Per chi voglia studiare e approfondire, per capire meglio la realta’ economica

| 3 Luglio 2012 | 0 Comments

 

 

IN PROCESSI CHE IN GRAN PARTE CI SONO DEL TUTTO SCONOSCIUTI

 

RAPPORTO  SULLA QUESTIONE MONETARIA

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1.    PREMESSA. 2

2.    IL RAPPORTO SULLA QUESTIONE MONETARIA  3

3.    IL DENARO ED IL SIGNORAGGIO. 5

4.    I “SEGRETI” DELLA BANCA D’ITALIA. 6

5.    2006: GOLPE SULLA SOVRANITÀ MONETARIA. 6

6.    LA QUESTIONE DELLA PROPRIETÀ DELLA MONETA  AL MOMENTO DELLA SUA EMISSIONE  7

7.    la sovranità monetaria  10

8.    CHI SONO I PROPRIETARI DELLE BANCHE CENTRALI ?  10

9.    DOVE VANNO A FINIRE I GUADAGNI DEL SIGNORAGGIO ?  12

10.   CHE COS’È IL DEBITO PUBBLICO? E IL DEFICIT DI BILANCIO?  12

11.   Frasi celebri 14

12.   Creazione di denaro creditizio dal nulla. 15

13.   Mutui fantasma e giudici nella nebbia  15

14.   Ipotesi di reato  16

15.   Soluzione DEL PROBLEMA. 17

16.   Utopia o realtà. 17

 

1.              PREMESSA.

Il rapporto descrive la QUESTIONE MONETARIA, la grande truffa del SIGNORAGGIO e della creazione di denaro dal nulla sfruttando il concetto di RISERVA FRAZIONARIA, con la quale banchieri e politici hanno schiavizzato il popolo italiano, a sua insaputa.

La condizione attuale del popolo italiano ha molte analogie con la situazione descritta all’interno del film “Matrix” dei fratelli Wachowski:

Morpheus: Matrix è ovunque, è intorno a noi. Anche adesso, nella stanza in cui siamo. È quello che vedi quando ti affacci alla finestra, o quando accendi il televisore. L’ avverti quando vai al lavoro, quando vai in chiesa, quando paghi le tasse. È il mondo che ti è stato messo davanti agli occhi per nasconderti la verità Neo: Quale verità? Morpheus: Che tu sei uno schiavo, Neo. Come tutti gli altri sei nato in catene. Sei nato in una prigione che non ha sbarre, che non ha muri, che non ha odore. Una prigione, per la tua mente.

Spesso, più importante delle risposte, è porsi la domanda giusta; e la domanda non è “perché non riusciamo ad estinguere il debito pubblico”, ma:

Verso chi siamo debitori ?

E’ necessario, per lo Stato Italiano, prendere in prestito del denaro da qualcuno e creare il debito pubblico ?

“Pillola azzurra, fine della storia, domani ti sveglierai in camera tua e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa (leggi il resto del rapporto), resti nel paese delle meraviglie e vedrai quanto è profonda la tana del bianconiglio”

 

* * * * * * *

Se vuoi comprendere il contenuto del rapporto devi cancellare le tue presunte conoscenze in materia monetaria, svuotare la mente, fare un completo reset/format dei concetti bancari e di emissione monetaria che ti sono stati inculcati “ad arte” da giornali e programmi televisivi, servi dei banchieri, per tenerti in una condizione di ignoranza utile a coloro che incassano e sfruttano i proventi del tuo lavoro quotidiano.

 

LE BANCHE PRIVATE incassano i proventi del signoraggio e del debito pubblico, creano “denaro” creditizio dal nulla, con una semplice pressione del tasto invio di un computer, senza nessuna giustificazione sostenibile.

Il meccanismo della grande truffa è molto grave.

E’ di una semplicità sconcertante.

E’ contrario a ogni principio di equità e giustizia.

TANTO SEMPLICE E TANTO OSCENO CHE LA MENTE RIFUGGE DAL CAPIRLO.

* * * * * * *

Tutto quanto (o quasi) riportato nel presente rapporto è estratto dal libro “Euroschiavi” di Marco della Luna ed Antonio Miclavez, vero e proprio testo di riferimento sul Signoraggio e sulla riserva frazionaria (creazione di denaro dal nulla, al pari dei falsari).

 

* * * * * * * *

Nel mondo si produce sempre più ricchezza, gli strumenti tecnici e industriali consentono di produrre sempre più beni e servizi a costi decrescenti, ma paradossalmente il mondo sta affogando nell’indebi­tamento, pubblico e privato, verso il sistema bancario. Si lavora sem­pre di più per pagare tasse, debiti e interessi verso le banche e sempre meno per la propria vita.

 

Intanto, milioni di persone iniziano a capire che questo enorme e crescente debito, che assorbe l’esistenza e annulla la sicurezza, nasce in cambio del nulla, senza che le banche diano in cambio alcunché di reale. Che esse si limitano a stampare carta e creare somme fittizie con un click del computer, addebitandole, automaticamente così all’intera colletti­vità, come ai singoli clienti. Che questo sistema è una gigantesca fro­de per impadronirsi del lavoro e della vita delle persone, oltre che del­la loro ricchezza. Una frode, alla quale i governi e i parlamenti fanno da manutengoli, soprattutto in Italia. Una frode che colpisce non solo nel patrimonio e nel lavoro, ma ancor più nelle libertà. Perché l’alchi­mia bancaria consiste nel trasformare la carta stampata non solo in oro, ma nelle catene di acciaio dell’indebitamento. Più letali e degra­danti, nel lungo termine, di quelle di ogni passata dittatura.

 

La differenza tra gli schiavi dei secoli passati e quelli odierni è che, un tempo, essi erano consapevoli di esserlo.

“Ci sono campi, campi sterminati, dove gli esseri umani non nascono…vengono coltivati!”

 

 

2.                  IL RAPPORTO SULLA QUESTIONE MONETARIA

 

Lo sa­pevate che:

