Per chi voglia studiare e approfondire, per capire meglio la realta’ economica
IN PROCESSI CHE IN GRAN PARTE CI SONO DEL TUTTO SCONOSCIUTI
RAPPORTO SULLA QUESTIONE MONETARIA
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1. PREMESSA. 2
2. IL RAPPORTO SULLA QUESTIONE MONETARIA 3
3. IL DENARO ED IL SIGNORAGGIO. 5
4. I “SEGRETI” DELLA BANCA D’ITALIA. 6
5. 2006: GOLPE SULLA SOVRANITÀ MONETARIA. 6
6. LA QUESTIONE DELLA PROPRIETÀ DELLA MONETA AL MOMENTO DELLA SUA EMISSIONE 7
7. la sovranità monetaria 10
8. CHI SONO I PROPRIETARI DELLE BANCHE CENTRALI ? 10
9. DOVE VANNO A FINIRE I GUADAGNI DEL SIGNORAGGIO ? 12
10. CHE COS’È IL DEBITO PUBBLICO? E IL DEFICIT DI BILANCIO? 12
11. Frasi celebri 14
12. Creazione di denaro creditizio dal nulla. 15
13. Mutui fantasma e giudici nella nebbia 15
14. Ipotesi di reato 16
15. Soluzione DEL PROBLEMA. 17
16. Utopia o realtà. 17
1. PREMESSA.
Il rapporto descrive la QUESTIONE MONETARIA, la grande truffa del SIGNORAGGIO e della creazione di denaro dal nulla sfruttando il concetto di RISERVA FRAZIONARIA, con la quale banchieri e politici hanno schiavizzato il popolo italiano, a sua insaputa.
La condizione attuale del popolo italiano ha molte analogie con la situazione descritta all’interno del film “Matrix” dei fratelli Wachowski:
Morpheus: Matrix è ovunque, è intorno a noi. Anche adesso, nella stanza in cui siamo. È quello che vedi quando ti affacci alla finestra, o quando accendi il televisore. L’ avverti quando vai al lavoro, quando vai in chiesa, quando paghi le tasse. È il mondo che ti è stato messo davanti agli occhi per nasconderti la verità Neo: Quale verità? Morpheus: Che tu sei uno schiavo, Neo. Come tutti gli altri sei nato in catene. Sei nato in una prigione che non ha sbarre, che non ha muri, che non ha odore. Una prigione, per la tua mente.
Spesso, più importante delle risposte, è porsi la domanda giusta; e la domanda non è “perché non riusciamo ad estinguere il debito pubblico”, ma:
Verso chi siamo debitori ?
E’ necessario, per lo Stato Italiano, prendere in prestito del denaro da qualcuno e creare il debito pubblico ?
“Pillola azzurra, fine della storia, domani ti sveglierai in camera tua e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa (leggi il resto del rapporto), resti nel paese delle meraviglie e vedrai quanto è profonda la tana del bianconiglio”
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Se vuoi comprendere il contenuto del rapporto devi cancellare le tue presunte conoscenze in materia monetaria, svuotare la mente, fare un completo reset/format dei concetti bancari e di emissione monetaria che ti sono stati inculcati “ad arte” da giornali e programmi televisivi, servi dei banchieri, per tenerti in una condizione di ignoranza utile a coloro che incassano e sfruttano i proventi del tuo lavoro quotidiano.
LE BANCHE PRIVATE incassano i proventi del signoraggio e del debito pubblico, creano “denaro” creditizio dal nulla, con una semplice pressione del tasto invio di un computer, senza nessuna giustificazione sostenibile.
Il meccanismo della grande truffa è molto grave.
E’ di una semplicità sconcertante.
E’ contrario a ogni principio di equità e giustizia.
TANTO SEMPLICE E TANTO OSCENO CHE LA MENTE RIFUGGE DAL CAPIRLO.
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Tutto quanto (o quasi) riportato nel presente rapporto è estratto dal libro “Euroschiavi” di Marco della Luna ed Antonio Miclavez, vero e proprio testo di riferimento sul Signoraggio e sulla riserva frazionaria (creazione di denaro dal nulla, al pari dei falsari).
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Nel mondo si produce sempre più ricchezza, gli strumenti tecnici e industriali consentono di produrre sempre più beni e servizi a costi decrescenti, ma paradossalmente il mondo sta affogando nell’indebitamento, pubblico e privato, verso il sistema bancario. Si lavora sempre di più per pagare tasse, debiti e interessi verso le banche e sempre meno per la propria vita.
Intanto, milioni di persone iniziano a capire che questo enorme e crescente debito, che assorbe l’esistenza e annulla la sicurezza, nasce in cambio del nulla, senza che le banche diano in cambio alcunché di reale. Che esse si limitano a stampare carta e creare somme fittizie con un click del computer, addebitandole, automaticamente così all’intera collettività, come ai singoli clienti. Che questo sistema è una gigantesca frode per impadronirsi del lavoro e della vita delle persone, oltre che della loro ricchezza. Una frode, alla quale i governi e i parlamenti fanno da manutengoli, soprattutto in Italia. Una frode che colpisce non solo nel patrimonio e nel lavoro, ma ancor più nelle libertà. Perché l’alchimia bancaria consiste nel trasformare la carta stampata non solo in oro, ma nelle catene di acciaio dell’indebitamento. Più letali e degradanti, nel lungo termine, di quelle di ogni passata dittatura.
La differenza tra gli schiavi dei secoli passati e quelli odierni è che, un tempo, essi erano consapevoli di esserlo.
“Ci sono campi, campi sterminati, dove gli esseri umani non nascono…vengono coltivati!”
2. IL RAPPORTO SULLA QUESTIONE MONETARIA
Lo sapevate che:
- Il debito pubblico è stato creato con un abuso incostituzionale e le tasse pagate a causa di esso sono quindi incostituzionali.
- Banca d’Italia, falsamente dichiarata ente pubblico, è in realtà una società INTERAMENTE PRIVATA in violazione della Costituzione; essa “crea” denaro dal nulla senza garanzie auree o di altro tipo, e lo Stato Io addebita alla nazione, sotto forma di tasse, che vanno ai privati azionisti della Banca d’Italia.
- I suoi azionisti (detti “partecipanti”) sono le altre banche private e Ie assicurazioni private. Il debito pubblico dello Stato, quindi dei cittadini, viene creato fraudolentamente a beneficio dei primi.
- Gli istituti di emissione monetaria, come la Banca d’Italia e la Banca Centrale Europea, realizzano enormi profitti vendendo il denaro, che producono a costo zero, in cambio di titoli di Stato – profitti pari, grosso modo, al debito pubblico ma questi profitti non appaiono nei loro bilanci, quindi non vengono rimessi agli Stati né pagano tasse, grazie al fatto che gli Stati recepiscono con le loro norme i criteri contabili di comodo, elaborati da organizzazioni private per i comodi delle banche.
- La Banca d’Italia dovrebbe, per statuto, vigilare sulla correttezza delle altre banche; ma essa stessa è di proprietà di banche private, le quali nominano il suo governatore e i suoi direttori; quindi questi dovrebbero sorvegliare chi li nomina – cosa del tutto improbabile – in un palese e sfacciato conflitto di interesse.
