“Non c’è nessun allarme”

| 8 Dicembre 2024 | 0 Comments

(g.p.) ________ Secondo quanto riferisce l’agenzia Ansa, che cita “fonti aziendali”, “non ci sarebbero pericoli perché il tubo del metanodotto è intatto e non rischia di rompersi, e quindi non sarebbero possibili fuoriuscite di gas“.

La stessa agenzia ha poi riportato un’altra assicurazione fornita dalla multinazionale, secondo cui “non c’è alcuna crepa nel gasdotto: l’integrità strutturale della condotta in acciaio non è minimamente in discussione”, quindi “il trasporto del gas prosegue in piena sicurezza come è sempre avvenuto nei quattro anni dall’entrata in funzione“, in quanto “un tratto della condotta sottomarina è rivestita da uno spessore di appesantimento realizzato con calcestruzzo armato che ha uno spessore di circa 15 centimetri: il fatto che appaiano delle fessurazioni sulla sua superficie è fisiologico”.

Secondo il sindaco di Melendugno, Maurizio Cisternino (nella foto): “Non c’è nessun allarme”. Lo ha detto sempre all’ Ansa, spiegando che “si tratta di una normale manutenzione che faranno ed è tutto sotto controllo: questo mi è stato riferito“. Ed ha aggiunto: “Ritengo che non si dovrebbero creare allarmismi inutili come sono stati fatti in passato“. 

Prendiamo atto dunque di quanto ha rassicurato Trans Adriatic Popeline, e, se le cose stanno effettivamente così, ne siamo tutti contenti. Fatte salve tutte le altre criticità passate e presenti.

Notiamo solo la discutibile interpretazione del ruolo dell’informazione che ha il sindaco Maurizio Cisternino, secondo il quale discutere e documentare sarebbe “creare allarmismi inutili”.

Di diverso avviso l’ex sindaco di Melendugno Marco Potì, che è ingegnere, oltre ad essere stato strenuo oppositore della costruzione del gasdotto, come ha polemicamente evidenziato in una nota postata su Facebook: “Il modernissimo gasdotto Tap: cromo esavalente. Distruzione di ulivi. Disastro ambientale. Mancata valutazione impatti cumulativi. Emissioni fuggitive. Ed oggi pure le crepe ….”. _______

AGGIORNAMENTO

In mattinata il Collettivo No Tap ha diffuso la seguente nota:

TAP DEVE INTERVENIRE SU 12 PUNTI DEL TRATTO ITALIANO, ANCHE SOTTO COSTA.

Leggiamo su molti media il comunicato piccato di TAP verso i nostri rilievi. Crediamo sia il caso di chiarire nello specifico la situazione: -La documentazione è disponibile sul sito del ministero.

Sono state segnalate 39 “campate libere” (zone in cui il gasdotto non poggia stabilmente sul fondale), noi abbiamo ritenuto 15 “degne di nota”. -I 3 gruppi di “crepe” del rivestimento del gasdotto possono ritenersi provocate dallo spostamento del tubo sotto l’azione di cause esterne(correnti, assestamenti, ecc…) , chiaramente sono da ritenersi campanello d’allarme. -Non è vero che TAP interverrà solo oltre le acque territoriali italiane. Sono previsti ben 2 interventi sul microtunnel di San Foca e 2 sul terrapieno dell’exit point , 4 interventi in circa 100 metri di gasdotto. Vi alleghiamo la documentazione e vi facciamo notare che una delle “campate libere” rilevate è lunga 483 metri con un altezza dal fondale di 5,75 metri(2 piani e mezzo di un palazzo”) ma non è l’unica. Tutto questo è stato scoperto il giorno dopo l’installazione, visto che i rilievi sono cominciati nel 2020. Nonostante qualcuno minimizzi noi continuiamo a monitorare la situazione.

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LA RICERCA nel nostro articolo del 6 dicembre scorso

Category: Costume e società, Cronaca, Politica

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