  • Il debito pubblico è stato creato con un abuso incostituzionale e le tasse pagate a causa di esso sono quindi incostituzionali.
  • Banca d’Italia, falsamente dichiarata ente pubblico, è in realtà una società INTERAMENTE PRIVATA in violazione della Costituzione; essa “crea” denaro dal nulla senza garanzie auree o di altro tipo, e lo Stato Io addebita alla nazione, sotto forma di tasse, che vanno ai privati azionisti della Banca d’Italia.
  • I suoi azionisti (detti “partecipanti”) sono le altre banche private e Ie assicurazioni private. Il debito pubblico dello Stato, quindi dei cittadini, viene creato fraudolentamente a beneficio dei primi.
  • Gli istituti di emissione monetaria, come la Banca d’Italia e la Banca Centrale Europea, realizzano enormi profitti vendendo il denaro, che producono a costo zero, in cambio di titoli di Stato – profit­ti pari, grosso modo, al debito pubblico ma questi profitti non appaiono nei loro bilanci, quindi non vengono rimessi agli Stati né pagano tasse, grazie al fatto che gli Stati recepiscono con le loro norme i criteri contabili di comodo, elaborati da organizzazioni pri­vate per i comodi delle banche.
  • La Banca d’Italia dovrebbe, per statuto, vigilare sulla correttezza del­le altre banche; ma essa stessa è di proprietà di banche private, le qua­li nominano il suo governatore e i suoi direttori; quindi questi dovrebbero sorvegliare chi li nomina – cosa del tutto improbabile – in un palese e sfacciato conflitto di interesse.
  • Le tasse vanno in gran parte a pagare il debito pubblico (salito in Italia al 105% del p.i.l.) e gli interessi su di esso (ammontanti circa al 16% della spesa pubblica – v. DPEF 2004); quindi finiscono in ta­sca ai proprietari privati della Banca d’Italia e della Banca Centrale Europea, e non per spese di interesse collettivo.
  • Per arricchirli, il debito pubblico viene continuamente fatto cresce­re e ciò non solo in Italia e non solo di recente.
  • Tale sistema, di cui i mass media si guardano bene di parlare (come pure i politici, i parlamentari, i ministri, i presidenti), ha prodotto nel tempo, e ancor oggi sempre più produce, un enorme e sistematico trasferimento di beni e di ricchezze dalle tasche dei cittadini a quelle dei banchieri, ma anche un trasferimento del potere politico dalle isti­tuzioni democratiche alle mani dei banchieri sovranazionali.
  • II vero potere politico ed economico, a livello mondiale e naziona­le, sta in questi meccanismi, ignoti a tutti o quasi; essendo scono­sciuti, essi sono ancor più efficaci.
  • Il Trattato di Maastricht, l’Euro, la Banca Centrale Europea, sono strumenti di completamento di questo trasferimento. La corrente mancanza di denaro, la crisi economica, i fallimenti e le privatizzazioni sono pilotati da finanzieri internazionali attraverso governi a sovranità limitata, e vanno a loro vantaggio. La soluzione efficace è ben nota ed è stata ripetutamente proposta: restituire al popolo, quindi allo Stato, la funzione sovrana dell’emis­sione del denaro, in modo che non si debba più indebitare.
  • Il risultato sarebbe: imposte quasi eliminate, denaro a costo zero per lo Stato e la Pubblica Amministrazione, economia fiorente; po­tere politico democratico anziché in mano alle banche.
  • Ovviamente, gli unici danneggiati da questa riforma sarebbero i banchieri.
  • L’organizzazione a monte di questo sistema di potere bancario è in­ternazionale: in quasi tutti gli altri Paesi, infatti, la situazione è si­mile a quella italiana. L’organizzazione è probabilmente da ricercarsi all’interno dei gruppi che controllano l’economia e la politica del pianeta, quali il gruppo Bildenberg, la Commissione Trilaterale, il CFR, mediante organismi di gestione privata (Banca Mondiale, Banca Centrale europea, Fondo monetario Internazionale, WTO) – vedi “la vera storia del Gruppo Bildenberg” di Daniel Estulin e “Il lato oscuro del nuovo ordine mondiale” di Marcello Pamio.

 

Se quanto sopra ti lascia un poco perplesso, continua a leggere, e tutto inizierà ad apparirti chiaro…

 

* * * * * * * *

L’economia nazionale e quella mondiale sono apparentemente affidate ad organismi politici (i governi) ossia sono nelle mani di un soggetto visibile e che si assume le responsabilità del governo; in realtà sono in capo a ORGANISMI FINANZIARI “PRIVATI”, come il FMI (Fondo Monetario Internazionale) il WTO (World Trade Organisation), la FED (Federal Reserve) e la BCE (Banca Centrale Europea), che dirigono dall’alto (tirano i fili delle marionette) i governi e le economie, ma non si assumono alcuna responsabilità politica, morale o giuridica verso i popoli governati, lasciando tali responsabilità in capo a quei medesimi governi, parlamenti e ai par­titi politici, dietro cui si nascondono, e il cui ruolo è quello di teste di legno, di produttori di indebitamento e di esattori delle tasse.

Di fatto, la principale attività delle istituzioni, dei politici, dei par­lamentari, è la connivenza – stare a questo gioco per averne, in cambio, una piccola partecipazione agli utili.

 

Non appaiono nemmeno più con la propria faccia. Hanno concesso al popolo la demo­crazia nella gestione dello Stato, ma dopo aver trasferito gli strumenti di potere effettivo dallo Stato ad altre organizzazioni.

 

Il General Agreement on Trade in Services (GATS, “Accordo generale sul commercio di servizi”), un trattato dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (World Trade Organization, WTO) entrato in vigore nel 1995 parallelamente al GATT (l’accordo per l’abbattimento dei dazi) e sottoscritto anche dall’Italia, senza ovviamente alcun dibattito democratico, vincola gli Stati aderenti a privatizzare il settore dei servizi pubblici e li spoglia della sovranità in questa materia. Ci ritroviamo cittadini di Stati che non contano più nulla, svuotati di poteri, funzioni, autonomia. Incapaci, assolutamente incapaci, di proteggere i diritti dell’uomo contro la logica del profitto.

Ma gli uomini che devono lavorare (e sempre di più) per procurar­si denaro che poi devono cedere ad altri (sotto forma di tasse, interes­si, rate) in cambio di nulla (salvo quanto serve per vivere), sono uo­mini che lavorano gratis, ottimizzando quindi il rendimento di chi li usa. E gli uomini costretti a lavorare gratis sono definiti da un preciso vocabolo: SCHIAVI.

 

Ma gli schiavi di oggi non sanno di essere schiavi e credono di lavorare per se stessi, per pagare legittimi debiti, per finanziare doverosi servizi sociali, per salvare la casa dalle ipoteche e per costruirsi un futuro migliore. Perciò rendono molto e li si può spremere molto di più degli schiavi dei tempi antichi.

 

€uroschiavi mette a nudo il meccanismo del signoraggio monetario e di quello creditizio, che è il cuore pulsante del sistema di po­tere finanziario mondiale, un meccanismo fraudolento con cui i banchieri, creando a costo zero per se stessi il denaro (sia la carta­moneta che il finto denaro scritturale, ossia quello dei prestiti e dei pagamenti bancari, che è circa il decuplo del denaro vero e proprio), e immettendolo nel mercato, nella società, mediante operazioni con cui lo addebitano allo Stato, al cittadino, alle imprese, indebitano tutti questi soggetti verso di sé, sempre di più e in cambio di niente (perché niente essi danno, oltre a stampare i biglietti bancari e a te­nere conti elettronici), fino a dominarli completamente e a svuotarli di ogni libertà e sovranità.

La conclusione, seppur sconcertante per molti, è che Io Stato appartiene, anzi gli Stati appartengono, come feudi, al sistema bancario sovranazionale, il quale è il vero ordinamento sovrano, anche se non ama apparire.

 

E’ avvenuto che il sistema bancario interna­zionale ha messo nei posti di potere italiani una squadra di suoi fiduciari. L’Italia appare ora un paese commissariato. Il popolo non è più sovrano.

Il vero business bancario consiste appunto nel fatto che le ban­che percepiscono sistematicamente interessi su denaro che non han­no e che fingono di prestare mediante l’apertura dì accrediti conta­bili che per la banca hanno costo zero. Paghiamo gli interessi sugli impulsi elettronici.

Tale gigantesco, fraudolento profitto finanziario, detto signorag­gio creditizio o secondario, e che si aggiunge al signoraggio prima­rio, è il business dietro e sopra la politica e la guerra, i mass media e la formazione del consenso democratico.

Le norme contabili internazionali, recepite dall’Italia e dall’Unione Europea, fanno sì che tali profitti non vengano dichiarati in bilancio.

 

La truffa si fonda sul fatto che quasi nessuno capisce o conosce i meccanismi e gli interessi retrostanti.

La truffa è, purtroppo, assolutamente reale ed è riportata nella letteratura scientifica disponibile anche in Internet, seppur non divulgata nelle università.

