NOVITA’ EDITORIALI / LA BIOGRAFIA DI NICOLA ALLEGRETTI SCRITTA DALLA SUA COMPAGNA ILEANA MONTINI

| 24 Febbraio 2025 | 0 Comments

di Raffaele Polo ___________

È un’accattivante e coinvolgente autobiografia a due voci, questo ‘Nicola Negretti e la sua compagna’ di Ileana Montini (Graphofeel, 400 pagine, 21 euro).

Ed è proprio l’autrice che ricorda così l’incipit della storia: «Quando lo conobbi era un “uomo di chiesa” in crisi profonda; lavorava come ausiliario  (più o meno un inserviente) presso una RSA bresciana. Insomma era un prete operaio. Io ero già un’ agnostica, ero molto critica nei riguardi della Chiesa, ma avevo mantenuto interesse per le religioni e vi dedicavo spesso articoli sia nel  il Manifesto, sia nei  periodici sui quali scrivevo. Ci trovammo subito in sintonia.

Nicola è morto   il 16 febbraio del 2024 a Ravenna,in ospedale. Due anni prima aveva inviato alla mia email il file con la sua storia scritta nel 2013, ma l’ho letta soltanto due mesi dopo la sua scomparsa. La sua sofferenza, la sua mancanza, la mia abitudine a scrivere mi hanno spinto a mettere insieme la sua memoria autobiografica con, in parallelo, ma  in modo discreto, i miei commenti e frammenti di vita.»

Dal canto suo, Nicola così scrive: «Fu nell’agosto del 1977, alla Cittadella di Assisi, in occasione dell’annuale convegno di studi cristiani presso il quale ero stato invitato a tenere una relazione. (…) C’erano con me diversi amici delle comunità di base e alcuni preti operai. All’ora di cena, mentre mi trovavo in mezzo a loro, si avvicinò a me una donna, che si presentò come giornalista del “Manifesto” ed espresse l’intenzione di volermi parlare. Era Ileana.(…)

Ci eravamo scambiati gli indirizzi e lei mi scrisse quasi subito dopo, svelandomi i suoi sentimenti. Era davvero interessata a me, come maschio. La cosa non mi meravigliò del tutto, ma mi colpì profondamente. Non sapevo bene che cosa volesse dire intraprendere un dialogo con una donna.»

Non accetto deleghe né ad essere santo né ad essere eroe. Così amava dire Nicola Negretti, intellettuale, prete operaio, psicoanalista, attivissimo ovunque si recasse, da Brescia, a Roma, alla Germania dei emigranti italiani. Questa è la sua storia, una un’autobiografia integrata dagli interventi della sua compagna, conosciuta in età adulta, la prima donna, come scrive lui stesso, con cui ha capito di poter instaurare un dialogo uomo donna.

Accanto a lui una miriade di altre persone, uomini e donne semplici , alti prelati, intellettuali main stream e persaggi scomodi, la Democrazia Cristina e il Vaticano, gli psiconalisti di successo e gli operai pagati due soldi.

Sorprendente viaggio nell’interiorità di una persona, e assieme spaccato della storia italiana,  la biografia di Nicola Negretti resta nel cuore.

Come afferma, nella Prefazione, Paolo Corsini:

« (…) non tanto una autobiografia nel senso tradizionale del termine e neppure una egostoria, così come viene definita nell’ambito di un preciso canone storiografico, quanto piuttosto un esame di coscienza condotto attraverso un’avvincente investigazione che si traduce in racconto, in narrazione volta a rievocare il vissuto di cui l’autore è stato protagonista. Ne esce un quadro di grande interesse, anche perché esso è proiettato sullo sfondo più ampio costituito da storie collettive che rimandano a pratiche, costumi, mentalità, modi di vita propri di settori di una generazione che ha attraversato – dunque uno spaccato di storia italiana – le trasformazioni intervenute nel secondo dopoguerra, soprattutto a partire dalle istanze maturate verso la fine degli anni Sessanta, allorché, nel quadro di una democrazia sempre più esigente, la stessa soggettività viene direttamente chiamata in causa, coinvolta e investita com’è dalla maturazione di nuove consapevolezze, attese e bisogni (…)

Prima padre filippino della Pace, in un secondo tempo prete operaio impegnato in molteplici lavori manuali e servizi di cura, pur senza mai abbandonare l’applicazione allo studio e alla riflessione, infine psicoterapeuta nell’esercizio di un’attività clinica personale e presso il consultorio fondato nel 1973 da Malvina Zambolo in contrada San Giovanni, nel cuore del centro storico di Brescia. Riferimenti preziosi per la comprensione della sua identità restano comunque, a seconda delle tre fasi, da un lato la fede religiosa, dall’altro “la saggezza psicoanalitica”, seppure essi non esauriscano il quadro di una vita in cui vengono messi in atto molteplici cambiamenti al punto da farlo apparire – sono parole sue – “un’ombra vagante”. »

Category: Cultura, Libri

About the Author ()

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Connect with Facebook

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.