PRIMO GOL E PRIMI TRE PUNTI IN TRASFERTA PER IL LECCE DI GIAMPAOLO, CHE DOPO UN’ORA DI SOFFERENZA INDOVINA I CAMBI E CAMBIA LA PARTITA
(Rdl) ______ Venezia e Lecce con l’obiettivo uguale e contrario di vincere, per levarsi dalla zona retrocessione, in un classico scontro – salvezza, mors tua vita mea.
Eusebio Di Francesco, e Marco Giampaolo al suo esordio sulla panchina giallorossa, sono conterranei, amici ed estimatori, ma adesso non contano più pensieri e parole, contano solo i punti in palio.
Il primo schiera i padroni di casa con: Stankovic; Idzes-Svoboda-Sverko; Candela-Duncan-Caviglia-Zampano; Oristanio-Busio; Pohjanpalo.
Il secondo schiera gli ospiti con: Falcone; Guilbert-Gaspar-Baschirotto-Gallo; Coulibaly-Ramadani-Rafia; Dorgu-Krstovic-Pierotti.
Sulla laguna, dove si affaccia direttamente dall’isola di Sant’Elena lo stadio Pier Luigi Penzo, il cielo è nuvoloso, poco vento e pure pochi gradi di temperatura, fa abbastanza freddo, però all’ingresso delle squadre in campo l’ambiente si riscalda, anche fra i tifosi giallorossi al seguito anche qui.
Dopo due minuti, Rafia becca subito un cartellino giallo.
Seguono due calci d’angolo, sul secondo dei quali Svoboda di testa nello specchio della porta parato da Falcone.
Poi Oristanio se ne va sulla destra saltando Baschirotto e si presenta solo davanti al portiere in uscita, ma la sua conclusione scheggia il palo.
Il Venezia fa possesso palla, cerca di creare l’occasione pericolosa, colleziona calci d’angolo, ma senza esit.
Al minuto 21 calcio d’angolo anche per il Lecce: Rafia disegna una traiettoria ad uscire su cui prepara la torsione Krstovic, ma Svoboda allontana di testa prima che arrivi a concludere.
Al minuto 35 punizione da posizione invitante per il Venezia: conclusione di Nicolussi sulla barriera.
Ora i padroni di casa premono e creano.
Al 38′ su cross da punizione Idzes salta bene, colpisce di testa e si vede respingere la conclusione della traversa.
Nel recupero del primo tempo, prende un cartellino giallo pure Gaspar.
E tutti negli spogliatoi per il riposo.
Reti bianche, ma almeno un paio di grosse occasioni per il Venezia. Un Lecce brutto, peggiore pure di quello del peggiore Gotti: nervoso, contratto, lento, passivo, deludente.
La ripresa comincia come la fine del primo tempo.
Al 52′ ottima combinazione tra Pohjanpalo e Busio, con il tiro di controbalzo di quest’ultimo su cui si salva in qualche modo da Falcone. Lo stesso fa tre minuti dopo su un’altra conclusione pericolosa di un Venezia che ora viaggia sulle ali dell’entusiasmo.
Giampaolo capisce che così non si può continuare e che bisogna cambiare qualcosa: fuori Krstovic e Pierotti, dentro Rebic e Gaby Jean.
Quando gli ospiti riemergono dall’apnea, a galla in area trovano Rebic che non conclude sulla occasione propizia, ma serve, male, Dorgu.
Al 64′ ammonito anche Guilbert.
Poi, a sorpresa, IL VANTAGGIO DEL LECCE! Dorgu! 70′. 0 – 1.
In contropiede, Gallo si fionda in avanti lungo l’out di sinistra, poi giunto sulla trequarti fa un cross preciso al centro dell’area su cui piomba Dorgu, che di piatto batte Stankovic.
Terzo gol per Dorgu, il primo in assoluto del campionato fuori casa dei Giallorossi.
La reazione del Venezia non produce niente, Di Francesco fa anch’egli un doppio cambio per scuotere la sua squadra tramortita dallo svantaggio.
Giampaolo, che ha indovinato i suoi due precedenti, fa il terzo, con dentro Helgason al posto di Rafia.
I padroni di casa fanno prove di forcing per gli ultimi dieci minuti di partita con ulteriori due nuovi ingressi in campo di forze fresche. Sempre però senza quagliare niente di concreto.
Poi ancora Raimondo per Pohjanpalo, e Kaba al suo rientro in squadra per Rafia.
Ultimi cinque minuti, più recupero, al termine.
Padroni di casa in avanti, ma tenuti sotto controllo, ospiti appunto in vigile controllo, senza disdegnare il contropiede.
Quattro di recupero.
Non succede nulla, finisce così, 0 – 1.
Una vittoria di straordinaria importanza per il Lecce, sia per i tre punti, sia per l’iniezione di fiducia e di autostima che produrrà la cura Giampaolo.
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