 

Il potere nel mondo non è più ri­partito in unità territoriali indipendenti e sovrane, ciascuna governa­ta da uno Stato. Il potere reale, e ora anche quello legale, economico e monetario si è distacca­to dal territorio, dalle aree geografiche. Si situa al di sopra dei confini e dei parlamenti eletti entro i confini dei vari Stati. Si muove attraver­so flussi finanziari e informatici. Si è globalizzato. I suoi detentori ef­fettivi sono sempre meno individuabili.

 

Però que­sto sistema e queste limitazioni sono incompatibili con la Costituzione italiana del 1948, quindi illegittimi. Vi è quindi anche una contraddizione giuridica strutturale dello Stato italiano e dell’Unione Europea.

 

Dato che il capitale bancario possiede o controlla o finanzia uni­versità, editori, riviste, convegni, enti pubblici (lo stesso Premio Nobel per l’Economia è assegnato non, come gli altri, da una commissione scientifica, ma dai banchieri svedesi), si capisce che parlare pubblica­mente della realtà bancaria e dei suoi segreti sarebbe assai nocivo alla carriera e al posto di lavoro di ricercatori, docenti e giornalisti.

 

3.                  IL DENARO ED IL SIGNORAGGIO.

 

Già in epoca romana, gli Stati incominciano a emettere monete metalliche il cui valore nominale, ossia quello indicato su di esse, supera il valore del metallo in esse contenuto.

 

Questa differenza tra costo di produzione del denaro e valore nominale del denaro dicesi “SIGNORAGGIO” (o rendita monetaria) ed è il guadagno che il “Signore/Feudatario” dell’emissione realizza emettendo il denaro e usandolo per comperare e pagare. Oggi che il de­naro non è più coperto da oro e ha quindi un costo di emissione trascu­rabile, il “signore” che lo emette – ossia le banche centrali private in quanto alle banconote – realizza un signoraggio pari al 100% del valore stam­pato sul denaro stesso, senza mettere in esso alcun valore reale.

 

Nel Medioevo, gli orefici, che facevano funzione di banchieri, cioè ricevevano depositi in denaro e gioielli dai cittadini ricchi, si avvidero che, mediamente, solo un decimo del totale dell’oro depositato presso di essi veniva ritirato. Essi incominciarono, quindi, un’attività creditizia molto lucrativa: se un orefice pos­sedeva dieci chilogrammi d’oro, poteva prestare ai suoi clienti un controvalore non di dieci chilogrammi, ma di cento, lucrando su questo controvalore di cento.

Precisamente, prestava “note di ban­co”, ossia banconote cartacee (cartamoneta), su cui era enunciato un valore e l’impegno di convertire la banconota in oro per quel valore: era quindi un titolo di credito; mentre la nota di deposito era un titolo di proprietà (di un certa quantità d’oro che restava di proprietà del de­positante), come, per esempio, lo scontrino del guardaroba. Ma, si ten­ga ben presente, l’orefice possedeva una copertura di solo un decimo del totale valore delle banconote emesse (se anche solo un terzo dei portatori delle banconote emesse da un orefice si fosse presentato a esigere la conversione in oro, l’orefice sarebbe fallito – avrebbe fatto “bancarotta”, a meno che si facesse prestare oro da altri banchieri – possibilità, questa, che ha stimolato le aggregazioni e le alleanze tra banche). Questo sistema di copertura parziale si chiama “riserva frazionaria“.

 

Nel 1944, a Bretton Woods, negli USA, si tenne una conferenza inter­nazionale in cui si organizzò il nuovo assetto monetario globale: solo gli USA, attraverso la loro banca centrale, la Federal Reserve Bank, avrebbe­ro conservato una copertura aurea e la convertibilità della propria valuta; il Dollaro, in oro: “Gold Dollar Exchange Standard”.

 

Nel 1971, a seguito delle enormi spese belliche per la guerra del Vietnam e del conseguente ampio deficit della bilancia dei pagamenti con l’estero, con una massa di Dollari circolanti ottupla rispetto alle ri­serve auree nazionali, gli USA, e precisamente il governo Nixon (Tricky Dicky), annunciarono l’abbandono del Gold Exchange Stan­dard, avvertendo che non avrebbero più convertito il Dollaro in oro. Esso diventava, dunque, semplice pezzo di carta stampato.

Da allora il denaro non ha più nessuna copertura, né in oro né in altri beni.

 

4.                  I “SEGRETI” DELLA BANCA D’ITALIA.

 

Le funzioni principali della Banca d’Italia, pri­ma dell’introduzione dell’Euro, erano:

a)  emettere il denaro ufficiale e decidere quanto emetterne e quanto ve ne debba essere sul mercato (il money supply);

b)  fungere da tender of last resort (prestatore di ultima istanza) per le banche in difficoltà finanziaria;

c) fissare il tasso ufficiale di sconto (è più corretto definirlo tasso di interesse);

d)   fissare i tassi di cambio internazionale;

e)   vigilare sulle banche di credito anche nei loro rapporti col pubblico.

Abbiamo anticipato che la Banca d’Italia è una banca a capitale pri­vato e gestita in modo privato e nell’interesse dei suoi soci o parteci­panti privati e senza alcun controllo democratico del Parlamento o del Governo.

 

5.                  2006: GOLPE SULLA SOVRANITÀ MONETARIA.

 

L’art 3 dello statuto della Banca d’Italia, fino al 2006, sanciva che la mag­gioranza debba essere pubblica e i soci che compongono la maggio­ranza debbano essere a loro volta a maggioranza pubblica. Letteral­mente stabiliva:

II capitale della Banca d’Italia è di 156.000 Euro (si avete letto bene non 156 milioni di euro o 156 miliardi di euro, ma 156.000 euro).

“Le quote di partecipazione possono essere cedute, previo consenso del Consiglio superiore, solamente da uno a un altro ente compreso nelle categorie indicate nel comma precedente. In ogni caso dovrà essere assi­curata la permanenza della partecipazione maggioritaria al capitale della banca da parte di enti pubblici o di società la cui maggioranza delle azioni con “diritto di voto sia posseduta da enti pubblici”.

 

La Banca d’Italia, totalmente privata (in realtà al 95%) si trovava, fino alla sua riforma del 16.12.06, pesan­temente fuori dei requisiti di legge, poiché era, come è, quasi completamente posseduta da gruppi bancari e assicurativi totalmente privati.

I soci azionisti della Banca d’Italia sono, all’85% circa, banche priva­te; al 10% assicurazioni private; il 5% appartiene all’INPS. Queste percentuali sono state ricavate da un’indagine di Famiglia Cristiana del 4 gennaio 2004 e del Sole 24 Ore con un’operazione di “spulcio” tra la contabilità delle banche e assicu­razioni azioniste della Banca d’Italia, che sono, fortunatamente per noi, ancora tenute a dire dove investono i nostri soldi.

 

Obbe­diente ai poteri forti, l’esecutivo Prodi il 16.12.06 attuò le volontà enunciate da Mario Dra­ghi, alterando l’articolo 3 dello Statuto della Banca d’Italia e in particolare abo­lendo la norma (peraltro sempre calpestata) prescrivente che la maggioranza della proprietà fosse in mano pubblica.

 

Su richiesta dei banchieri privati italiani e stranieri, si fa un’operazione interna al Palazzo, che coinvolge Governo, Parlamento e Capo dello Stato, e che sottrae la so­vranità monetaria al popolo per darla del tutto ai banchieri (senza nessun risalto giornalistico); il sostantivo corretto per definire tale operazione è GOLPE.