- Le tasse vanno in gran parte a pagare il debito pubblico (salito in Italia al 105% del p.i.l.) e gli interessi su di esso (ammontanti circa al 16% della spesa pubblica – v. DPEF 2004); quindi finiscono in tasca ai proprietari privati della Banca d’Italia e della Banca Centrale Europea, e non per spese di interesse collettivo.
- Per arricchirli, il debito pubblico viene continuamente fatto crescere e ciò non solo in Italia e non solo di recente.
- Tale sistema, di cui i mass media si guardano bene di parlare (come pure i politici, i parlamentari, i ministri, i presidenti), ha prodotto nel tempo, e ancor oggi sempre più produce, un enorme e sistematico trasferimento di beni e di ricchezze dalle tasche dei cittadini a quelle dei banchieri, ma anche un trasferimento del potere politico dalle istituzioni democratiche alle mani dei banchieri sovranazionali.
- II vero potere politico ed economico, a livello mondiale e nazionale, sta in questi meccanismi, ignoti a tutti o quasi; essendo sconosciuti, essi sono ancor più efficaci.
- Il Trattato di Maastricht, l’Euro, la Banca Centrale Europea, sono strumenti di completamento di questo trasferimento. La corrente mancanza di denaro, la crisi economica, i fallimenti e le privatizzazioni sono pilotati da finanzieri internazionali attraverso governi a sovranità limitata, e vanno a loro vantaggio. La soluzione efficace è ben nota ed è stata ripetutamente proposta: restituire al popolo, quindi allo Stato, la funzione sovrana dell’emissione del denaro, in modo che non si debba più indebitare.
- Il risultato sarebbe: imposte quasi eliminate, denaro a costo zero per lo Stato e la Pubblica Amministrazione, economia fiorente; potere politico democratico anziché in mano alle banche.
- Ovviamente, gli unici danneggiati da questa riforma sarebbero i banchieri.
- L’organizzazione a monte di questo sistema di potere bancario è internazionale: in quasi tutti gli altri Paesi, infatti, la situazione è simile a quella italiana. L’organizzazione è probabilmente da ricercarsi all’interno dei gruppi che controllano l’economia e la politica del pianeta, quali il gruppo Bildenberg, la Commissione Trilaterale, il CFR, mediante organismi di gestione privata (Banca Mondiale, Banca Centrale europea, Fondo monetario Internazionale, WTO) – vedi “la vera storia del Gruppo Bildenberg” di Daniel Estulin e “Il lato oscuro del nuovo ordine mondiale” di Marcello Pamio.
Se quanto sopra ti lascia un poco perplesso, continua a leggere, e tutto inizierà ad apparirti chiaro…
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L’economia nazionale e quella mondiale sono apparentemente affidate ad organismi politici (i governi) ossia sono nelle mani di un soggetto visibile e che si assume le responsabilità del governo; in realtà sono in capo a ORGANISMI FINANZIARI “PRIVATI”, come il FMI (Fondo Monetario Internazionale) il WTO (World Trade Organisation), la FED (Federal Reserve) e la BCE (Banca Centrale Europea), che dirigono dall’alto (tirano i fili delle marionette) i governi e le economie, ma non si assumono alcuna responsabilità politica, morale o giuridica verso i popoli governati, lasciando tali responsabilità in capo a quei medesimi governi, parlamenti e ai partiti politici, dietro cui si nascondono, e il cui ruolo è quello di teste di legno, di produttori di indebitamento e di esattori delle tasse.
Di fatto, la principale attività delle istituzioni, dei politici, dei parlamentari, è la connivenza – stare a questo gioco per averne, in cambio, una piccola partecipazione agli utili.
Non appaiono nemmeno più con la propria faccia. Hanno concesso al popolo la democrazia nella gestione dello Stato, ma dopo aver trasferito gli strumenti di potere effettivo dallo Stato ad altre organizzazioni.
Il General Agreement on Trade in Services (GATS, “Accordo generale sul commercio di servizi”), un trattato dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (World Trade Organization, WTO) entrato in vigore nel 1995 parallelamente al GATT (l’accordo per l’abbattimento dei dazi) e sottoscritto anche dall’Italia, senza ovviamente alcun dibattito democratico, vincola gli Stati aderenti a privatizzare il settore dei servizi pubblici e li spoglia della sovranità in questa materia. Ci ritroviamo cittadini di Stati che non contano più nulla, svuotati di poteri, funzioni, autonomia. Incapaci, assolutamente incapaci, di proteggere i diritti dell’uomo contro la logica del profitto.
Ma gli uomini che devono lavorare (e sempre di più) per procurarsi denaro che poi devono cedere ad altri (sotto forma di tasse, interessi, rate) in cambio di nulla (salvo quanto serve per vivere), sono uomini che lavorano gratis, ottimizzando quindi il rendimento di chi li usa. E gli uomini costretti a lavorare gratis sono definiti da un preciso vocabolo: SCHIAVI.
Ma gli schiavi di oggi non sanno di essere schiavi e credono di lavorare per se stessi, per pagare legittimi debiti, per finanziare doverosi servizi sociali, per salvare la casa dalle ipoteche e per costruirsi un futuro migliore. Perciò rendono molto e li si può spremere molto di più degli schiavi dei tempi antichi.
€uroschiavi mette a nudo il meccanismo del signoraggio monetario e di quello creditizio, che è il cuore pulsante del sistema di potere finanziario mondiale, un meccanismo fraudolento con cui i banchieri, creando a costo zero per se stessi il denaro (sia la cartamoneta che il finto denaro scritturale, ossia quello dei prestiti e dei pagamenti bancari, che è circa il decuplo del denaro vero e proprio), e immettendolo nel mercato, nella società, mediante operazioni con cui lo addebitano allo Stato, al cittadino, alle imprese, indebitano tutti questi soggetti verso di sé, sempre di più e in cambio di niente (perché niente essi danno, oltre a stampare i biglietti bancari e a tenere conti elettronici), fino a dominarli completamente e a svuotarli di ogni libertà e sovranità.
La conclusione, seppur sconcertante per molti, è che Io Stato appartiene, anzi gli Stati appartengono, come feudi, al sistema bancario sovranazionale, il quale è il vero ordinamento sovrano, anche se non ama apparire.
E’ avvenuto che il sistema bancario internazionale ha messo nei posti di potere italiani una squadra di suoi fiduciari. L’Italia appare ora un paese commissariato. Il popolo non è più sovrano.
Il vero business bancario consiste appunto nel fatto che le banche percepiscono sistematicamente interessi su denaro che non hanno e che fingono di prestare mediante l’apertura dì accrediti contabili che per la banca hanno costo zero. Paghiamo gli interessi sugli impulsi elettronici.
Tale gigantesco, fraudolento profitto finanziario, detto signoraggio creditizio o secondario, e che si aggiunge al signoraggio primario, è il business dietro e sopra la politica e la guerra, i mass media e la formazione del consenso democratico.
Le norme contabili internazionali, recepite dall’Italia e dall’Unione Europea, fanno sì che tali profitti non vengano dichiarati in bilancio.
La truffa si fonda sul fatto che quasi nessuno capisce o conosce i meccanismi e gli interessi retrostanti.
La truffa è, purtroppo, assolutamente reale ed è riportata nella letteratura scientifica disponibile anche in Internet, seppur non divulgata nelle università.
