VENERDI’ 6 LUGLIO AL VIA IL GRAN GALA’ PER LA SENOLOGIA
VENERDI’ 6 LUGLIO AL VIA IL GRAN GALA’ PER LA SENOLOGIA
Venerdì 6 e sabato 7 luglio ritorna A Lecce per la terza volta l’evento scientifico e mediatico di rilevanza nazionale Gran Galà per la Senologia, organizzata dalla Casa di Cura Petrucciani, dall’Anisc e dall’Istituto Europeo di Oncologia, con la direzione scientifica del Senologo Luigi Manca, e coordinata dalla International Show Publicity.
Si tratta di un’assoluta novità nel campo della comunicazione medica che raggiunge lo scopo quando riesce a coinvolgere tutti gli strati della popolazione, non solo gli addetti al lavoro. “E’ quello che ci prefiggiamo – ha spiegato Gianfranco Delle Rose, direttore generale del Gran Galà – con i due momenti della manifestazione leccese. Se si riuscisse nell’intento di far comprendere l’importanza della prevenzione, parola magica per ogni tipo di patologia, ma di vitale importanza per i tumori alla mammella, avremmo strappato migliaia di vite alla morte”.
Sembra un impresa facile all’apparenza, ma nella realtà si dimostra impossibile. Troppi sono i fattori in campo che determinano questo stato di cose e sui quali si dovrebbe intervenire: nozioni non corrispondenti alla realtà, pregiudizi atavici, percorsi d’indagine complessi, difficoltà a penetrare il tessuto sociale con informazioni adeguate. Solo la “precocità delle indagini” si è dimostrata universalmente l’arma più efficace da contrapporre alla malattia e quindi prevenendo la formazione di grosse masse tumorali si riesce ad ottenere un’alta percentuale di guarigioni dei tumori al seno.
La giornata di venerdì 6 luglio vivrà il momento molto atteso dell’incontro-dibattito del pomeriggio che inizierà alle ore 18 all’Hotel Tiziano di Lecce, nel quale si toccherà il tema della sessualità vissuta sempre con molto patos dalle donne che hanno subito un intervento al seno. Parleranno senologhi e psicologi oltre ad alcune donne che hanno toccato con mano la poco piacevole esperienza del tumore al seno. Moderatore del dibattito il chirurgo senologo Viviana Galimberti dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano. Ci sarà spazio anche per esperti visagisti che forniranno validi consigli sul come curare l’aspetto esteriore della propria persona.
L’evento si concluderà sabato 7 luglio con un caleidoscopio di artisti, che a partire dalle ore 21 si esibirà in piazza Libertini a Lecce: “Apluvia Small Orchestra” orchestra di fiati diretta dal M° Silvestro Sabatelli, “Uccio De Santis” comico cabarettista, “Alessandra Ferrari” soprano, “Francesco Libetta” concertista, “Co-Exist” balletto, “Giampiero Perrone e Pino Fanciullo” sax e pianoforte, “Le 13” trio di chitarre, “Tony Brian Guerra”, “Dhamm” gruppo, “I Cantori di Ippocrate” coro, “Ninfa Fersini” balletto e tanti altri ancora. La serata sarà presentata da Giusy Faggiano e da Gianfranco Delle Rose.
Nel corso della serata sarà consegnato il 3° Premio “Senologo per Passione” che quest’anno verrà conferito al professor Francesco Schittulli, noto senologo pugliese particolarmente distintosi nell’ambito della senologia nazionale e mondiale.
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Lecce, mercoledì 4 luglio 2012
I DATI DELLA SENOLOGIA NEL MONDO E IN ITALIA
Quattrocentomila donne muoiono per un tumore al seno. In Italia sono quarantamila, il 45 per centro tra i 50 e i 70 anni. Il ruolo dell’A.N.I.S.C.
Il tumore al seno rappresenta la forma più diffusa di carcinoma al seno. Ogni anno al mondo vengono diagnosticati più di 1 milione di nuovi casi e 400.000 donne muoiono per questa malattia: il 40%.
Nei Paesi ad economia avanzata 1 donna su 100 si ammala entro i 45 anni, 2 su 100 entro i 50 anni e altre 8 su 100 fra i 50 e gli 80 anni. Nel 2007 in Europa l’incidenza del tumore al seno è stata di oltre 280.000 nuovi casi e la mortalità di circa 75.000 casi, siamo al 26,8%.
In Italia ogni anno si ammalano di tumore al seno circa 40.000 donne, un dato che rappresenta il 20-25% di tutti i tumori maligni femminili. Sta cambiando l’età in cui il tumore al seno si manifesta. Il 30% circa prima dei 50 anni, il 45% tra i 50 e i 70, il 25% dopo i 70 anni. Sono circa 400.000 le donne che hanno avuto una diagnosi di carcinoma mammario tra il 1997 ed 2007.
Sempre in Italia il tumore al seno rappresenta la causa di morte fra le donne comprese tra i 35 ed i 45 anni, grazie agli screening e alle diagnosi precoci la mortalità è leggermente in diminuzione ma ad oggi ogni anno sono almeno 12.000 le donne che muoiono e questa cifra testimonia l’elevato rischio di mortalità della malattia.