 

6.                  LA QUESTIONE DELLA PROPRIETÀ DELLA MONETA  AL MOMENTO DELLA SUA EMISSIONE

 

A chi ap­partiene la moneta, il valore del denaro, nel momento in cui viene emes­sa dalla Banca Centrale ?

Si tratta di una questione fondamentale, perché dalla risposta che essa riceve dipende essenzialmente l’indebitamento dello Stato.

Se il proprietario della moneta è il popolo e per esso lo Stato, allora il popolo, lo Stato, non lo devono pagare, come invece lo stanno pagando, risparmiando decine di miliardi di Euro ogni anno.

II fatto che l’esercizio del potere monetario attraverso la Banca Cen­trale è uno strumento di potere dei banchieri sullo Stato, trova confer­ma in come le istituzioni statali sono impegnate a equivocare e a men­tire in tutte le sedi, anche parlamentari, per coprire il fatto che la Ban­ca d’Italia cede a caro prezzo denaro che a essa niente costa e a cui non è essa a dare il valore, ossia il potere di acquisto.

 

La Banca Centrale non ha “prodotto” il valore del denaro, eppure si comporta come se fosse proprietaria del medesimo denaro, in quanto lo cede allo Stato (e alle banche commerciali) in cambio di titoli di Stato.

Al contrario, ciò è proprio quanto succede incessantemente. Ma vi è di peggio: la Banca Centrale, cioè i suoi azionisti, oltre ad appro­priarsi, a danno dello Stato, del valore del denaro che essa emette, nei propri conti segna questo valore, nei suoi bilanci, non all’attivo ma al passivo, simu­lando un debito ed evitando, così, di pagare le tasse su quello che è un puro incremento di capitale e che, come tale, dovrebbe essere intera­mente tassato – anzi, in base al suo Statuto, girato allo Stato.

Si è mai visto che qualcuno paghi un altro per farsi cedere un debito?

 

Del resto, è naturale che nessun governo potrebbe permettersi di dare risposte veritiere a simili questioni, perché ammetterebbe che la sua vera funzione è defraudare i cittadini e gli elettori per arricchire un’elite finanziaria che detiene il vero potere

 

Ma quanto sopra costituisce solo la punta dell’iceberg. Perché il grosso, circa l’85% o più, del denaro esistente e circolante al mondo, non è denaro vero, emesso da Banche Centrali, ma denaro creditizio o moneta scritturale, ossia aperture di credito e disponibilità di spesa create dal nulla dalle banche commerciali, le quali, attraverso questa creazione continua dal nulla di nuovo denaro creditizio, si impossessano di quote crescenti del potere d’acquisto complessivo della popolazione mondiale.

 

Ricordiamo ancora che il signoraggio sulla moneta, o primario, rea­lizzato dalla banca di emissione, è solo una piccola frazione del si­gnoraggio sul credito, o secondario, realizzato dalle altre banche, oltre che dalla stessa banca di emissione

Il bilancio della BCE, ovviamente, dice ciò che alla BCE par giusto di­chiarare, perché chi potrà mai verificare con certezza, per esempio, quante banconote siano state realmente emesse, dato che sono stam­pate, pare, in Malesia e che, soprattutto, non recano una numerazio­ne progressiva?

Inoltre, riporta solo il valore complessivo delle ban­conote circolanti e l’aumento di esso rispetto all’anno precedente (os­sia, la nuova emissione); non vi è, in esso, alcuna menzione dell’emissione di denaro scritturale, ossia di promesse di pagamento in denaro con­tante.

Eppure il denaro scritturale viene emesso comunemente dalle Banche Centrali anche per finanziare il deficit dei bilanci statali. Quanto ne emette la BCE ? Mistero.

 

Di fronte a questo problema, partiti politici, sindacati, istituzioni (eccezion fatta per qualche magistrato) sono ignari, ignavi, inerti, ma perlopiù sono complici attivi e interessati. I parlamentari sono coper­ti di soldi e privilegi affinchè siano presi dalla priorità di mantenerli facendosi rieleggere, anziché tutelare gli interessi collettivi, e così fanno. Coi magistrati si vorrebbe fare altrettanto.

Eppure, l’aver tolto la sovranità monetaria dal popolo italiano, dal­lo Stato, per trasferirla a un soggetto privato (perlomeno nella gestio­ne e in parte essenziale della proprietà) come la Banca d’Italia o la Ban­ca Centrale Europea, è manifestamente contrario all’art. 1°, 2° Comma, della Costituzione italiana, che afferma che la sovranità appartiene al popolo. Quindi essa non può essere ceduta a terzi, siano questi nazio­nali o stranieri o sovranazionali. La sua cessione è nulla e inefficace. Se un popolo è sovrano, la sua sovranità non può esser ceduta ad altri soggetti. Tanto più se di proprietà privata o gestiti da privati.

Il problema del signoraggio primario, quello di emissione del contante, è molto importante, tuttavia il signoraggio secondario, quello di emissione delle scrittu­re bancarie, è molto più rilevante (almeno nove volte tanto).

Sappiamo infatti che il sistema di riserva frazionaria sarebbe quel­lo che permette alla banca di credito di prestare denaro per un impor­to multiplo (fino a cinquanta volte) il valore del denaro che essa ha ef­fettivamente nei suoi forzieri. La banca non ha limiti interni alla creazione di denaro virtuale.

Orbene, il 90% circa del “denaro” circolante, usato per le transazioni, è credito, denaro virtuale, non banconote, ma assegni, bonifici, giri conto, accrediti, prestiti, sconti. Ossia si tratta di promesse di denaro, che le banche di credito creano dal nulla prestandolo a clienti o accreditandole a creditori. Ma, in realtà, non è denaro vero (il denaro vero è solo quello creato dall’istituto di emissione o dallo Stato), bensì credito, promessa di pagamento – promessa di pagare in denaro vero a richiesta, che si com­porta come denaro in quanto dal mercato viene come denaro accettata. Un assegno circolare di € 1.000 è la promessa della banca che lo ha emesso di dare al suo portatore banconote per € 1.000 in cambio dell’assegno. Non è denaro vero anche perché a esso non corrisponde denaro vero, se non per una frazione. È denaro simulato. Simulato e creduto.

La banca di credito, quindi, presta, anzi promette, denaro che non esiste, che non esiste in assoluto. Ne promette centinaia di volte di più di quanto ne ha.

Più precisamente, nel 1988 il sistema bancario intenazionale, con gli accordi detti “Basilea I”, ha prescritto alle banche di coprire con capitale proprio (“Eigenkapital”) l‘8% almeno dei prestiti. Con gli accordi di “Ba­silea II”, già recepiti in Italia nel 2006, questa riserva è lasciata variare tra l’ 1,6 e il 12% a seconda del grado di solvibilità del cliente. Ma si tratta di una copertura in “Capitale proprio”, non in denaro contante. E il capita­le proprio è costituito anche dai crediti, dai crediti che la banca registra a proprio attivo patrimoniale in misura variabile a seconda del grado di ri­schiosità dei (finti) prestiti.

E poiché la banca può fingere di prestare molto volte il valore del proprio patrimonio, essa lucra interessi su de­naro che non presta e che non esiste nemmeno.

Se io deposito in banca € 1.000 (o se firmo una promessa di pagare alla banca € 1.000), la banca, per quei 1.000 (che essa contabilizza aggiungendoli al suo capitale proprio, base del moltiplicatore mone­tario) ne può “prestare” (come garanzie di pagamento) fino a 50.000.

Questo vuoi dire che se voi depositate € 100 in contante, il sistema bancario ne ricaverà, in un anno, il 50% di interessi (€50), e insieme ben il 2.000% di “capitale” (€ 2.000).

