ITALIA SOTT’OCCHIO, MONDO COL CANNOCCHIALE – rubrica di contro – informazione, a cura di Bepi Anguilla

| 8 Marzo 2014 | 0 Comments

DIETRO AL CONFLITTO RUSSO – UCRAINO, LA GUERRA DEL GAS

di  Paul Joseph Watson, da effedieffe.com (traduzione di massimo Frolla)

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Il segreto non detto che si nasconde dietro al conflitto Russia–Ucraina è che è parte della ben più ampia guerra sull’energia.

L’Europa e la Nato cercano disperatamente INFATTI di metter fine alla propria dipendenza dal gas naturale della Russia la quale a sua volta cerca disperatamente di mantenere quel quasi monopolio che ha, sul gas naturale, nell’Europa dell’Est per tramite del colosso statale Gazprom.

La Russia fornisce all’Europa il 30% del gas naturale del quale abbisogna, ed il 66% di tale volume viaggia attraverso oleodotti che attraversano l’Ucraina. La Russia fornisce anche il 35% del petrolio usato in Europa.

Il fatto che il Governo del precedente Presidente dell’Ucraina, Yanukovych, avesse stretto un accordo di integrazione commerciale con la Russia invece che con l’Unione Europea, da lui respinta, avrebbe aggravato la dipendenza della UE e della NATO nei confronti della Russia. Questa è una delle ragioni principali del perché l’Occidente ha forzato questa rivolta, e ne abbiamo ora la conferma da documenti che dimostrano come un ente USA che agisce per conto del Dipartimento di Stato, il NED (National Endowment for Democracy), ed altre ONG abbiano finanziato proprio quel gruppo di protesta che ha iniziato l’occupazione di Kiev già a novembre dell’anno scorso.

Negli ultimi due anni, giganti del settore energetico quali Chevron, Exxon, Royal Dutch Shell, hanno iniziato delle esplorazioni per nuovi giacimenti di gas nella parte occidentale dell’Ucraina, come in altre nazioni dell’Est europeo. Nella parte occidentale dell’Ucraina – ed in Polonia – hanno individuato dei nuovi enormi giacimenti di gas. Non sono però riusciti ad ottenere il via libera per concludere gli accordi poiché Putin faceva pressioni su Yanukovych secondo l’accordo commerciale vigente fra loro. Ma ora, dopo il colpo di Stato, dopo la deposizione di  Yanukovych, queste limitazioni sono saltate e gli accordi sono pronti per essere firmati con i nuovi governanti ucraini pro-Europa.

Ciò minaccia di creare problemi al monopolio russo del gas nell’area, monopolio già minacciato da nuovi oleodotti attraverso il Mediterraneo: Libia, Algeria, Marocco, sud dell’Europa. Ovviamente se con un Governo favorevole alla UE al potere, giganti quali Chevron, Exxon e Royal Dutch Shell sono autorizzati ad aprire nuovi impianti di sfruttamento nella parte occidentale dell’Ucraina, la dipendenza europea dal gas naturale proveniente dalla Russia risulterà ridotta in modo decisivo. Ed è il motivo per il quale Mosca sta ora cercando di dare inizio ad una controrivoluzione partita con l’occupazione della Crimea.

Occupare la Crimea serve sia a stabilire un precedente per l’Ucraina dell’Est sia a garantire il controllo russo perché 3 su 4 dei principali oleodotti per il gas proveniente dalla Russia passano attraverso l’Ucraina dell’Est.

Parlando a livello interno, per finanziare il bilancio statale ed avere soldi per tutte le nuove armi che Mosca sta acquistando, Putin ha bisogno di idrocarburi dai prezzi alti e stabili. Se ne perde il controllo, a livello geopolitico la Russia diventa molto più vulnerabile all’accerchiamento da parte della NATO. Per questo Mosca si è già mossa e c’è la notizia riportata dalla Reuters che Putin è pronto ad annullare il precedente sconto sul gas concesso all’Ucraina sotto l’amministrazione Yanukovych e può farlo anche perché la “nuova” amministrazione non sta effettuando i pagamenti alla Gazprom nei tempi che erano stati stabiliti.

Ovviamente si è avuto notizia che la Gazprom ha minacciato di interrompere le forniture di gas all’Europa quale conseguenza delle agitazioni in Ucraina. Ci sono state parole circa sanzioni e ritorsioni espresse sia da Barack Obama e da John Kerry che da alti funzionari russi, perché – perlomeno sul breve periodo – l’Europa dipende dalla Russia e la Russia dipende dall’esportazione del gas naturale in Europa… Dunque, probabilmente, non vedremo nessuna sanzione significativa o veramente dannosa come invece ha sostenuto il solito Kerry, parole che sembrano più che altro aria fritta… mentre quello a cui più probabilmente assisteremo sarà una spartizione de facto, una balcanizzazionedell’Ucraina in est ed ovest, perché nessuna delle due è così potente da prevalere sull’altra.

E questo ci riporta alla domanda fondamentale nella battaglia politica: chi controlla i fantocci messi a Kiev? L’Occidente o la Russia? Una cosa è chiara: il povero popolo ucraino è preso in mezzo a questo scontro geopolitico.

Per riassumere: nello stesso momento – o poco prima – che l’accordo fra Ucraina e Russia fosse firmato e l’Unione Europea respinta, i giganti mondiali dell’energia avevano scoperto enormi giacimenti di gas naturale nell’Ucraina dell’ovest e stavano aspettando di firmare un accordo per poter sfruttare tali giacimenti che avrebbero ridotto, se non addirittura eliminato, la dipendenza europea dal gas russo.

Naturalmente, la Russia vuole mantenere il quasi-monopolio del gas, perché se l’Europa e la NATO diventano indipendenti a livello energetico, diventa molto più facile portare avanti il piano NATO per l’accerchiamento della Russia con basi militari.

Category: Costume e società

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