Il presidente della LILT (Lega Italiana per la Lotta ai Tumori), Francesco Schittulli, recentemente ha presentato una ricerca che ha stimato i costi del tumore al seno: tra i 30 ei 40 mila euro per ogni singola tipologia di cancro mammario, in relazione alla gravità della malattia, alle eventuali complicazioni, alla complessità e durata del previsto ciclo di terapia.
La stima considera anzitutto i costi medico-sanitari diretti e indiretti, che sono rimborsati dal Servizio Sanitario Nazionale per l’86%. Ma considera anche i costi non propriamente sanitari, quelli non direttamente legati alla malattia: trasferte e spostamenti che spesso coinvolgono anche familiari a i più stretti parenti delle pazienti, la diminuzione del reddito familiare legata alla forzata astensione dal lavoro e infine gli oneri derivanti da una diversa gestione dell’economia domestica in relazione all’inabilità della donna a svolgere il proprio essenziale ruolo all’interno della famiglia.
Al di là del pur rilevante impatto economico e dei costi a carico della collettività, il tumore al seno, secondo il presidente della LILT, rappresenta una vera e propria patologia sociale e una priorità per la sanità pubblica.
Si tratta di una patologia da fronteggiare allora con strumenti più adeguati, più tecnologicamente avanzati, più organizzati nel panorama delle varie figure che concorrono alla individuazione e alla cura del tumore al seno.
La figura del chirurgo senologo è al vertice di questa organizzazione, essendo la sua azione l’atto, decisivo, dell’intervento sul tumore al seno.
E’ dal 2004 che si cerca di dare al chirurgo senologo una sua precipua identità. Alcune proposte di legge, non molte per la verità, sono state presentate, assegnate alle commissioni di competenza, ma nessuna di queste ha mai iniziato l’iter parlamentare.
Eppure non poche sono state le Risoluzioni del Parlamento Europeo: il 5 giugno 2003, si chiedeva che le donne affette da carcinoma alla mammella avessero il diritto di essere curate da una equipe interdisciplinare e invitava gli Stati membri di dotarsi dei cosiddetti “Breast Unit”; il 25 ottobre 2006 metteva in allarme i Paesi membri dell’aumento del cancro al seno nelle giovani donne, invitandoli a creare una rete capillare di equipe interdisciplinari entro il 2011; nell’aprile del 2008 tutti i parlamentari europei invitavano gli Stai membri ad impiegare nella diagnostica tecnologie più avanzate rispetto alle tecnologie tradizionali e anche di istituire unità senologiche d’eccellenza, che potremmo chiamare “Breast Unit Advance; infine il 22 gennaio 2009 la Commissione Sanità europea lanciava un accorato allarme, invitando i Paesi membri ad intensificare l’azione di screening (soltanto il 50% delle donne al di sopra dei 49 anni aderiscono ai programmi di screening) investendo in nuove tecnologie con i fondi della Comunità.
Di fronte a questo schieramento di forze messo in campo per combattere la battaglia contro il tumore al seno, nelle università italiane non esiste alcuna specialità in senologia,tanto meno in chirurgia senologia
L’ANISC (Associazione Nazionale Italiana Chirurghi Senologi) da anni si sta prodigando per istituire una Specializzazione Chirurgica in Senologia che garantisca la formazione di chirurghi dedicati e ne riconosca al contempo la qualifica. Al momento il chirurgo senologo è ancora un ibrido o un fantasma che si aggira nelle corsie di altre Unità Operative alla ricerca di uno spazio e di una identità. Eppure il chirurgo senologo dovrebbe essere come il “Direttore d’orchestra”, colui che trae da ogni componente orchestrale, l’ecografista, il radiologo, il patologo, il chemioterapista, il chirurgo plastico, il fisiatra, lo psicologo, ecc, il massimo delle competenze per dare alla donna un’unica figura di riferimento, che la sappia gestire, consigliare e indirizzare, considerando il suo seno come un bene prezioso, di alto valore, da preservare.
Cos’è l’A.N.I.S.C.
L’A.N.I.S.C. (Associazione Nazionale Italiana Chirurghi Senologi) è stata costituita con grande partecipazione nel 2005 e si prefigge di riunire i colleghi chirurghi che hanno un concreto interesse o che sono dedicati alla senologia.
Scopo di questa iniziativa è quello di promuovere il perfezionamento di un percorso diagnostico-terapeutico per le malattie e i tumori della mammella, che risponda ai migliori standards di qualità nelle strutture ospedaliere, universitarie e negli istituti di ricerca.
Questo obiettivo richiederà prioritariamente di definire, d’accordo con gli altri specialisti, ma con chiarezza, i ruoli e gli ambiti operativi di ognuno, nel superiore interesse delle pazienti.
Il riferimento culturale, organizzativo e scientifico di questa iniziativa è il Prof. Umberto Veronesi.
Finalità
1) Riconoscimento della figura del Chirurgo Senologo
2) Riconoscimento del Chirurgo Senologo quale tutor della donna sintomatica nelle varie fasi del processo diagnostico e terapeutico.
3) Ottimizzazione della integrazione con le altre figure professionali (radiologi, patologi, nuclearisti, oncologi, radioterapisti, chirurghi plastici)
4) Riconoscimento della specialità di Chirurgia Senologia che dovrà comprendere tutti gli aspetti che vanno dalla fase diagnostica clinica a quella chirurgica,integrando l’atto demolitivi con quello ricostruttivo.
Category: Costume e società