Ma gli esempi di cui sopra non tengono conto della velocità del processo di creazione di credito. Il moltiplicatore è invece, co­me dimostra Gianfranco Venturi (in Riserva frazionale Vs Riserva totale) molto più potente, virtualmente senza limiti: “La creazione di denaro delle banche ordinarie è invece ufficialmente soggetta a un limite basa­to sul cosiddetto coefficiente di riserva obbligatoria. Oggigiorno tale coefficien­te di riserva si basa su alcune passività della banca, in particolare depositi e ti­toli [i titoli dì debito che la banca ha emesso]: un coefficiente di riserva del 2% per depositi e titoli con scadenza o rimborsabili fino a due anni; un coefficiente di riserva dello 0% per depositi e titoli con scadenza o rimborsabili oltre i due anni”.

Potenzialmente infinite volte. Ciò significa che la creazione di de­naro reale non è solo di 50 volte, ma è ben superiore. E tanto maggiore è la velocità di circolazione della moneta, tanto maggiore sarà la moneta creata”.

“La creazione di moneta nel sistema monetario odierno basato su riserva frazionale, quindi, non ha sostanzialmente alcun limite, a differenza di quan­to ufficialmente dichiarato.

Infatti il denaro rientrante alla banca dal prestito effettuato, risulta per la banca ordinaria un guadagno pu­ro (addizionato oltretutto dell’interesse), proprio perché tale denaro venne creato dal nulla e non costò la privazione di alcun denaro alla banca”.

Quanto sopra comporta che, in sostanza, il sistema bancario può produrre a costo zero quantità illimitate di “denaro” dal nulla; l’ammontare della massa moneta­ria effettiva è incontrollabile, indefinito e, ultimamente, inconoscibile perché esso dipende da fattori arbitrari o, più esattamente, potestativi.

Riprendiamo l’analisi del sistema creditizio. Il denaro che la banca ha solo finto di prestarti ma che neanche possedeva, tu, allo scadere del prestito, lo devi restituire – devi rimborsare il capitale. Ossia, devi dare alla banca denaro vero (che tu hai acquistato lavorando, produ­cendo o in altro modo reale e che comporta costo, fatica, rischio) per denaro che non hai mai ricevuto.

La banca di credito crea dal nulla e a costo pressoché nullo una finzione di denaro, che finge di prestare, e in cam­bio ottiene denaro che costa lavoro a chi lo deve “rimborsare.

Lo Stato non è affatto sovrano o democratico, non è una res publica ma è un bene strumentale di proprietà dei banchieri.

Le banche creano dunque una finzione di denaro dal nulla, per il quale ottengono denaro reale come interesse e capitale.

Lo Stato ha ceduto alle banche private non solo il potere sovrano di creare il denaro vero e di fissare il tasso di sconto e di decidere la politica monetaria del Paese, ma anche e persino il potere, ancora più radicale, di creare “denaro” creditizio dal nulla e senza limiti reali od oggettivi, ossia di arraffarsi, a spese del mercato e dei cittadini, un potere d’acquisto cor­rispondente alla massa di denaro creditizio così creata. UNA MASSA CHE ORAMAI, A LIVELLO GLOBALE, È PARI A OLTRE CINQUE VOLTE IL VALORE DI TUTTI I BENI ESISTENTI AL MONDO. IL CHE VUOL DIRE CHE IL DENARO È UN DEBITO SCOPERTO PER ALMENO L’80%.

Intanto, facendo il punto della situazione dall’ottica dei debitori delle banche, osserviamo come i mutui (gli sconti, le anticipazio­ni) bancari, in base al Codice Civile italiano (Art. 1813: “II mutuo è il contratto col quale una parte consegna all’altra una determinata quantità di danaro o di altra cosa fungibile; e l’altra si obbliga a restituire altrettante co­se della stessa specie e qualità “) sono falsi mutui, anzi sono inesistenti. I “mutui” non sono mutui e non dovrebbero essere rimborsati; tantomeno su di essi è lecito pretendere interessi

II sistema del signoraggio primario e quello del signoraggio secon­dario generano, ciascuno, un debito infinito, INESTINGUIBILE. Ossia, es­si determinano, inevitabilmente e automaticamente, una situazione tale che lo Stato, il mercato, la nazione, si ritrovano indebitati verso il sistema bancario e, inoltre, nessuno dei due debiti (quello che nasce dal signoraggio monetario e quello che nasce dal signoraggio crediti­zio) può essere estinto, ossia ripagato interamente.

Il credito per capitale e interesse del sistema bancario verso il sistema paese è sempre superiore alla quantità di denaro circolante, ap­punto perché le banche, ovviamente, quando erogano denaro “creano” solo il capitale e non gli interessi.

Quindi il debito generato dal sistema bancario e dal “prestito” a in­teresse è per sua natura inestinguibile, infinito. Esiste nel mondo molto meno denaro che debito.

PER LIBE­RARSI DAL CAPPIO SI DOVREBBE COMPRENDERE COME STANNO LE COSE, RIFIUTARE IL PRINCIPIO DELLA MONETA DEBITO E RESPINGERE LE PRETESE CREDITORIE DEL SISTEMA BANCARIO COME FRAUDOLEN­TE È SCHIAVISTICHE.

 

7.                  la sovranità monetaria

Il potere di prendersi unilateralmente la ricchezza del popolo è si­curamente un potere sovrano, che dovrebbe essere esercitato solo dai rappresentanti del popolo e in favore del popolo, non da Banche Cen­trali private in favore dei loro privati padroni.

Diventa quindi interessante andare a vedere chi sono i padroni del­le Banche Centrali, che di fatto si sono presi il potere sovrano sui popoli.

Lo Stato, nel permettere questa pratica e nel prestare i suoi tribunali alla sua attua­zione, si riconferma strumento e burattino della finanza privata.

 

8.                  CHI SONO I PROPRIETARI DELLE BANCHE CENTRALI ?

Dopo aver acquisito le conoscenze precedentemente esposte sulla natura del de­naro e sui profitti occulti ma enormi, generati dalla sua emissione, è in­teressante apprendere chi sono i beneficiari di questo sistema di cose.

 

 

 

I SOCI (“PARTECIPANTI”) DELLA BANCA D’ITALIA NEL 2005

Ente Partecipante

Gruppo Intesa S.p.A.

UniCredito Italiano S.p.A.

Sanpaolo IMI S.p.A

Banco di Sicilia S.p.A.

Assicurazioni Generali S.p.A.

Cassa di Risparmio di Bologna S.p.A.

INPS

Capitalia. Società per Azioni

Banca Carige S.p.A. – Cassa di Risp. Genova e Imperia

Banca Nazionale del Lavoro S.p.A

Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A.

Cassa di Risparmio di Biella e Vercelli S.p.A.

Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza S.p.A.

Cassa di Risparmio di Firenze S.p.A.

Fondiaria – SAI S.p.A.

RAS – Riunione Adriatica di Sicurtà

Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo S.p.A.

Cassa di Risparmio di Lucca S.p.A.

Cassa di Risparmio di Asti S.p.A.

Cassa di Risparmio di Venezia S.p.A.

Banca delle Marche S.p.A.

INAIL

Milano Assicurazioni

Friulicassa S.p.A. – Cassa di Risparmio Regionale

Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia S.p.A.

