CGIL E UIL SULLO SCIOPERO GENERALE DI VENERDI’ 29 NOVEMBRE A LECCE
Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Le confederazioni sindacali Cgil e Uil di Lecce ci mandano il seguente comunicato congiunto di riepilogo della conferenza stampa di questa mattina (nella foto) ______
Tutto pronto per lo sciopero generale di venerdì 29 novembre. Cgil e Uil hanno proclamato lo stop di otto ore in tutti i settori, per l’intero turno di lavoro, con l’obiettivo di cambiare la manovra economica del governo, considerata del tutto inadeguata a risolvere i problemi del Paese, e per rivendicare l’aumento del potere d’acquisto di salari e pensioni e il finanziamento di sanità, istruzione, servizi pubblici e politiche industriali. I sindacati andranno in piazza in tutta Italia, ritrovandosi in tante manifestazioni territoriali. A Lecce il raduno è previsto a Porta San Biagio, a partire dalle 9.30: dal palco, dopo l’introduzione del segretario generale della CGIL Lecce, Tommaso Moscara e gli interventi di delegate e delegati dei vari settori, sono in programma le conclusioni del segretario generale della UILM nazionale, Rocco Palombella.
Molte e articolate sono le ragioni dello sciopero riportate nel documento nazionale unitario e illustrate questa mattina in conferenza stampa dal segretario generale Moscara e dal coordinatore territoriale della UIL di Lecce, Mauro Fioretti.
“Ad oggi non ci sono i margini per le modifiche di questa manovra, che è stata presentata come blindata, per questo vogliamo far sentire la nostra voce”, dicono Moscara e Fioretti. “Il recupero della perdita del potere d’acquisto del 16% di salari e pensioni è una priorità. Inoltre ci sono i temi della sicurezza, del fisco, della sanità e delle pensioni. Nella manovra non c’è nulla sulla tassazione degli extraprofitti, nulla sulla nostra battaglia per tagliare il cuneo fiscale. Da tempo chiediamo poi che vengano inseriti provvedimenti per la sicurezza sul lavoro: gli infortuni mortali aumentano, nella nostra provincia stiamo assistendo a una vera e propria escalation nelle ultime settimane. Bisogna prevedere che si applichino, ovunque, le regole definite per gli appalti pubblici, che ci sia più prevenzione e formazione e che aumenti il numero degli ispettori. C’è la necessità di rimettere al centro il lavoratore, la sua dignità e le necessarie tutele, rinnovando i contratti nazionali e per fare tutto questo serve ascolto da parte del Governo”. Per il segretario generale provinciale della Cgil e il coordinatore territoriale della Uil, “il lavoro in provincia di Lecce si sta impoverendo: cresce all’insegna della precarietà, dell’instabilità e di stipendi spesso troppo bassi. Siamo molto preoccupati per le continue richieste di cassa integrazione nel settore TAC, che purtroppo sta vivendo una nuova pesante crisi, per via delle tante incertezze legate alle commesse dei prodotti, complici il calo degli scambi internazionali e i rischi della geopolitica. In affanno è anche il metalmeccanico con la transizione energetica che rischia di mettere in seria difficoltà circa duemila lavoratori del settore automotive nella sola provincia di Lecce: il 60% dei lavoratori sono in cassa integrazione, le immatricolazioni sono ferme, il sistema rischia il crollo. Poi c’è la Sanità, evidentemente allo sbando nella nostra regione: manca personale, abbiamo liste d’attesa infinite e con il degrado delle condizioni di lavoro l’emorragia di professionisti della sanità pubblica è accelerata. Per noi è evidente che non va tutto bene, siamo di fronte a una bomba sociale pronta a esplodere”, concludono.
LE RAGIONI DELLA MOBILITAZIONE DI CGIL E UIL:
Il Governo ci infliggerà 7 anni di austerità con:
- perdita del potere d’acquisto di lavoratori e pensionati causata da un’inflazione da profitti;
- crescita della precarietà e del lavoro nero e sommerso;
- tagli ai servizi pubblici, a partire da Sanità, Istruzione, Trasporto pubblico, Enti locali;
- rinnovi contrattuali per il pubblico impiego che coprono appena 1/3 dell’inflazione;
- taglio del cuneo fiscale (con perdite per molti) pagato dagli stessi lavoratori con il maggior gettito Irpef;
- politiche fiscali che riducono la progressività e che, attraverso condoni e concordati, favoriscono gli evasori;
- nessun intervento sugli extraprofitti;
- peggioramento della Legge Monti/Fornero che si applicherà al 99,9% dei lavoratori;
- insufficiente rivalutazione delle pensioni, con la beffa di un aumento di soli 3 euro al mese per le minime;
- assenza di una politica industriale e tagli agli investimenti;
- ritardi nell’attuazione del PNRR e nessuna strategia per il Mezzogiorno;
- attacco alla libertà di manifestare il dissenso con il Disegno di Legge Sicurezza.
Per queste ragioni rivendichiamo al sistema delle imprese e al governo:
- DI PRENDERE SOLDI DOVE SONO: extraprofitti, profitti, rendite, grandi ricchezze, evasione fiscale e contributiva
- UN FINANZIAMENTO STRAORDINARIO per sanità pubblica, servizi sociali, non autosufficienza, Istruzione e ricerca
- RINNOVO DEI CCNL PUBBLICI E PRIVATI per aumentare il potere d’acquisto, con detassazione degli aumenti
- PIENA RIVALUTAZIONE DELLE PENSIONI, rafforzare ed estendere la quattordicesima
- RIFORMA DELLE PENSIONI che superi la Legge Monti/Fornero
- POLITICA INDUSTRIALE PER I SETTORI MANIFATTURIERI E PER I SERVIZI con investimenti per difendere l’occupazione – anche con il blocco dei licenziamenti – creare nuovo lavoro e costruire un modello di sviluppo sostenibile
- TUTELA DELLA SALUTE E SICUREZZA E CONTRASTO ALLA PRECARIETÀ cambiando la legislazione sul lavoro
- RITIRO DEL DISEGNO DI LEGGE SICUREZZA e rispetto delle libertà costituzionali.
MOBILITIAMOCI PER CAMBIARE le scelte ingiuste e sbagliate del Governo
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