APPROVATA LA RISOLUZIONE: PIU’ VICINO IL RITORNO DELLA PUBBLICITA’ DELLE SCOMMESSE NEGLI STATI
In una significativa inversione di tendenza, la Commissione Cultura e Istruzione del Senato ha approvato una risoluzione che impegna il governo a riformare le regole del calcio italiano, modificando il divieto vigente di pubblicità di scommesse sportive nel calcio. Questa misura fa parte della riforma promossa dal governo di Giorgia Meloni con l’obiettivo di alleviare le perdite finanziarie del calcio italiano degli ultimi anni.
Il divieto di pubblicità dei siti di scommesse e casinò online fu introdotto nel 2018 dal primo governo Conte dal cosiddetto “Decreto Dignità”. Ad oggi in Italia è infatti vietato pubblicizzare siti scommesse e bonus benvenuto in televisione e sui giornali, ma neanche indirettamente sulle maglie delle squadre di calcio né su cartelloni pubblicitari agli stadi.
L’impatto sul Calcio Italiano: Maggiori entrate per i Club
La decisione arrivata dopo mesi di discussioni è una risposta agli anni di pressione da parte dei club calcistici italiani e della FIGC, che stimano perdite annuali di circa 100 milioni di euro a causa del divieto.
Una riforma al Decreto Dignità permetterebbe al Governo di destinare l’1% dei ricavi degli sponsor alla ristrutturazione degli stadi esistenti e alla costruzione di nuovi, investire nel calcio giovanile e femminile e finanziare iniziative per il gioco responsabile.
Oltre a questi interventi, nella risoluzione si possono trovare anche diversi inviti al governo per intervenire su questioni specifiche come sgravi fiscali per gli investimenti in strutture sportive e riforme delle regole sulla commercializzazione dei diritti audiovisivi.
Le critiche: un “passo indietro vergognoso”?
L’approvazione della risoluzione in commissione è stata aspramente criticata sia dal Movimento 5 stelle e il Partito Democratico che hanno votato contro il provvedimento, ritenendolo dannoso per la salute dei cittadini.
Secondo il centrosinistra, la risoluzione sarebbe una “proposta scandalosa” che potrebbe impattare negativamente i tentativi di contrasto al fenomeno della ludopatia, ovvero i disturbi legati al gioco d’azzardo.strutture sportive e riforme delle regole sulla commercializzazione dei diritti audiovisivi.
Il gioco è un fenomeno cresciuto esponenzialmente in Italia negli ultimi anni: si stima infatti che solo nel 2025 saranno spesi 150-180 miliardi di euro, con un sempre maggiore coinvolgimento dei giovanissimi.
La difesa del governo del “Diritto alla scommessa”
Nonostante le critiche, il ministro dello sport Andrea Abodi ha difeso la misura invocando al “diritto alla scommessa” – ovvero al diritto personale di ciascuno di puntare il proprio denaro su un risultato sportivo – durante un intervento alla conferenza stampa sulla “riforma del Calcio” in Senato.
Secondo il ministro meloniano, il ripristino della pubblicità delle scommesse sportive permetterebbe di tracciare meglio il gioco nel BelPaese e favorire gli operatori legali, rendendo più chiara la differenza tra bookmakers legali e illegali ai consumatori.
L’altra speranza è di garantire anche una maggiore possibilità di comunicare ai giocatori messaggi di responsabilità e contrasto alla ludopatia.
Con l’approvazione parlamentare praticamente assicurata, l’Italia è pronta a reintrodurre la pubblicità delle scommesse calcistiche, riaprendo un dibattito sull’equilibrio tra il finanziamento dello sport e la lotta alla dipendenza dal gioco d’azzardo.
L’atto approvato in commissione il 5 marzo, il primo passo per reintrodurre le sponsorizzazioni del betting nel calcio, è uno dei punti chiave della risoluzione sulla “riforma del calcio italiano”, la base d’indirizzo politico (proposta dal meloniano Paolo Marcheschi) che servirà al governo da base per modificare le regole del calcio professionistico.
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