Il potere nel mondo non è più ripartito in unità territoriali indipendenti e sovrane, ciascuna governata da uno Stato. Il potere reale, e ora anche quello legale, economico e monetario si è distaccato dal territorio, dalle aree geografiche. Si situa al di sopra dei confini e dei parlamenti eletti entro i confini dei vari Stati. Si muove attraverso flussi finanziari e informatici. Si è globalizzato. I suoi detentori effettivi sono sempre meno individuabili.
Però questo sistema e queste limitazioni sono incompatibili con la Costituzione italiana del 1948, quindi illegittimi. Vi è quindi anche una contraddizione giuridica strutturale dello Stato italiano e dell’Unione Europea.
Dato che il capitale bancario possiede o controlla o finanzia università, editori, riviste, convegni, enti pubblici (lo stesso Premio Nobel per l’Economia è assegnato non, come gli altri, da una commissione scientifica, ma dai banchieri svedesi), si capisce che parlare pubblicamente della realtà bancaria e dei suoi segreti sarebbe assai nocivo alla carriera e al posto di lavoro di ricercatori, docenti e giornalisti.
3. IL DENARO ED IL SIGNORAGGIO.
Già in epoca romana, gli Stati incominciano a emettere monete metalliche il cui valore nominale, ossia quello indicato su di esse, supera il valore del metallo in esse contenuto.
Questa differenza tra costo di produzione del denaro e valore nominale del denaro dicesi “SIGNORAGGIO” (o rendita monetaria) ed è il guadagno che il “Signore/Feudatario” dell’emissione realizza emettendo il denaro e usandolo per comperare e pagare. Oggi che il denaro non è più coperto da oro e ha quindi un costo di emissione trascurabile, il “signore” che lo emette – ossia le banche centrali private in quanto alle banconote – realizza un signoraggio pari al 100% del valore stampato sul denaro stesso, senza mettere in esso alcun valore reale.
Nel Medioevo, gli orefici, che facevano funzione di banchieri, cioè ricevevano depositi in denaro e gioielli dai cittadini ricchi, si avvidero che, mediamente, solo un decimo del totale dell’oro depositato presso di essi veniva ritirato. Essi incominciarono, quindi, un’attività creditizia molto lucrativa: se un orefice possedeva dieci chilogrammi d’oro, poteva prestare ai suoi clienti un controvalore non di dieci chilogrammi, ma di cento, lucrando su questo controvalore di cento.
Precisamente, prestava “note di banco”, ossia banconote cartacee (cartamoneta), su cui era enunciato un valore e l’impegno di convertire la banconota in oro per quel valore: era quindi un titolo di credito; mentre la nota di deposito era un titolo di proprietà (di un certa quantità d’oro che restava di proprietà del depositante), come, per esempio, lo scontrino del guardaroba. Ma, si tenga ben presente, l’orefice possedeva una copertura di solo un decimo del totale valore delle banconote emesse (se anche solo un terzo dei portatori delle banconote emesse da un orefice si fosse presentato a esigere la conversione in oro, l’orefice sarebbe fallito – avrebbe fatto “bancarotta”, a meno che si facesse prestare oro da altri banchieri – possibilità, questa, che ha stimolato le aggregazioni e le alleanze tra banche). Questo sistema di copertura parziale si chiama “riserva frazionaria“.
Nel 1944, a Bretton Woods, negli USA, si tenne una conferenza internazionale in cui si organizzò il nuovo assetto monetario globale: solo gli USA, attraverso la loro banca centrale, la Federal Reserve Bank, avrebbero conservato una copertura aurea e la convertibilità della propria valuta; il Dollaro, in oro: “Gold Dollar Exchange Standard”.
Nel 1971, a seguito delle enormi spese belliche per la guerra del Vietnam e del conseguente ampio deficit della bilancia dei pagamenti con l’estero, con una massa di Dollari circolanti ottupla rispetto alle riserve auree nazionali, gli USA, e precisamente il governo Nixon (Tricky Dicky), annunciarono l’abbandono del Gold Exchange Standard, avvertendo che non avrebbero più convertito il Dollaro in oro. Esso diventava, dunque, semplice pezzo di carta stampato.
Da allora il denaro non ha più nessuna copertura, né in oro né in altri beni.
4. I “SEGRETI” DELLA BANCA D’ITALIA.
Le funzioni principali della Banca d’Italia, prima dell’introduzione dell’Euro, erano:
a) emettere il denaro ufficiale e decidere quanto emetterne e quanto ve ne debba essere sul mercato (il money supply);
b) fungere da tender of last resort (prestatore di ultima istanza) per le banche in difficoltà finanziaria;
c) fissare il tasso ufficiale di sconto (è più corretto definirlo tasso di interesse);
d) fissare i tassi di cambio internazionale;
e) vigilare sulle banche di credito anche nei loro rapporti col pubblico.
Abbiamo anticipato che la Banca d’Italia è una banca a capitale privato e gestita in modo privato e nell’interesse dei suoi soci o partecipanti privati e senza alcun controllo democratico del Parlamento o del Governo.
5. 2006: GOLPE SULLA SOVRANITÀ MONETARIA.
L’art 3 dello statuto della Banca d’Italia, fino al 2006, sanciva che la maggioranza debba essere pubblica e i soci che compongono la maggioranza debbano essere a loro volta a maggioranza pubblica. Letteralmente stabiliva:
II capitale della Banca d’Italia è di 156.000 Euro (si avete letto bene non 156 milioni di euro o 156 miliardi di euro, ma 156.000 euro).
“Le quote di partecipazione possono essere cedute, previo consenso del Consiglio superiore, solamente da uno a un altro ente compreso nelle categorie indicate nel comma precedente. In ogni caso dovrà essere assicurata la permanenza della partecipazione maggioritaria al capitale della banca da parte di enti pubblici o di società la cui maggioranza delle azioni con “diritto di voto sia posseduta da enti pubblici”.
La Banca d’Italia, totalmente privata (in realtà al 95%) si trovava, fino alla sua riforma del 16.12.06, pesantemente fuori dei requisiti di legge, poiché era, come è, quasi completamente posseduta da gruppi bancari e assicurativi totalmente privati.
I soci azionisti della Banca d’Italia sono, all’85% circa, banche private; al 10% assicurazioni private; il 5% appartiene all’INPS. Queste percentuali sono state ricavate da un’indagine di Famiglia Cristiana del 4 gennaio 2004 e del Sole 24 Ore con un’operazione di “spulcio” tra la contabilità delle banche e assicurazioni azioniste della Banca d’Italia, che sono, fortunatamente per noi, ancora tenute a dire dove investono i nostri soldi.
Obbediente ai poteri forti, l’esecutivo Prodi il 16.12.06 attuò le volontà enunciate da Mario Draghi, alterando l’articolo 3 dello Statuto della Banca d’Italia e in particolare abolendo la norma (peraltro sempre calpestata) prescrivente che la maggioranza della proprietà fosse in mano pubblica.
Su richiesta dei banchieri privati italiani e stranieri, si fa un’operazione interna al Palazzo, che coinvolge Governo, Parlamento e Capo dello Stato, e che sottrae la sovranità monetaria al popolo per darla del tutto ai banchieri (senza nessun risalto giornalistico); il sostantivo corretto per definire tale operazione è GOLPE.
6. LA QUESTIONE DELLA PROPRIETÀ DELLA MONETA AL MOMENTO DELLA SUA EMISSIONE
A chi appartiene la moneta, il valore del denaro, nel momento in cui viene emessa dalla Banca Centrale ?