Soci minori”

A seguito delle recenti fusioni, a fine del maggio 2007 abbiamo il seguente assetto proprietario:

 

Intesa-San Paolo (Crédit Agricole)       30,33%

Unicredit-Capitalia                              22,10%

Generali                                                6,30%

Carisbo                                                            6,20%

Inps                                                      5,00%

Banca Carige                                        4,80%

Bnl (ParisBas)                                      2,80%

Mps                                                      2,50%

I SOCI DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA (BCE\

 

  • Banca Nazionale del Belgio (2,83%)
  • Banca Centrale di Lussemburgo (0,17%)
  • Banca Nazionale della Danimarca (1,72%)  – non ha l’euro
  • Banca del Portogallo (2,01%)
  • Banca della Spagna (8,78%)
  • Suomen Pankki (1,43%)
  • Banca della Francia (16,52%)
  • Banca Centrale di Svezia (2,66%)
  • Banca d’Olanda (4,43%)
  • Banca Nazionale della Germania (23,40%)
  • Oesterreichische Nationalbank (2,30%)
  • Banca della Grecia (2,16%)
  • Banca centrale d’Irlanda (1,03%)
  • Banca d’Inghilterra (15,98%) – non ha l’euro
  • Banca d’Italia (14,57%)

 

Essendo la BCE costituita dalle varie banche nazionali ed essendo queste private, ne consegue che ANCHE LA BCE È UNA BANCA PRIVATA.

 

Non diversa è la situazione negli Stati Uniti d’America.

I SOCI DELLA FEDERAL RESERVE U.S.A. (FILIALE DI NEW YORK CITY CHE CONTROLLA LE ALTRE)

 

  • Rothschild Bank di Londra
  • Kuhn Loeb Bank di New York
  • Warburg Bank di Amburgo
  • Israel Moses Seif Banks d’Italia
  • Rothschild Bank di Berlino
  • Goldman-Sachs di New York
  • Lehman Brothers di New York
  • Warburg Bank di Amsterdam
  • Lazard Brothers di Parigi
  • Chase Manhattan Bank di New York

 

 

9.                  DOVE VANNO A FINIRE I GUADAGNI DEL SIGNORAGGIO ?

 

 

I proprietari delle banche devono estrarre questo loro guadagno dai conti delle banche medesime senza che l’operazione sia visibile, al fine di intascarselo.

Questa operazione non è difficile, dato che, appunto, il signoraggio non è contabilizzato o è contabilizzato, falsamente, come debito.

Lo strumento specifico di tale operazione è stato indicato in un si­stema di clearing, ossia di compensazione finanziaria interbancaria, denominato Euroclear-Clearstream Swift, il c.d. “Triangolo delle Bermude” del riciclaggio internazionale.

Nelle summenzionate aziende di clearing, secondo alcuni ricerca­tori molte banche centrali aprono conti neri su cui riciclano i proventi investendo in azioni, creando titoli etc.

Clearstream fornisce loro opacità e sicurezza.

 

Clearstream è incaricata di trasportare elettronicamente titoli e valori per i suoi clienti (in genere banche), di fargli passare le frontiere degli Stati e di assicurarne la conservazione (nel senso che fisicamente detiene i titoli, mentre i passaggi so­no solo elettronici). In italiano il termine ‘clearing’ si traduce con ‘compen­sazione’. Clearstream è una camera di compensazione internazionale. Clear­stream scambia, consegna e conserva titoli e valori. Il trasporto è in definiti­va fittizio o meglio elettronico.

 

Clearstream è in qualche modo una “banca delle banche”.

 

Una di queste camere di compensazione ha la sua sede a Bruxelles e si chiama Euroclear. L’altra, Clearstream, ha eletto domicilio in Lussemburgo.

Nel suo precedente esercizio, Clearstream,  che tra l’altro si vanta di essere sicura e precisa nelle sue attività, ha riconosciu­to un errore di 1,7 miliardi di miliardi di Euro nel totale dei titoli conservati nei suoi conti. È l’equivalente dell’ammontare totale del debito estero pubblico dei Terzo Mondo!

E se magistrati coscienziosi avessero accesso alle sue banche dati, potrebbero far emergere le trame della corruzione politica di tutto il mondo.

 

10.               CHE COS’È IL DEBITO PUBBLICO? E IL DEFICIT DI BILANCIO?

 

Se gli incassi non coprono tutte le spese, si ha un disavanzo o deficit di bilancio che viene coperto dallo Stato contraendo un debito verso la Banca Centrale Europea (prima verso la Banca d’Italia).

 

Per pagare ca­pitale e interessi su questi titoli, lo Stato dovrà imporre ulteriori tasse o contrarre nuovi debiti o vendere beni pubblici.

 

Dagli anni ’80 fa cassa anche vendendo, o svenden­do, beni e imprese pubbliche soprattutto a chi le compra senza sborsare il becco di un quattrino ma facendo intervenire le banche alle quali rifonda in debito con l’escussione di tariffe telefoniche o pedaggi autostradali, tanto per non fare esempi concreti

 

Così siamo arrivati ad accumulare un debito pubblico di oltre il 105% del prodotto interno lordo e a pagare una tale somma in inte­ressi passivi e rimborsi capitali, che non rimangono più soldi per le politiche di sviluppo, per gli investimenti, per la riduzione della pres­sione fiscale e per gli stessi servizi sociali e pensioni.

 

Il lato fraudolento, ai danni della nazione, della scelta di introdur­re il P.I.L come misura del prodotto nazionale, anziché il P.I.N. (prodotto interno netto), è rico­nosciuto dalla letteratura specialistica.

 

La Banca Centrale non da’ al­cunché allo Stato in cambio dei titoli del debito pubblico. Da’ solo pezzi di carta stampata e impulsi elettronici di accredito, senza valore intrin­seco, senza copertura aurea, senza convertibilità, a costo zero. Lo Stato, come emette i BOT e li scambia con denaro, POTREBBE BENISSIMO EMET­TERE IN PROPRIO IL DENARO STESSO.

Lo hanno fatto gli USA col Pre­sidente Abraham Lincoln, emettendo i c.d. Greenbacks, e poi col Presi­dente John F. Kennedy. Ricordate che cosa hanno in comune questi due famosissimi presidenti ? Entrambi furono assassinati.

 

Il Dott. Arrigo Molinari, ex Questore di Genova, fu assassi­nato alla vigilia di un’udienza contro la Banca d’Italia, da Lui stesso citata in giudizio per la truffa del signoraggio (aveva l’udienza il 5 ottobre 2005, ma venne ucciso a coltellate il 27 settembre!!!, una settimana prima).

 

La politica italiana della seconda metà del novecento non è stata altro che una gigantesca operazione, per decenni condotta nell’interesse di finanzieri privati e contro l’interesse de­gli elettori dalle maggioranze e dai go­verni che si sono succeduti, quale che fosse il loro colore politico dichiarato.

I proprietari del sistema bancario sono anche i proprie­tari dello Stato. Lo Stato è un loro strumento aziendale ed è usato per arricchirli e consolidare il loro potere sui popoli.

È il momento di rivolgerci in massa ai magistrati e chiedere loro un atto dovuto di legalità e di in­dipendenza.

Lo Stato deve emettere il de­naro in proprio, non devolvere a un altro e diverso soggetto giuridico (Banca Centrale, Istituto di Emissione) questa funzione, per poi farsi accreditare il denaro emesso. Se lo emette in proprio, ne è proprietario originale (non creditore), senza che nulla sia dovuto ad alcuno.

L’art. 2041 del Codice Civile stabilisce che “chi, senza una giusta causa, si è arricchito ai danni di un’altra persona, è tenuto, nei limiti dell’arricchimento, a indennizzare quest’ultima del­la relativa diminuzione patrimoniale”.

