NOVITA’ EDITORIALI / ANNA LENA POLO VOLEVA SCRIVERE UN POST SU FACEBOOK… MA POI SI E’ DILUNGATA
di Raffaele Polo ________
“VOLEVO SCRIVERE UN POST, POI MI SONO DILUNGATA è il racconto di mesi difficili e imprevedibili. L’arrivo fulmineo della diagnosi di malattia oncologica mi ha permesso di rifugiarmi nella scrittura. Accucciata e con le braccia intorno alle ginocchia ho aspettato il ritorno del cielo sereno, ma nel frattempo ho potuto dire a Claudia che l’amicizia esiste. Le sfumature di questo rapporto affascinante e complesso sono dentro ciascuno di noi e nelle persone che entrano nella nostra vita, e Claudia non l’ha lasciata mai da sola, le ha telefonato ogni giorno, ha sofferto per lei e pregato per lei. Claudia sono tutte le persone che le sono state accanto, ma anche quelle che non sono riuscite a farlo. Claudia è il suo alter ego che non posta più su Facebook per accaparrarsi dei gratificanti e artificiosi ‘Mi piace’, ma scrive per lenire e dare un senso a quella tensione che rischiava di bruciarla.”
Sono argomenti attualissimi, trattati in punta di penna dall’autrice, Anna Lena Polo nata a Nardò, in provincia di Lecce, città dove vive e lavora, l’11 luglio del 1968. Ha frequentato la facoltà di Filosofia dell’Università di Lecce e insegna con entusiasmo nella Scuola Primaria da più di venticinque anni. La sua passione è inscenare le sue lezioni per guadagnarsi l’attenzione del suo piccolo pubblico. Ama leggere e scrivere.
Questo memoir è il suo esordio narrativo e non è un caso che a pubblicarlo sia la casa editrice I Quaderni del Bardo di Stefano Donno (86 pagine, 10 euro), sempre attenta alle costruttive novità. E, come presentazione e invito alla lettura, valga ciò che scrive Livio Romano su questo lavoro: «L’agile memoir che Anna Lena Polo ci consegna, di verve narrativa ne contiene moltissima da confinare spesso con la letterarietà, ed è questa caratteristica che lo differenzia da un qualsiasi libro di self-help o di testimonianza di una disavventura nella quale immedesimarsi. Non che leggendo queste righe sia particolarmente difficile identificarsi con la protagonista e non si speri fino alla fine nel lieto fine così come tutti noi ne agogniamo uno per i nostri problemi grandi e piccoli. Tutt’altro. L’autrice riesce a creare suspense e tensione narrativa per infine trasmettere il messaggio di speranza che ci attendiamo. E tuttavia è il modo in cui lo fa a risplendere in quest’opera prima. Non è facile riportare il terremoto interiore, lo sconquasso familiare, il calvario per centri diagnostici prima e di cura poi nel momento in cui la notizia che c’è un cancro contro il quale combatte piomba nella vita di un essere umano. Anna Lena Polo lo fa con grazia e usando un tocco lieve, mai vittimistico né lamentoso e anzi impreziosito da scintille di ironia che illuminano il racconto. E, nel dispiegarsi di episodi e situazioni che narrati da un’altra penna sarebbero dei non-eventi ambientati in paradigmatici non-luoghi, fra descrizioni affettuose e benevolmente facete di pazienti accomunati dal medesimo destino ma dalle esistenze radicalmente differenti, si avverte forte un sentimento di umana solidarietà, di affetto universale che dona calore e sostanza a spazi anodini e grigi».