IL GERONTOCOMIO E IL MUNICIPIO DI NARDO’
GLI ORRORI DEL SALENTO / Reportage di Tonio Leuci.
Da oggi, inizio una nuova avventura, un lungo viaggio alla scoperta degli orrori che deturpano il nostro meraviglioso Salento, un posto magico, unico al mondo, un incantesimo senza fine sospeso tra mare e campagna, con i suoi paesaggi mozzafiato.
Purtroppo l’ignoranza e la stupidità degli esseri umani, unite alla cupidigia e alla ingordigia sfrenata degli amministratori pubblici, causa di tanti orrori che deturpano il paesaggio, fra incredibili realizzazioni e lavori abbandonati, sono la rovina di questa terra.
Questo mio lavoro vuole denunciare lo stupro del nostro territorio e sensibilizzare sulle responsabilità, per cercare di unire alla denuncia la ricerca di possibili provvedimenti.
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Tanto per cominciare avevo già sentito parlare da tempo del Gerontocomio e del nuovo Municipio di Nardò, due opere rimaste incompiute.
Così mi sono diretto alla volta della cittadina neretina.
Mentre guido sono avvolto dalla rigogliosa natura salentina, con i suoi profumi, i campi coltivati, uliveti, boschi, paesaggi da favola. Arrivo a Nardò e subito all’uscita della città andare al mare- nella zona dell’Incoronata, sulla via per Gallipoli – mi accorgo di due strutture mastodontiche. Sembrano due mostri che si guardano e che incombono come presenze grigie sui neretini.
Il Gerontocomio era quasi terminato, ma nel 1991 i lavori si sono interrotti e sono costati alla Regione Puglia due miliardi delle vecchie lire.
Arrivato sul posto mi affaccio alla ringhiera in ferro, che circonda tutto l’edificio, per scattare qualche foto. Alcuni ragazzini appostati al balcone di una vecchia palazzina adiacente avvertono della mia presenza la madre, la quale inizia subito a urlare come per dare l’allarme non so a chi e di che cosa, e comincia poi a lanciarmi frasi minacciose. Mi sorge il sospetto che il posto venga usato per nascondere “materiale illegale”.
L’edificio, a prima vista, fa impressione, perché sembra che sia stata bombardato. Con i suoi muri sbiaditi e scrostati, i suoi infissi corrosi e divelti, le vetrate distrutte. Oltre al tempo, anche i vandali hanno lasciato la loro firma.
Il parco antistante – già sequestrato in passato dalla Guardia di Finanza – è una discarica a cielo aperto, con rifiuti di ogni genere: materiali di risulta di lavorazioni edili, calcinacci, tubi e infissi abbattuti di ferro.
Da ciò che posso vedere, quello che all’epoca doveva essere un edificio quasi finito, ma mai diventato funzionante, è ora tutto distrutto: porte sfondate e vetrate rotte, degrado e sporcizia ovunque. Bisogna ricordare anche che in passato era stato trasformato in un canile abusivo e che addirittura era intervenuta la trasmissione televisiva “Striscia la Notizia”, sempre attenta ai casi di maltrattamento di animali, per documentare la situazione e far restituire i cani ai legittimi proprietari, ovviamente denunciati.
Mi allontano tra le urla della signora, la quale ha continuato a gridare per tutto il tempo. Mi domando come sia stato possibile realizzare un’opera così importante per l’assistenza agli anziani e abbandonarla per tanti anni nel degrado più assoluto. Sono stati spesi due miliardi delle vecchie lire – di soldi pubblici, soldi nostri – e in trenta anni nessuna delle amministrazioni comunali ha mai pensato di aprirla.
Che ne sa e che ne dice l’attuale amministrazione di Nardò? Che ne pensa la Provincia di Lecce? Che cosa ha da esporre in materia la Regione Puglia?
Così come un altro fiume di denaro è stato speso per un’ altra opera rimasta incompiuta, e cioè quella che sarebbe dovuta diventare il nuovo Palazzo di Città: avrerebbe cioè dovuto accogliere gli uffici comunali.
Anche qui i lavori sono continuati fino al 1991, anno della loro interruzione. Quattro lotti finanziati dalla Regione Puglia, con trecento milioni di lire ciascuno, più altri trecento milioni per acquistare i terreni. Un miliardo e mezzo delle vecchie lire per erigere questo mostro, uno scheletro di cemento gigantesco, che si staglia in alto, uno squarcio nel cielo azzurro.
L’edificio è circondato da una recinzione in ferro, ma mi accorgo subito che tale recinzione è assente nella parte anteriore sinistra. Quindi chiunque può accedere liberamente, trasformandosi in un pericolo costante per i ragazzini che giocano in zona. Visto che da un lato è circondato da un fossato, profondo svariati metri, si tratta di un’insidia continua.
L’ennesimo orrore, vero e proprio simbolo dello spreco e della impunità della nostra classe politica.
Tonio Leuci
(1 – continua ).
Category: Costume e società