano i partiti ed i politici da votare. Tutti ben messi e con affidabilità antieuropea manifesta.
In Italia c’è da riflettere su chi si possa definire euroscettico.
Lega,Movimento 5 Stelle,Fratelli d’Italia,lista Tsipras minacciano sfracelli contro l’euro e la dittatura economica della troika.
Fino ad oggi nessuno di loro ha fatto qualcosa di concreto che dimostri con i fatti di meritare fiducia.
Magari promuovere una bella manifestazione di piazza sotto il Quirinale per contestare le offese loro rivolte dal Sovrano.
Oppure contestare fisicamente uno tra i tanti commissari UEisti che vengono a Roma per imporre le sanzioni da applicare agli italiani tutti.
Niente,neppure una bandiera a 12 stelle bruciata per disprezzo davanti la Boldrini.
Riuscirebbero queste formazioni a rovesciare l’Ueismo dall’interno ?
Nel parlamento italiano tuonano tutti,grillini in testa,con sceneggiate e fiction televisive da gustarsi.
In piazza non si vedono proprio,inconfutabile pure questo.
Come uscirebbero dall’euro in un parlamento ove fossero minoranza ?
Prendano formale impegno,da soli od in compagnia,a passare dalle parole ai fatti.
Che dall’eurodittatura si dovrà uscire : con le buone o le cattive.
Solo dopo si potrebbe valutare se appoggiare con un consenso elettorale una di queste formazioni,o tutte.
Altrimenti,se tale garanzia non arriverà,sarà piú opportuno astenersi in massa dal voto.
Gli eventi storici maturano comunque,dentro e fuori i parlamenti.
Ci stanno magari di più ma la storia non si ferma.Vincenzo Mannello
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