ANTICHI SAPORI POPOLARI: LA TRAPPITARA
(g.p.) _______ Giuseppe Resta, “scrittore per necessità titolare di studio di architetto”, di Galatone, ha appena postato sul suo diario. Gustosissimo. Anche se a quest’ora, la mezza, devastante, per chi come me è costretto per lavoro a rimanere su Facebook saltando il pranzo. E comunque libidine, doppia libidine, sia culinaria, sia culturale, per il ricordo di antichi sapori popolari della tradizione contadina salentina.
Ecco cosa ha scritto, con tanto di foto a corredo, a infierire ________
Da queste parti è tempo di TRAPPITARA.
La Trappitara è una zuppa di legumi vari e verdure che si faceva (e ancora in alcuni si fa!) all’interno dei frantoi oleari.
Le donne dei frantoiani, impegnati notte e giorno dei frantoi, per sfamarli e sostenerli nel faticoso lavoro, portavano piccole “pignate” monoporzione di legumi lessi, diversi fra loro (fagioli, cicerchia, piselli, ceci) e verdure cotte, insieme a pagnotte di pane.
Il Nagghiro (il nocchiero), capo del frantoio, in una capiente conca di coccio, metteva in perfetta comunione tutti questi piccoli apporti vari della “ciurma”, li condiva con abbondante olio appena spremuto, e li irrobustiva con pezzetti di pane, pestandoli grossolanamente insieme per amalgamare il tutto.
Si possono aggiungere anche verdure di stagione. Molto buone le rape “affogate”, ossia soffritte in olio, aglio, alici. Ma anche verze o cicorie lesse.
Nel frantoio si mangiava attingendo tutti dalla stessa scodellona, immergendo fette di pane che si portavano alla bocca cariche di pietanza, senza posate.
Ieri sera un caro amico, con l’olio appena spremuto, ha avuto la “buonissima” idea di riproporla, con l’apporto fattivo di un gruppo di amici talebani della cucina tradizionale.
Ogni tanto, nel periodo, c’è sempre qualcuno con cui riproporla in compagnia.
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