SOLIDARIETA’ MILITANTE ALLA PALESTINA
Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Da Foggia il Coordinamento Capitanata per la pace ci manda il seguente comunicato (nella foto, l’attivista di BDS – Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni – Raffaele Spiga) _______
Giovedì 28 novembre, alle 18,30, in Piazza Purgatorio 5, il Coordinamento provinciale Capitanata per la pace organizza un incontro con Raffaele Spiga, della segreteria nazionale BDS Italia, per promuovere anche a Foggia e provincia una campagna organizzata di boicottaggio di Israele.
L’appuntamento si colloca all’interno della Settimana internazionale di azione (20-29 novembre), e subito prima della Giornata di Solidarietà con il Popolo Palestinese delle Nazioni Unite (30 novembre), per fare pressione su stati e Nazioni affinché impongano sanzioni legali a Israele.
BDS Italia è un movimento per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro l’occupazione e l’apartheid israeliane, costituito da associazioni e gruppi in tutta Italia che hanno aderito all’appello della società civile palestinese del 2005 e promuovono campagne e iniziative BDS a livello nazionale e locale. Esse proseguiranno finché lo Stato di Israele non rispetterà il diritto internazionale e i diritti umani, civili, sociali e politici del popolo palestinese.
Il movimento BDS sostiene la parità di diritti per tutte e tutti e perciò si oppone ad ogni forma di razzismo, fascismo, sessismo, antisemitismo, islamofobia, discriminazione etnica e religiosa.
La campagna BDS individua delle strategie e degli strumenti di lotta nonviolenta nei confronti delle imprese e delle istituzioni israeliane mediante:
- il boicottaggio delle attività commerciali israeliane insieme alle sue istituzioni culturali, artistiche, accademiche, sportive nonché delle aziende internazionali coinvolte nel sistema israeliano di apartheid. Importante sottolineare che è Israele a non distinguere tra cultura e politica e ad avere trasformato le arti, la cultura e finanche lo sport in potenti strumenti di propaganda;
- il disinvestimento dalle aziende israeliane e da quelle internazionali che sono complici delle violazioni israeliane e che da esse traggono profitto;
- la richiesta di sanzioni nei confronti di Israele per le sue violazioni del diritto internazionale. A settembre 2024 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione storica, chiedendo agli stati e alle Nazioni Unite di imporre sanzioni contro Israele.
Dopo il recente mandato internazionale di arresto per Netanyahu, per l’ex ministro della Difesa israeliano Gallant e per un leader di Hamas – tutti accusati di crimini di guerra e di crimini contro l’umanità – e dopo le precedenti conclusioni di una commissione ONU che accusa Israele di “condurre azioni compatibili con il genocidio”, riteniamo sia il caso di indirizzare il nostro dolore, la nostra indignazione, la nostra rabbia, che deve diventare desiderio di giustizia, verso un’azione collettiva e politica significativa.
I recenti successi della Campagna BDS, che si aggiungono a quelli precedenti, dimostrano la sua efficacia:
– ieri, 26 novembre: una campagna di boicottaggio internazionale durata cinque anni costringe Puma a porre fine al suo contratto con la Federcalcio Israeliana;
– febbraio 2024: l’italiana IREN rescinde l’accordo con la società israeliana Mekorot, l’ente pubblico israeliano responsabile dell’apartheid dell’acqua contro i palestinesi.
Della Campagna BDS hanno detto:
Moni Ovadia, attore e scrittore di famiglia ebraica: “Il movimento Bds è un movimento democratico e pacifico che mira a sostenere i diritti del popolo palestinese”.
Arcivescovo Desmond Tutu, premio Nobel per la Pace 1984: “In Sud Africa non avremmo potuto ottenuto libertà ed una pace giusta senza l’aiuto delle persone in tutto il mondo che, attraverso l’uso di mezzi nonviolenti, come il boicottaggio e i disinvestimenti, hanno incoraggiato i loro governi ad invertire il loro sostegno al regime di Apartheid. (…). La stessa questione di equità è ciò che motiva il movimento di disinvestimento oggi, che cerca di porre fine all’ occupazione israeliana e al trattamento discriminatorio che il governo israeliano impone alla popolazione palestinese”.
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