IL BOSCO DI PORTOSELVAGGIO ATTACCATO DALLA PROCESSIONARIA, SERVONO INTERVENTI URGENTI

| 13 Marzo 2025 | 0 Comments

di Graziano De Tuglie _________

Portoselvaggio, attaccato dalla processionaria in modo virulento, rischia danni irreversibili; mai come quest’anno i pini del bosco di Portoselvaggio evidenziano, anche a semplici cittadini e turisti, un’infestazione del parassita che renderà, a breve, impossibile anche una semplice passeggiata.

Il bosco, impiantato nei primissimi anni Cinquanta dello scorso secolo, è costituito quasi totalmente da pini di Aleppo necessari a creare l’humus indispensabile per un successivo sviluppo boschivo con essenze come querce e roverelle; piante pioniere è il ruolo delle essenze attualmente presenti in quel tratto costiero di Nardò.

La ragione dell’intervento univa la lotta alla disoccupazione, particolarmente presente nell’immediato Dopoguerra, grazie ai cantieri di lavoro aperti per la piantumazione delle essenze arboree, con la necessità di rendere fruibile oltre 1500 ettari di terreni pietrosi, aridi e privi di ogni forma di vita vegetale.

Dal nucleo originario di circa 102 ettari l’opera di forestazione arrivò ad interessare 250 ettari che nel 1980 formarono la prima parte del Parco Regionale “attrezzato” di Portoselvaggio (legge regionale 21 del 1980) successivamente esteso fino a raggiungere le attuali dimensioni.


La regione Puglia, seguendo una linea di pensiero costante nei primi anni Duemila, ne ha affidato la gestione al Comune di Nardò (anche altri parchi regionali sono stati affidati agli enti locali nel cui territorio ricadono) senza fornire adeguate risorse per una gestione efficace dell’insediamento; il frazionamento esasperato delle gestioni delle aree protette ha avuto la conseguenza di diminuire la massa critica di pressione verso l’Ente Regione per ottenere le necessarie maggiori risorse, finanziare ed umane.

Peraltro il bosco di Portoselvaggio risulta essere area demaniale e quindi l’area è sotto la competenza dell’ARIF (Azienda Regionale Attività Irrigue e Forestali) della regione Puglia creando una Sovrapposizione di centri decisionali che complica, non di poco, il governo dell’area.

Le decisioni del gestore del Parco, Comune di Nardò, non hanno immediato riscontro operativo nel personale dell’ARIF che opera a Portoselvaggio anzi rimangono solo dichiarazioni d’intenti rimanendo in capo alla catena gerarchica dell’Arif ogni decisione operativa. Questa situazione è la causa prima della incapacità a terminare il progetto di rimboschimento che prevedeva, nelle grandi linee su ampio arco temporale della vita media dei pini, la sostituzione delle piante pioniere con le essenze definitive, le querce del bosco.


I pini sono, pericolosamente, vicini alla fine del loro ciclo vitale e Portoselvaggio corre il rischio di collassare improvvisamente senza la copertura boschiva che ha reso speciale i sette chilometri di costa su cui si sviluppa ma i tempi del disastro potrebbero presentarsi più velocemente di quanto si possa temere per l’infestazione, particolarmente virulenta quest’anno, della processionaria.

La gravità della situazione necessiterebbe di una seria e mirata profilassi che gli apparati del gestore, Comune di Nardò, sollecitano ma che i responsabili ARIF eseguono senza la solerzia che la gravità del caso necessiterebbe.


La processionaria del pino è un lepidottero appartenente alla famiglia Notodontidae, diffuso in Eurasia e Nordafrica. E’ un insetto altamente distruttivo per le pinete poiché le priva di parte del fogliame, compromettendone così il ciclo vitale che, a Portoselvaggio, è agli sgoccioli; su questo tratto del territorio neritino il parassita è apparso più volte negli ultimi decenni, ma mai in modo così massiccio come in quest’inizio della primavera.

Può succedere che ad influenzare l’aumento della diffusione di questa infezione abbia influito l’abrogazione della obbligatorietà della lotta alla processionaria stabilita dal Decreto Ministeriale, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 3 del 5 gennaio 2022: esso ha disposto l’abrogazione di alcuni provvedimenti di Lotta obbligatoria e Misure di emergenza nazionali fra cui anche il D.M. 30 ottobre 2007 riguardante la Processionaria del pino (Thaumetopoea pityocampa – Den. et Schiff).

A seguito di questa abrogazione la lotta alla processionaria del pino nel territorio nazionale è obbligatoria solo dove c’è un’ordinanza comunale o dove lo prevede il regolamento locale del verde che prescriva la gestione di questa avversità. I Comuni possono quindi emanare specifiche ordinanze atte a limitare la diffusione dell’insetto e a contenere i possibili danni per la salute di persone e animali.

Il provvedimento è rivolto ai proprietari di aree verdi e boschive e agli amministratori di condominio che abbiano in gestione aree verdi private sul territorio comunale.
Ma se è il Comune di Nardò a dover emanare le disposizioni necessarie spetta all’effettiva gestione del bosco, spetta all’ARIF l’adozione delle misure necessarie a respingere l’infestazione parassitaria, che potrebbe essere mortale per il patrimonio arboreo esistente e potrebbe rappresentare un rischio notevole per cittadini ed escursionisti nonché per gli animali domestici.

Non bisogna perdere tempo e attivare subito incisive operazioni di profilassi per ridurre l’azione delle voraci larve di processionaria che stanno per entrare, con l’avvento della primavera e dei mesi più caldi, nella loro fase di maggiore attività.
Non possono essere le lungaggini burocratiche dell’Ente forestale della Regione Puglia e la farraginosità della sua struttura a trascurare il pericolo di veder collassare l’intero bosco di Portoselvaggio in poco tempo.

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Category: Costume e società, Cronaca

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