Si tratta di una questione fondamentale, perché dalla risposta che essa riceve dipende essenzialmente l’indebitamento dello Stato.
Se il proprietario della moneta è il popolo e per esso lo Stato, allora il popolo, lo Stato, non lo devono pagare, come invece lo stanno pagando, risparmiando decine di miliardi di Euro ogni anno.
II fatto che l’esercizio del potere monetario attraverso la Banca Centrale è uno strumento di potere dei banchieri sullo Stato, trova conferma in come le istituzioni statali sono impegnate a equivocare e a mentire in tutte le sedi, anche parlamentari, per coprire il fatto che la Banca d’Italia cede a caro prezzo denaro che a essa niente costa e a cui non è essa a dare il valore, ossia il potere di acquisto.
La Banca Centrale non ha “prodotto” il valore del denaro, eppure si comporta come se fosse proprietaria del medesimo denaro, in quanto lo cede allo Stato (e alle banche commerciali) in cambio di titoli di Stato.
Al contrario, ciò è proprio quanto succede incessantemente. Ma vi è di peggio: la Banca Centrale, cioè i suoi azionisti, oltre ad appropriarsi, a danno dello Stato, del valore del denaro che essa emette, nei propri conti segna questo valore, nei suoi bilanci, non all’attivo ma al passivo, simulando un debito ed evitando, così, di pagare le tasse su quello che è un puro incremento di capitale e che, come tale, dovrebbe essere interamente tassato – anzi, in base al suo Statuto, girato allo Stato.
Si è mai visto che qualcuno paghi un altro per farsi cedere un debito?
Del resto, è naturale che nessun governo potrebbe permettersi di dare risposte veritiere a simili questioni, perché ammetterebbe che la sua vera funzione è defraudare i cittadini e gli elettori per arricchire un’elite finanziaria che detiene il vero potere
Ma quanto sopra costituisce solo la punta dell’iceberg. Perché il grosso, circa l’85% o più, del denaro esistente e circolante al mondo, non è denaro vero, emesso da Banche Centrali, ma denaro creditizio o moneta scritturale, ossia aperture di credito e disponibilità di spesa create dal nulla dalle banche commerciali, le quali, attraverso questa creazione continua dal nulla di nuovo denaro creditizio, si impossessano di quote crescenti del potere d’acquisto complessivo della popolazione mondiale.
Ricordiamo ancora che il signoraggio sulla moneta, o primario, realizzato dalla banca di emissione, è solo una piccola frazione del signoraggio sul credito, o secondario, realizzato dalle altre banche, oltre che dalla stessa banca di emissione
Il bilancio della BCE, ovviamente, dice ciò che alla BCE par giusto dichiarare, perché chi potrà mai verificare con certezza, per esempio, quante banconote siano state realmente emesse, dato che sono stampate, pare, in Malesia e che, soprattutto, non recano una numerazione progressiva?
Inoltre, riporta solo il valore complessivo delle banconote circolanti e l’aumento di esso rispetto all’anno precedente (ossia, la nuova emissione); non vi è, in esso, alcuna menzione dell’emissione di denaro scritturale, ossia di promesse di pagamento in denaro contante.
Eppure il denaro scritturale viene emesso comunemente dalle Banche Centrali anche per finanziare il deficit dei bilanci statali. Quanto ne emette la BCE ? Mistero.
Di fronte a questo problema, partiti politici, sindacati, istituzioni (eccezion fatta per qualche magistrato) sono ignari, ignavi, inerti, ma perlopiù sono complici attivi e interessati. I parlamentari sono coperti di soldi e privilegi affinchè siano presi dalla priorità di mantenerli facendosi rieleggere, anziché tutelare gli interessi collettivi, e così fanno. Coi magistrati si vorrebbe fare altrettanto.
Eppure, l’aver tolto la sovranità monetaria dal popolo italiano, dallo Stato, per trasferirla a un soggetto privato (perlomeno nella gestione e in parte essenziale della proprietà) come la Banca d’Italia o la Banca Centrale Europea, è manifestamente contrario all’art. 1°, 2° Comma, della Costituzione italiana, che afferma che la sovranità appartiene al popolo. Quindi essa non può essere ceduta a terzi, siano questi nazionali o stranieri o sovranazionali. La sua cessione è nulla e inefficace. Se un popolo è sovrano, la sua sovranità non può esser ceduta ad altri soggetti. Tanto più se di proprietà privata o gestiti da privati.
Il problema del signoraggio primario, quello di emissione del contante, è molto importante, tuttavia il signoraggio secondario, quello di emissione delle scritture bancarie, è molto più rilevante (almeno nove volte tanto).
Sappiamo infatti che il sistema di riserva frazionaria sarebbe quello che permette alla banca di credito di prestare denaro per un importo multiplo (fino a cinquanta volte) il valore del denaro che essa ha effettivamente nei suoi forzieri. La banca non ha limiti interni alla creazione di denaro virtuale.
Orbene, il 90% circa del “denaro” circolante, usato per le transazioni, è credito, denaro virtuale, non banconote, ma assegni, bonifici, giri conto, accrediti, prestiti, sconti. Ossia si tratta di promesse di denaro, che le banche di credito creano dal nulla prestandolo a clienti o accreditandole a creditori. Ma, in realtà, non è denaro vero (il denaro vero è solo quello creato dall’istituto di emissione o dallo Stato), bensì credito, promessa di pagamento – promessa di pagare in denaro vero a richiesta, che si comporta come denaro in quanto dal mercato viene come denaro accettata. Un assegno circolare di € 1.000 è la promessa della banca che lo ha emesso di dare al suo portatore banconote per € 1.000 in cambio dell’assegno. Non è denaro vero anche perché a esso non corrisponde denaro vero, se non per una frazione. È denaro simulato. Simulato e creduto.
La banca di credito, quindi, presta, anzi promette, denaro che non esiste, che non esiste in assoluto. Ne promette centinaia di volte di più di quanto ne ha.
Più precisamente, nel 1988 il sistema bancario intenazionale, con gli accordi detti “Basilea I”, ha prescritto alle banche di coprire con capitale proprio (“Eigenkapital”) l‘8% almeno dei prestiti. Con gli accordi di “Basilea II”, già recepiti in Italia nel 2006, questa riserva è lasciata variare tra l’ 1,6 e il 12% a seconda del grado di solvibilità del cliente. Ma si tratta di una copertura in “Capitale proprio”, non in denaro contante. E il capitale proprio è costituito anche dai crediti, dai crediti che la banca registra a proprio attivo patrimoniale in misura variabile a seconda del grado di rischiosità dei (finti) prestiti.
E poiché la banca può fingere di prestare molto volte il valore del proprio patrimonio, essa lucra interessi su denaro che non presta e che non esiste nemmeno.
Se io deposito in banca € 1.000 (o se firmo una promessa di pagare alla banca € 1.000), la banca, per quei 1.000 (che essa contabilizza aggiungendoli al suo capitale proprio, base del moltiplicatore monetario) ne può “prestare” (come garanzie di pagamento) fino a 50.000.
Questo vuoi dire che se voi depositate € 100 in contante, il sistema bancario ne ricaverà, in un anno, il 50% di interessi (€50), e insieme ben il 2.000% di “capitale” (€ 2.000).