Ma lo Stato che emette in proprio la propria moneta non genera questo tipo di rapporto, anzi non genera alcun rapporto, alcuna pen­denza, perché per il denaro che emette niente deve e niente gli è do­vuto. Lo Stato lo crea dal nulla in forza della sua stessa sovranità e di­venta suo proprietario a titolo originario. Quando poi lo usa per pa­gare propri debiti, come gli stipendi, non è che lo accrediti ai propri dipendenti, bensì lo trasferisce a essi in proprietà, da a ciascuno di lo­ro la somma che gli spetta in proprietà, estinguendo il proprio debito verso di essi. Questo sarebbe appunto l’esercizio della sovranità mo­netaria da parte della Repubblica

Il debito pubblico e le imposte non esisterebbero se lo Stato non do­nasse ai banchieri privati il reddito da signoraggio.

Pertanto lo Stato, e per esso il Governo, è finito per diventare esattore per conto del sistema bancario,
monetario e finanziario.

 

La creazione di denaro è quindi qualcosa che lo Stato o un altro ente pubblico può fare perfettamente. La implicita convinzione con­traria, secondo cui solo le banche, e soprattutto le Banche Centrali, potrebbero creare denaro, è stata impiantata e sostenuta per secoli, ribadita nei testi e nelle scuole di economia, gabellata alla gente dai mass media, senza mai consentire l’affiorare e il divulgarsi delle opi­nioni critiche su questo punto e degli esempi che smentiscono la dot­trina ufficiale.

 

11.               Frasi celebri

I Rothschild Brothers di Londra scrissero ai loro soci di New York nel 1863: “I pochi che capiscono il sistema saranno o tanto interessati nei suoi pro­fitti o tanto dipendenti dai suoi favori che non ci sarà opposizione da quella classe; mentre dall’altro lato il grosso della popolazione, mentalmente incapace di comprendere il tremendo vantaggio che il capitale trae dal sistema, ne porte­rà l’onere senza dolersi e forse senza nemmeno sospettare che il sistema è con­trario al suo interesse”.

E Reginald McKenna, Chairman della Midland Bank, nel 1924 di­ceva ai suoi azionisti che l’opinione pubblica non gradirebbe sapere che le banche creano denaro dal nulla e che chi controlla il credito di una nazione ne controlla le scelte politiche.

Lo schiavismo, nella sua accezione originaria, è superato; ma esso per­mane come incatenamento dei cittadini al debito del sistema bancario e dei contribuenti a un enorme debito pubblico, incostituzionalmente creato da un’oligarchia dominante a proprio beneficio attraverso il suo controllo dell’apparato statale. Gradualmente ci si ritrova a vive­re per pagare un debito inestinguibile a un’oligarchia bancaria istituzionalizzata nella BCE e nascosta dietro mistificazioni pseudoeuropeistiche e pseudodemocratiche.

Ed eccoci diventati Euroschiavi!

Mai la storia ha visto una tale percentuale di persone costrette a la­vorare tanto, invero per la maggior parte del tempo, per l’interesse di altri – per pagare interessi e rimborso di debiti privati e pubblici. E questa è schiavitù – una schiavitù il cui meccanismo è ignoto agli schiavi, così che questi non pensano o non sanno come ribellarsi né dove fuggire.

 

L’uomo contemporaneo non si sente più peccatore, ma debitore.

 

Lo Stato, rappresentando il popolo (sulla carte costituzionale), è titolare della sovranità e dovrebbe, quindi esercitarla. Tra i poteri sovrani esiste anche quello di emette­re e immettere moneta nel mercato. Perciò lo Stato può e deve, nel col­lettivo interesse, coprire il proprio disavanzo emettendo moneta in pro­prio/senza indebitarsi. Ossia, nell’interesse collettivo, può estinguere il deficit a costo zero.

L’assurdo è che lo Stato paga (indebitando se stesso; quindi tutti i cittadini) alla Banca Centrale di Emissione questa carta­moneta non al costo di produzione tipografica (circa 3 centesimi = 0,03 euro per una banconota da 100 Euro) più un ragionevole utile, ma il valore pari al numero che la Banca stampa su di essa (ossia, paga 100 Euro la ban­conota di 100 Euro) + gli interessi derivanti dal tasso di sconto (circa 2,5%). Riassumendo, lo stato esborsa, tramite titoli di stato, 102,50 euro per avere una banconota da 100,00 euro, invece di pagarla pochi centesimi di euro come sarebbe corretto ed opportuno fare. Ciò determina il galoppante debito pubblico.

 

12.               Creazione di denaro creditizio dal nulla.

Il processo reale di creazione creditizia è descritto da Werner:

«Se la banca A riceve un nuovo deposito di 100, Io registra come liability sot­to “DARE”; indi, anziché usarlo come riserva per emettere 99 di credito, userà i 100 come riserva presso la banca centrale, contabilizzandolo come asset. In tal mo­do i 100 divengono la riserva in base a cui la banca può emettere, direttamente e immediatamente, 9.900; Nel momento in cui concede il “prestito”, la banca si­multaneamente accresce ì propri assets di 9.900 (infatti l’ammontare del prestito è un asset per la banca) e i propri depositi pure dì 9.900».

Peraltro, il sistema bancario privato non è, nella realtà, limitato da al­cuna riserva legale, grazie al fatto che esso è in grado di creare illimitata­mente il mezzo di pagamento universalmente adottato, ossia… i suoi stes­si click.

 

“II prestato non preesiste al prestare: la banca lo crea prestando” ??

Ciò non è esatto. Il prestato preesiste al prestare. Soltanto che preesiste non nel patrimonio della banca, ma in quello dei cittadini, delle imprese, degli enti pubblici e privati. E consiste nel loro potere d’acquisto, che la banca in parte e progressivamente sottrae loro col creare credito, per prestarlo a interesse. La società crea la ricchezza reale, e il sistema bancario la “munge”, per prestarle il latte a interesse.

 

Inoltre, sfrut­tano il lavoro altrui senza nulla dare in cambio. Il lavoro, anziché fondare la Repubblica, è asservito all’usura.

Per stretta conseguenza giuridica, sono incostituzionali, e come tali vanno impugnate e portate davanti alla Corte Costituzionale, tutte le nor­me che consentono questa attività creditizia delle banche.

L’autorità  monetaria è, oramai, indipendente dallo Stato, ma dipendentissima, anzi diretta quando non addirittura posseduta dalle banche commerciali, le quali così controllano il monopolio della produzione di moneta legale.

 

E chi ha “prodotto” le regole di Basilea I, Basilea II e la recente Basilea III?

Il Parlamento Europeo ?

Il Consiglio dei Ministri della UE ?

Un trattato co­munitario?

La BCE?

No: sono regole emanate dalla Bank for International Settlements (BIS): una banca non solo privata e fuori da ogni controllo democratico e giudiziario, ma addirittura con la sede fuori dall’Unio­ne Europea, in Svizzera, a Basilea, appunto.

 

13.               Mutui fantasma e giudici nella nebbia

 

I contratti di mutuo, quasi tutti sono nulli, anzi inesistenti, a ter­mini di legge, e precisamente del Codice Civile, articoli 1813 e se­guenti. Vediamo in dettaglio. Il contratto di mutuo è disciplinato dall’art. 1813 ss. CC

Art. 1813: “II mutuo è il contratto col quale una parte consegna al­l’altra una determinata quantità di denaro o di altre cose fungibili, e l’altra si obbliga a restituite altrettante cose della stessa spècie e qua­lità [1782]”; art. 1814: “Le cose date a mutuo passano in proprietà del mutuatario [1782]”.