Ma gli esempi di cui sopra non tengono conto della velocità del processo di creazione di credito. Il moltiplicatore è invece, come dimostra Gianfranco Venturi (in Riserva frazionale Vs Riserva totale) molto più potente, virtualmente senza limiti: “La creazione di denaro delle banche ordinarie è invece ufficialmente soggetta a un limite basato sul cosiddetto coefficiente di riserva obbligatoria. Oggigiorno tale coefficiente di riserva si basa su alcune passività della banca, in particolare depositi e titoli [i titoli dì debito che la banca ha emesso]: un coefficiente di riserva del 2% per depositi e titoli con scadenza o rimborsabili fino a due anni; un coefficiente di riserva dello 0% per depositi e titoli con scadenza o rimborsabili oltre i due anni”.
Potenzialmente infinite volte. Ciò significa che la creazione di denaro reale non è solo di 50 volte, ma è ben superiore. E tanto maggiore è la velocità di circolazione della moneta, tanto maggiore sarà la moneta creata”.
“La creazione di moneta nel sistema monetario odierno basato su riserva frazionale, quindi, non ha sostanzialmente alcun limite, a differenza di quanto ufficialmente dichiarato.
Infatti il denaro rientrante alla banca dal prestito effettuato, risulta per la banca ordinaria un guadagno puro (addizionato oltretutto dell’interesse), proprio perché tale denaro venne creato dal nulla e non costò la privazione di alcun denaro alla banca”.
Quanto sopra comporta che, in sostanza, il sistema bancario può produrre a costo zero quantità illimitate di “denaro” dal nulla; l’ammontare della massa monetaria effettiva è incontrollabile, indefinito e, ultimamente, inconoscibile perché esso dipende da fattori arbitrari o, più esattamente, potestativi.
Riprendiamo l’analisi del sistema creditizio. Il denaro che la banca ha solo finto di prestarti ma che neanche possedeva, tu, allo scadere del prestito, lo devi restituire – devi rimborsare il capitale. Ossia, devi dare alla banca denaro vero (che tu hai acquistato lavorando, producendo o in altro modo reale e che comporta costo, fatica, rischio) per denaro che non hai mai ricevuto.
La banca di credito crea dal nulla e a costo pressoché nullo una finzione di denaro, che finge di prestare, e in cambio ottiene denaro che costa lavoro a chi lo deve “rimborsare.
Lo Stato non è affatto sovrano o democratico, non è una res publica ma è un bene strumentale di proprietà dei banchieri.
Le banche creano dunque una finzione di denaro dal nulla, per il quale ottengono denaro reale come interesse e capitale.
Lo Stato ha ceduto alle banche private non solo il potere sovrano di creare il denaro vero e di fissare il tasso di sconto e di decidere la politica monetaria del Paese, ma anche e persino il potere, ancora più radicale, di creare “denaro” creditizio dal nulla e senza limiti reali od oggettivi, ossia di arraffarsi, a spese del mercato e dei cittadini, un potere d’acquisto corrispondente alla massa di denaro creditizio così creata. UNA MASSA CHE ORAMAI, A LIVELLO GLOBALE, È PARI A OLTRE CINQUE VOLTE IL VALORE DI TUTTI I BENI ESISTENTI AL MONDO. IL CHE VUOL DIRE CHE IL DENARO È UN DEBITO SCOPERTO PER ALMENO L’80%.
Intanto, facendo il punto della situazione dall’ottica dei debitori delle banche, osserviamo come i mutui (gli sconti, le anticipazioni) bancari, in base al Codice Civile italiano (Art. 1813: “II mutuo è il contratto col quale una parte consegna all’altra una determinata quantità di danaro o di altra cosa fungibile; e l’altra si obbliga a restituire altrettante cose della stessa specie e qualità “) sono falsi mutui, anzi sono inesistenti. I “mutui” non sono mutui e non dovrebbero essere rimborsati; tantomeno su di essi è lecito pretendere interessi
II sistema del signoraggio primario e quello del signoraggio secondario generano, ciascuno, un debito infinito, INESTINGUIBILE. Ossia, essi determinano, inevitabilmente e automaticamente, una situazione tale che lo Stato, il mercato, la nazione, si ritrovano indebitati verso il sistema bancario e, inoltre, nessuno dei due debiti (quello che nasce dal signoraggio monetario e quello che nasce dal signoraggio creditizio) può essere estinto, ossia ripagato interamente.
Il credito per capitale e interesse del sistema bancario verso il sistema paese è sempre superiore alla quantità di denaro circolante, appunto perché le banche, ovviamente, quando erogano denaro “creano” solo il capitale e non gli interessi.
Quindi il debito generato dal sistema bancario e dal “prestito” a interesse è per sua natura inestinguibile, infinito. Esiste nel mondo molto meno denaro che debito.
PER LIBERARSI DAL CAPPIO SI DOVREBBE COMPRENDERE COME STANNO LE COSE, RIFIUTARE IL PRINCIPIO DELLA MONETA DEBITO E RESPINGERE LE PRETESE CREDITORIE DEL SISTEMA BANCARIO COME FRAUDOLENTE È SCHIAVISTICHE.
7. la sovranità monetaria
Il potere di prendersi unilateralmente la ricchezza del popolo è sicuramente un potere sovrano, che dovrebbe essere esercitato solo dai rappresentanti del popolo e in favore del popolo, non da Banche Centrali private in favore dei loro privati padroni.
Diventa quindi interessante andare a vedere chi sono i padroni delle Banche Centrali, che di fatto si sono presi il potere sovrano sui popoli.
Lo Stato, nel permettere questa pratica e nel prestare i suoi tribunali alla sua attuazione, si riconferma strumento e burattino della finanza privata.
8. CHI SONO I PROPRIETARI DELLE BANCHE CENTRALI ?
Dopo aver acquisito le conoscenze precedentemente esposte sulla natura del denaro e sui profitti occulti ma enormi, generati dalla sua emissione, è interessante apprendere chi sono i beneficiari di questo sistema di cose.
I SOCI (“PARTECIPANTI”) DELLA BANCA D’ITALIA NEL 2005
Ente Partecipante
Gruppo Intesa S.p.A.
UniCredito Italiano S.p.A.
Sanpaolo IMI S.p.A
Banco di Sicilia S.p.A.
Assicurazioni Generali S.p.A.
Cassa di Risparmio di Bologna S.p.A.
INPS
Capitalia. Società per Azioni
Banca Carige S.p.A. – Cassa di Risp. Genova e Imperia
Banca Nazionale del Lavoro S.p.A
Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A.
Cassa di Risparmio di Biella e Vercelli S.p.A.
Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza S.p.A.
Cassa di Risparmio di Firenze S.p.A.
Fondiaria – SAI S.p.A.
RAS – Riunione Adriatica di Sicurtà
Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo S.p.A.
Cassa di Risparmio di Lucca S.p.A.
Cassa di Risparmio di Asti S.p.A.
Cassa di Risparmio di Venezia S.p.A.
Banca delle Marche S.p.A.
INAIL
Milano Assicurazioni
Friulicassa S.p.A. – Cassa di Risparmio Regionale
Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia S.p.A.
Soci minori”
A seguito delle recenti fusioni, a fine del maggio 2007 abbiamo il seguente assetto proprietario:
Intesa-San Paolo (Crédit Agricole) 30,33%
Unicredit-Capitalia 22,10%
Generali 6,30%
Carisbo 6,20%
Inps 5,00%
Banca Carige 4,80%
Bnl (ParisBas) 2,80%
Mps 2,50%
I SOCI DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA (BCE\
- Banca Nazionale del Belgio (2,83%)
- Banca Centrale di Lussemburgo (0,17%)
- Banca Nazionale della Danimarca (1,72%) – non ha l’euro
- Banca del Portogallo (2,01%)
- Banca della Spagna (8,78%)
- Suomen Pankki (1,43%)
- Banca della Francia (16,52%)
- Banca Centrale di Svezia (2,66%)
- Banca d’Olanda (4,43%)
- Banca Nazionale della Germania (23,40%)
- Oesterreichische Nationalbank (2,30%)
- Banca della Grecia (2,16%)
- Banca centrale d’Irlanda (1,03%)
- Banca d’Inghilterra (15,98%) – non ha l’euro
- Banca d’Italia (14,57%)
Essendo la BCE costituita dalle varie banche nazionali ed essendo queste private, ne consegue che ANCHE LA BCE È UNA BANCA PRIVATA.
Non diversa è la situazione negli Stati Uniti d’America.
I SOCI DELLA FEDERAL RESERVE U.S.A. (FILIALE DI NEW YORK CITY CHE CONTROLLA LE ALTRE)
- Rothschild Bank di Londra
- Kuhn Loeb Bank di New York
- Warburg Bank di Amburgo
- Israel Moses Seif Banks d’Italia
- Rothschild Bank di Berlino
- Goldman-Sachs di New York
- Lehman Brothers di New York
- Warburg Bank di Amsterdam
- Lazard Brothers di Parigi
- Chase Manhattan Bank di New York
9. DOVE VANNO A FINIRE I GUADAGNI DEL SIGNORAGGIO ?
I proprietari delle banche devono estrarre questo loro guadagno dai conti delle banche medesime senza che l’operazione sia visibile, al fine di intascarselo.
Questa operazione non è difficile, dato che, appunto, il signoraggio non è contabilizzato o è contabilizzato, falsamente, come debito.
Lo strumento specifico di tale operazione è stato indicato in un sistema di clearing, ossia di compensazione finanziaria interbancaria, denominato Euroclear-Clearstream Swift, il c.d. “Triangolo delle Bermude” del riciclaggio internazionale.
Nelle summenzionate aziende di clearing, secondo alcuni ricercatori molte banche centrali aprono conti neri su cui riciclano i proventi investendo in azioni, creando titoli etc.
Clearstream fornisce loro opacità e sicurezza.
Clearstream è incaricata di trasportare elettronicamente titoli e valori per i suoi clienti (in genere banche), di fargli passare le frontiere degli Stati e di assicurarne la conservazione (nel senso che fisicamente detiene i titoli, mentre i passaggi sono solo elettronici). In italiano il termine ‘clearing’ si traduce con ‘compensazione’. Clearstream è una camera di compensazione internazionale. Clearstream scambia, consegna e conserva titoli e valori. Il trasporto è in definitiva fittizio o meglio elettronico.
Clearstream è in qualche modo una “banca delle banche”.
Una di queste camere di compensazione ha la sua sede a Bruxelles e si chiama Euroclear. L’altra, Clearstream, ha eletto domicilio in Lussemburgo.
Nel suo precedente esercizio, Clearstream, che tra l’altro si vanta di essere sicura e precisa nelle sue attività, ha riconosciuto un errore di 1,7 miliardi di miliardi di Euro nel totale dei titoli conservati nei suoi conti. È l’equivalente dell’ammontare totale del debito estero pubblico dei Terzo Mondo!
E se magistrati coscienziosi avessero accesso alle sue banche dati, potrebbero far emergere le trame della corruzione politica di tutto il mondo.
10. CHE COS’È IL DEBITO PUBBLICO? E IL DEFICIT DI BILANCIO?
Se gli incassi non coprono tutte le spese, si ha un disavanzo o deficit di bilancio che viene coperto dallo Stato contraendo un debito verso la Banca Centrale Europea (prima verso la Banca d’Italia).
Per pagare capitale e interessi su questi titoli, lo Stato dovrà imporre ulteriori tasse o contrarre nuovi debiti o vendere beni pubblici.
Dagli anni ’80 fa cassa anche vendendo, o svendendo, beni e imprese pubbliche soprattutto a chi le compra senza sborsare il becco di un quattrino ma facendo intervenire le banche alle quali rifonda in debito con l’escussione di tariffe telefoniche o pedaggi autostradali, tanto per non fare esempi concreti
Così siamo arrivati ad accumulare un debito pubblico di oltre il 105% del prodotto interno lordo e a pagare una tale somma in interessi passivi e rimborsi capitali, che non rimangono più soldi per le politiche di sviluppo, per gli investimenti, per la riduzione della pressione fiscale e per gli stessi servizi sociali e pensioni.
Il lato fraudolento, ai danni della nazione, della scelta di introdurre il P.I.L come misura del prodotto nazionale, anziché il P.I.N. (prodotto interno netto), è riconosciuto dalla letteratura specialistica.
La Banca Centrale non da’ alcunché allo Stato in cambio dei titoli del debito pubblico. Da’ solo pezzi di carta stampata e impulsi elettronici di accredito, senza valore intrinseco, senza copertura aurea, senza convertibilità, a costo zero. Lo Stato, come emette i BOT e li scambia con denaro, POTREBBE BENISSIMO EMETTERE IN PROPRIO IL DENARO STESSO.
Lo hanno fatto gli USA col Presidente Abraham Lincoln, emettendo i c.d. Greenbacks, e poi col Presidente John F. Kennedy. Ricordate che cosa hanno in comune questi due famosissimi presidenti ? Entrambi furono assassinati.
Il Dott. Arrigo Molinari, ex Questore di Genova, fu assassinato alla vigilia di un’udienza contro la Banca d’Italia, da Lui stesso citata in giudizio per la truffa del signoraggio (aveva l’udienza il 5 ottobre 2005, ma venne ucciso a coltellate il 27 settembre!!!, una settimana prima).
La politica italiana della seconda metà del novecento non è stata altro che una gigantesca operazione, per decenni condotta nell’interesse di finanzieri privati e contro l’interesse degli elettori dalle maggioranze e dai governi che si sono succeduti, quale che fosse il loro colore politico dichiarato.
I proprietari del sistema bancario sono anche i proprietari dello Stato. Lo Stato è un loro strumento aziendale ed è usato per arricchirli e consolidare il loro potere sui popoli.
È il momento di rivolgerci in massa ai magistrati e chiedere loro un atto dovuto di legalità e di indipendenza.
Lo Stato deve emettere il denaro in proprio, non devolvere a un altro e diverso soggetto giuridico (Banca Centrale, Istituto di Emissione) questa funzione, per poi farsi accreditare il denaro emesso. Se lo emette in proprio, ne è proprietario originale (non creditore), senza che nulla sia dovuto ad alcuno.
L’art. 2041 del Codice Civile stabilisce che “chi, senza una giusta causa, si è arricchito ai danni di un’altra persona, è tenuto, nei limiti dell’arricchimento, a indennizzare quest’ultima della relativa diminuzione patrimoniale”.