E’ necessario che avvenga una consegna di denaro e che questo denaro passi di proprietà al mutuatario (artt. 1813 e 1814

L’accredito, ossia la messa a disposizione sul “conto corrente mutui”, non è una consegna di denaro né trasferisce la proprietà del denaro quindi non attua la con­dizione della consegna (art. 1813) né quella del passaggio di proprietà (1814). Affinchè il mutuo venga in essere, occorrerebbe che la banca consegnasse il denaro contante. Un accredito, infatti, non è denaro.

 

Questo è il vero business delle banche: creare pseudo-danaroelettronico a costo zero e “prestarlo” contro interesse. In sostanza, il business della banca è creare “accrediti” che i cittadini (i clienti, gli imprenditori, i giudici), condizionati dai loro automatismi mentali, scambiano per danaro e su essi trovano logico (erroneamente e fin­ché non riflettono) pagare interessi, non vedendo che essi non sono denaro reale che la banca già abbia di proprio, ma fittizia creazione che la banca lì per lì fa dal nulla, con l’indebitarli, proprio grazie alla lo­ro richiesta di credito.

 

Le Banche quindi, con una prassi a lungo accettata ma che non trova alcuna legittima base giuridica, hanno elevato i loro usi con­trattuali (!) a rango di usi normativi.

Accettiamo certe convenzioni perché gli altri li accettano, perché abbiamo sempre visto gli altri accettarli: li accettiamo per conformità, per gregarietà, per abitudine.

 

Il perverso meccanismo dell’indebitamento pubblico a favore dei banchieri privati funziona come segue: una banconota da 100 Euro costa alla BCE 3 centesimi di Euro e allo Stato 102,5 euro. 100 Euro è il valore nominale della banconota che lo Stato deve restituire al­la BCE e 2,5 Euro è il c.d.. “Tasso di sconto” o TUS che la BCE vuo­le per effettuare la cessione di denaro allo Stato.

Sull’erogato ipotetico del 2004 (ovvero 140 miliardi di Euro) la BCE vuole di interesse il 2,5%, ovvero 3,5 miliardi; i quali, rispetto ai 100 milioni di spese, sono 35 volte tanto. Sommiamo tutti i conti richie­sti da Banca d’Italia per gli anni precedenti, e arriviamo rapidamen­te al debito pubblicò attuale, ovvero 1.460 miliardi di Euro. Pagabili a rate. Con i soldi che saranno messi a disposizione dalla BCE, con­tro nuove emissione di titoli di Stato gravati di interesse. Ma questo non genera un circolo vizioso? Certo! È lì che sta il trucco: indebitati in eterno, senza via d’uscita.

 

Uscire dal Trattato di Maastricht è, a ben vedere, indispensabile per esercitare una qualche libertà di scelta politica nella gestione del paese.

 

Uscire dall’Euro e recuperare la sovranità monetaria togliendola ai suoi illegittimi detentori, la BCE e la Banca d’Italia, recuperando le vaste ri­sorse monetarie del signoraggio e bloccando il take-over delle industrie nazionali da parte di competitori esteri.

 

Lo Stato è come un tendone di circo equestre sostenuto da un’impalcatura metallica esterna. Chi è dentro il circo, la gente, non vede l’impalcatura e crede che il telone si regga da sé.

 

 

La vera liberazione può venire solo dall’elevazione della coscienza generale della popolazione, e dalla presa di consapevolezza che que­sto sistema è per tutti, e non solo per alcuni, insostenibile ed estrema­mente distruttivo. La correzione, il rimedio, conseguirà spontanea­mente a questo salto coscienziale.

 

14.               Ipotesi di reato

Attentato all’indipendenza dello Stato (art. 241 CP).

Chiunque commette un fatto diretto a sottoporre il territorio dello Sta­to o una parte di esso alla sovranità di uno Stato straniero, ovvero a meno­mare l’indipendenza dello Stato, è punito con l’ergastolo.

Questo reato potrebbe essere stato commesso da quei governanti che illegittimamente hanno donato la sovranità monetaria prima alla Banca d’Italia e poi alla BCE, sottoponendo così la Repubblica al po­tere indipendente e sovrano di organismi privati e, il secondo, esterno alla Repubblica stessa.

Attentato contro la costituzione dello Stato (art. 283 CP).

Chiunque commette un fatto diretto a mutare la costituzione dello Stato o la forma del Governo con mezzi non consentiti dall’ordinamento costituzionale dello Stato è punito con la reclusione non inferiore a dodici anni.

Questo reato potrebbe essere stato commesso da quei governanti che illegittimamente hanno concorso a istituire il sistema di dominio della finanza privata sullo Stato.

Peculato (art. 314).

Il pubblico ufficiale [357] o l’incaricato di un pubblico servizio [358], che, avendo per ragione del suo ufficio o servizio il possesso o comunque la disponibilità di denaro o di altra cosa mobile altrui, se ne appropria, è punito con la reclusione da tre a dieci anni.

Associazione di tipo mafioso(art. 416 bis):

 L’associazione è di tipo mafioso quando coloro che ne fanno parte [628 comma 3 n. 3] si avvalgono [629-bis] della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva per commettere delitti, per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o co­munque il controllo di attività economiche.

 

Inoltre, il debito pubblico è illegittimo e incostituzionale, fraudolento, nascendo dall’uso di questo potere monetario da parte di soggetti privati (la Banca d’Italia è in realtà una spa a capitale privato e autocratica).

 

Lo Stato viene usato, attraverso ministri e funzionari incon­sapevoli o collusi o ricattati, da banchieri privati per arricchirsi a spese del popolo

 

15.               Soluzione DEL PROBLEMA.

 

  1. 1.     Lo Stato avrà e gestirà una propria zecca e tipografia, entrambe statali.
  1. La banca centrale va privata di ogni funzione monetaria e naziona­lizzata mediante confisca di tutte le sue azioni dalle mani degli at­tuali azionisti, indi liquidata.
  2. II signoraggio secondario viene riservato allo Stato in via esclusiva.

 

16.               Utopia o realtà.

 

Come detto in precedenza, per valutare serenamente e seriamente la proposta che segue, dovreste annullare, almeno per un istante, tutti i retaggi finanziari del passato e fare tabula rasa delle Vs conoscenze in ambito monetario.

 

Ad esempio: le banche devono il loro utile alla differenza tra i tassi di credito molto bassi e quelli di debito molto alti (ma neanche per sogno, quello non rappresenta che le briciole in confronto al banchetto nuziale della creazione di denaro scritturale del nulla).

A Roma c’è una sede della Banca d’Italia dove si stampa la cartamoneta che si immette in circolazione (ma neanche per sogno !).

La quantità di denaro che viene immessa in circolazione è quella corretta affinchè non si crei inflazione o deflazione (ma chi Ve lo ha detto ??).

 

Proposta:

  1. I cittadini pagano tasse (Irpef + varie) in percentuale variabile tra il 5 ed il 20 %.
  2. Abolizione del debito pubblico, poiché creato con la truffa e l’inganno, ai danni del cittadini, dalle banche private, con la collaborazione di politici e media,
  3. Abolizione dell’IVA (principale incentivo all’evasione fiscale)
  4. Nazionalizzazione della Banca d’Italia con quote azionarie suddivise equamente tra tutta la popolazione.
  5. Istituzione di una banca commerciale statale.
  6. Lo stato emette in proprio ed immette in circolazione la quantità di denaro (cartamoneta) necessaria per la spesa pubblica annuale e per il mantenimento della costanza dei prezzi.

 

Category: Costume e società

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