Ma lo Stato che emette in proprio la propria moneta non genera questo tipo di rapporto, anzi non genera alcun rapporto, alcuna pendenza, perché per il denaro che emette niente deve e niente gli è dovuto. Lo Stato lo crea dal nulla in forza della sua stessa sovranità e diventa suo proprietario a titolo originario. Quando poi lo usa per pagare propri debiti, come gli stipendi, non è che lo accrediti ai propri dipendenti, bensì lo trasferisce a essi in proprietà, da a ciascuno di loro la somma che gli spetta in proprietà, estinguendo il proprio debito verso di essi. Questo sarebbe appunto l’esercizio della sovranità monetaria da parte della Repubblica
Il debito pubblico e le imposte non esisterebbero se lo Stato non donasse ai banchieri privati il reddito da signoraggio.
Pertanto lo Stato, e per esso il Governo, è finito per diventare esattore per conto del sistema bancario,
monetario e finanziario.
La creazione di denaro è quindi qualcosa che lo Stato o un altro ente pubblico può fare perfettamente. La implicita convinzione contraria, secondo cui solo le banche, e soprattutto le Banche Centrali, potrebbero creare denaro, è stata impiantata e sostenuta per secoli, ribadita nei testi e nelle scuole di economia, gabellata alla gente dai mass media, senza mai consentire l’affiorare e il divulgarsi delle opinioni critiche su questo punto e degli esempi che smentiscono la dottrina ufficiale.
11. Frasi celebri
I Rothschild Brothers di Londra scrissero ai loro soci di New York nel 1863: “I pochi che capiscono il sistema saranno o tanto interessati nei suoi profitti o tanto dipendenti dai suoi favori che non ci sarà opposizione da quella classe; mentre dall’altro lato il grosso della popolazione, mentalmente incapace di comprendere il tremendo vantaggio che il capitale trae dal sistema, ne porterà l’onere senza dolersi e forse senza nemmeno sospettare che il sistema è contrario al suo interesse”.
E Reginald McKenna, Chairman della Midland Bank, nel 1924 diceva ai suoi azionisti che l’opinione pubblica non gradirebbe sapere che le banche creano denaro dal nulla e che chi controlla il credito di una nazione ne controlla le scelte politiche.
Lo schiavismo, nella sua accezione originaria, è superato; ma esso permane come incatenamento dei cittadini al debito del sistema bancario e dei contribuenti a un enorme debito pubblico, incostituzionalmente creato da un’oligarchia dominante a proprio beneficio attraverso il suo controllo dell’apparato statale. Gradualmente ci si ritrova a vivere per pagare un debito inestinguibile a un’oligarchia bancaria istituzionalizzata nella BCE e nascosta dietro mistificazioni pseudoeuropeistiche e pseudodemocratiche.
Ed eccoci diventati Euroschiavi!
Mai la storia ha visto una tale percentuale di persone costrette a lavorare tanto, invero per la maggior parte del tempo, per l’interesse di altri – per pagare interessi e rimborso di debiti privati e pubblici. E questa è schiavitù – una schiavitù il cui meccanismo è ignoto agli schiavi, così che questi non pensano o non sanno come ribellarsi né dove fuggire.
L’uomo contemporaneo non si sente più peccatore, ma debitore.
Lo Stato, rappresentando il popolo (sulla carte costituzionale), è titolare della sovranità e dovrebbe, quindi esercitarla. Tra i poteri sovrani esiste anche quello di emettere e immettere moneta nel mercato. Perciò lo Stato può e deve, nel collettivo interesse, coprire il proprio disavanzo emettendo moneta in proprio/senza indebitarsi. Ossia, nell’interesse collettivo, può estinguere il deficit a costo zero.
L’assurdo è che lo Stato paga (indebitando se stesso; quindi tutti i cittadini) alla Banca Centrale di Emissione questa cartamoneta non al costo di produzione tipografica (circa 3 centesimi = 0,03 euro per una banconota da 100 Euro) più un ragionevole utile, ma il valore pari al numero che la Banca stampa su di essa (ossia, paga 100 Euro la banconota di 100 Euro) + gli interessi derivanti dal tasso di sconto (circa 2,5%). Riassumendo, lo stato esborsa, tramite titoli di stato, 102,50 euro per avere una banconota da 100,00 euro, invece di pagarla pochi centesimi di euro come sarebbe corretto ed opportuno fare. Ciò determina il galoppante debito pubblico.
12. Creazione di denaro creditizio dal nulla.
Il processo reale di creazione creditizia è descritto da Werner:
«Se la banca A riceve un nuovo deposito di 100, Io registra come liability sotto “DARE”; indi, anziché usarlo come riserva per emettere 99 di credito, userà i 100 come riserva presso la banca centrale, contabilizzandolo come asset. In tal modo i 100 divengono la riserva in base a cui la banca può emettere, direttamente e immediatamente, 9.900; Nel momento in cui concede il “prestito”, la banca simultaneamente accresce ì propri assets di 9.900 (infatti l’ammontare del prestito è un asset per la banca) e i propri depositi pure dì 9.900».
Peraltro, il sistema bancario privato non è, nella realtà, limitato da alcuna riserva legale, grazie al fatto che esso è in grado di creare illimitatamente il mezzo di pagamento universalmente adottato, ossia… i suoi stessi click.
“II prestato non preesiste al prestare: la banca lo crea prestando” ??
Ciò non è esatto. Il prestato preesiste al prestare. Soltanto che preesiste non nel patrimonio della banca, ma in quello dei cittadini, delle imprese, degli enti pubblici e privati. E consiste nel loro potere d’acquisto, che la banca in parte e progressivamente sottrae loro col creare credito, per prestarlo a interesse. La società crea la ricchezza reale, e il sistema bancario la “munge”, per prestarle il latte a interesse.
Inoltre, sfruttano il lavoro altrui senza nulla dare in cambio. Il lavoro, anziché fondare la Repubblica, è asservito all’usura.
Per stretta conseguenza giuridica, sono incostituzionali, e come tali vanno impugnate e portate davanti alla Corte Costituzionale, tutte le norme che consentono questa attività creditizia delle banche.
L’autorità monetaria è, oramai, indipendente dallo Stato, ma dipendentissima, anzi diretta quando non addirittura posseduta dalle banche commerciali, le quali così controllano il monopolio della produzione di moneta legale.
E chi ha “prodotto” le regole di Basilea I, Basilea II e la recente Basilea III?
Il Parlamento Europeo ?
Il Consiglio dei Ministri della UE ?
Un trattato comunitario?
La BCE?
No: sono regole emanate dalla Bank for International Settlements (BIS): una banca non solo privata e fuori da ogni controllo democratico e giudiziario, ma addirittura con la sede fuori dall’Unione Europea, in Svizzera, a Basilea, appunto.
13. Mutui fantasma e giudici nella nebbia
I contratti di mutuo, quasi tutti sono nulli, anzi inesistenti, a termini di legge, e precisamente del Codice Civile, articoli 1813 e seguenti. Vediamo in dettaglio. Il contratto di mutuo è disciplinato dall’art. 1813 ss. CC
Art. 1813: “II mutuo è il contratto col quale una parte consegna all’altra una determinata quantità di denaro o di altre cose fungibili, e l’altra si obbliga a restituite altrettante cose della stessa spècie e qualità [1782]”; art. 1814: “Le cose date a mutuo passano in proprietà del mutuatario [1782]”.
E’ necessario che avvenga una consegna di denaro e che questo denaro passi di proprietà al mutuatario (artt. 1813 e 1814
L’accredito, ossia la messa a disposizione sul “conto corrente mutui”, non è una consegna di denaro né trasferisce la proprietà del denaro quindi non attua la condizione della consegna (art. 1813) né quella del passaggio di proprietà (1814). Affinchè il mutuo venga in essere, occorrerebbe che la banca consegnasse il denaro contante. Un accredito, infatti, non è denaro.
Questo è il vero business delle banche: creare pseudo-danaroelettronico a costo zero e “prestarlo” contro interesse. In sostanza, il business della banca è creare “accrediti” che i cittadini (i clienti, gli imprenditori, i giudici), condizionati dai loro automatismi mentali, scambiano per danaro e su essi trovano logico (erroneamente e finché non riflettono) pagare interessi, non vedendo che essi non sono denaro reale che la banca già abbia di proprio, ma fittizia creazione che la banca lì per lì fa dal nulla, con l’indebitarli, proprio grazie alla loro richiesta di credito.
Le Banche quindi, con una prassi a lungo accettata ma che non trova alcuna legittima base giuridica, hanno elevato i loro usi contrattuali (!) a rango di usi normativi.
Accettiamo certe convenzioni perché gli altri li accettano, perché abbiamo sempre visto gli altri accettarli: li accettiamo per conformità, per gregarietà, per abitudine.
Il perverso meccanismo dell’indebitamento pubblico a favore dei banchieri privati funziona come segue: una banconota da 100 Euro costa alla BCE 3 centesimi di Euro e allo Stato 102,5 euro. 100 Euro è il valore nominale della banconota che lo Stato deve restituire alla BCE e 2,5 Euro è il c.d.. “Tasso di sconto” o TUS che la BCE vuole per effettuare la cessione di denaro allo Stato.
Sull’erogato ipotetico del 2004 (ovvero 140 miliardi di Euro) la BCE vuole di interesse il 2,5%, ovvero 3,5 miliardi; i quali, rispetto ai 100 milioni di spese, sono 35 volte tanto. Sommiamo tutti i conti richiesti da Banca d’Italia per gli anni precedenti, e arriviamo rapidamente al debito pubblicò attuale, ovvero 1.460 miliardi di Euro. Pagabili a rate. Con i soldi che saranno messi a disposizione dalla BCE, contro nuove emissione di titoli di Stato gravati di interesse. Ma questo non genera un circolo vizioso? Certo! È lì che sta il trucco: indebitati in eterno, senza via d’uscita.
Uscire dal Trattato di Maastricht è, a ben vedere, indispensabile per esercitare una qualche libertà di scelta politica nella gestione del paese.
Uscire dall’Euro e recuperare la sovranità monetaria togliendola ai suoi illegittimi detentori, la BCE e la Banca d’Italia, recuperando le vaste risorse monetarie del signoraggio e bloccando il take-over delle industrie nazionali da parte di competitori esteri.
Lo Stato è come un tendone di circo equestre sostenuto da un’impalcatura metallica esterna. Chi è dentro il circo, la gente, non vede l’impalcatura e crede che il telone si regga da sé.
La vera liberazione può venire solo dall’elevazione della coscienza generale della popolazione, e dalla presa di consapevolezza che questo sistema è per tutti, e non solo per alcuni, insostenibile ed estremamente distruttivo. La correzione, il rimedio, conseguirà spontaneamente a questo salto coscienziale.
14. Ipotesi di reato
Attentato all’indipendenza dello Stato (art. 241 CP).
Chiunque commette un fatto diretto a sottoporre il territorio dello Stato o una parte di esso alla sovranità di uno Stato straniero, ovvero a menomare l’indipendenza dello Stato, è punito con l’ergastolo.
Questo reato potrebbe essere stato commesso da quei governanti che illegittimamente hanno donato la sovranità monetaria prima alla Banca d’Italia e poi alla BCE, sottoponendo così la Repubblica al potere indipendente e sovrano di organismi privati e, il secondo, esterno alla Repubblica stessa.
Attentato contro la costituzione dello Stato (art. 283 CP).
Chiunque commette un fatto diretto a mutare la costituzione dello Stato o la forma del Governo con mezzi non consentiti dall’ordinamento costituzionale dello Stato è punito con la reclusione non inferiore a dodici anni.
Questo reato potrebbe essere stato commesso da quei governanti che illegittimamente hanno concorso a istituire il sistema di dominio della finanza privata sullo Stato.
Peculato (art. 314).
Il pubblico ufficiale [357] o l’incaricato di un pubblico servizio [358], che, avendo per ragione del suo ufficio o servizio il possesso o comunque la disponibilità di denaro o di altra cosa mobile altrui, se ne appropria, è punito con la reclusione da tre a dieci anni.
Associazione di tipo mafioso(art. 416 bis):
L’associazione è di tipo mafioso quando coloro che ne fanno parte [628 comma 3 n. 3] si avvalgono [629-bis] della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva per commettere delitti, per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o comunque il controllo di attività economiche.
Inoltre, il debito pubblico è illegittimo e incostituzionale, fraudolento, nascendo dall’uso di questo potere monetario da parte di soggetti privati (la Banca d’Italia è in realtà una spa a capitale privato e autocratica).
Lo Stato viene usato, attraverso ministri e funzionari inconsapevoli o collusi o ricattati, da banchieri privati per arricchirsi a spese del popolo
15. Soluzione DEL PROBLEMA.
- 1. Lo Stato avrà e gestirà una propria zecca e tipografia, entrambe statali.
- La banca centrale va privata di ogni funzione monetaria e nazionalizzata mediante confisca di tutte le sue azioni dalle mani degli attuali azionisti, indi liquidata.
- II signoraggio secondario viene riservato allo Stato in via esclusiva.
16. Utopia o realtà.
Come detto in precedenza, per valutare serenamente e seriamente la proposta che segue, dovreste annullare, almeno per un istante, tutti i retaggi finanziari del passato e fare tabula rasa delle Vs conoscenze in ambito monetario.
Ad esempio: le banche devono il loro utile alla differenza tra i tassi di credito molto bassi e quelli di debito molto alti (ma neanche per sogno, quello non rappresenta che le briciole in confronto al banchetto nuziale della creazione di denaro scritturale del nulla).
A Roma c’è una sede della Banca d’Italia dove si stampa la cartamoneta che si immette in circolazione (ma neanche per sogno !).
La quantità di denaro che viene immessa in circolazione è quella corretta affinchè non si crei inflazione o deflazione (ma chi Ve lo ha detto ??).
Proposta:
- I cittadini pagano tasse (Irpef + varie) in percentuale variabile tra il 5 ed il 20 %.
- Abolizione del debito pubblico, poiché creato con la truffa e l’inganno, ai danni del cittadini, dalle banche private, con la collaborazione di politici e media,
- Abolizione dell’IVA (principale incentivo all’evasione fiscale)
- Nazionalizzazione della Banca d’Italia con quote azionarie suddivise equamente tra tutta la popolazione.
- Istituzione di una banca commerciale statale.
- Lo stato emette in proprio ed immette in circolazione la quantità di denaro (cartamoneta) necessaria per la spesa pubblica annuale e per il mantenimento della costanza dei prezzi.
Category: Costume e società