IL REPORTAGE / IERI SERA A LECCE. UNA SALENTINA E UN BRIANZOLO. MARIANNA LENTINI E PIPPO CIVATI. DUE LIBRI SPECULARI. UN INCONTRO DIREZIONE A SINISTRA. WELAB VIALE DELLA LIBERTA’. leccecronaca.it E’ ANDATA A CURIOSARE
di Giovanni Gemma ______
Due libri speculari. «Io ho scritto la teoria e tu hai fatto la prassi», scherza Marianna Lentini verso Giuseppe “Pippo” Civati, l’ex “rottamatore” del PD che minimizza: «Sì, insomma, una prassi un po’ in piccolo, magari fosse completa!» La cornice è il WeLab, un ambiente familiare, con scaffali straripanti di pubblicazioni e, ai muri, appesi quadri sulle avventure di don Chisciotte.
In un revival di terminologie marxiste senza mai nominare Marx (tipo il giochetto di Taboo), moderati dalla giornalista Sonia Pellizzari, Lentini e Civati hanno svolto la presentazione dei loro libri a Lecce, rispettivamente Capitalismo feroce e Socialismo tascabile. Due sostantivi, due aggettivi: due libri che sembrano echeggiare fasti novecenteschi ma in realtà vogliono buttare un sassolino nel lago (o più lo stagno) del futuro. Entrambi editi da People, la casa editrice diretta da Civati – che rimarca ironico: «Non aprite mai una casa editrice! Se ve lo propongono, scappate via.» D’altronde, non si voleva fare un editore che sottostà alla logica del profitto, bensì un’«editrice militante».
Lentini, sociologa al lavoro in Banca etica, classe 1980 di Lizzanello, ha mostrato con Capitalismo feroce il lato oscuro del nostro sistema socio-economico. Nelle sue parole rimbombano quelle di un’altra studiosa, Nancy Fraser con Capitalismo cannibale (altra autrice che compare solo come un fantasma nell’incontro): ma Marianna è una salentina, una lizzanellese e l’alta accademia internazionale in cui è immersa Fraser non la tange. Non a caso farà un’altra presentazione del libro a Melendugno: Marianna ha nel curriculum le lotte del movimento contro la TAP – azienda che proprio in questi giorni, per ironia della Storia, sta avendo crucci legali con la Regione Puglia.
Si mostra energica e speranzosa, ripone tanta fiducia nelle giovani generazioni, cita il caso di Greta Thunberg.
Un po’ più abbattuto sembra Pippo Civati, che non perde lo spirito ma ha addosso esperienze di politica istituzionale che lo hanno portato prima ai vertici e poi al lato. Giovane promessa del PD lombardo, organizzatore con Renzi – con cui ancora si scrive, e che comunque può definire «traditore» della sinistra-sinistra – della prima Leopolda nel 2013, deputato per cinque anni. Entrò alla Camera da promessa, ne uscì da disilluso del PD, fuoriuscito dal macroregno del centrosinistra (tanto centro e poca sinistra) per fondare la propria associazione politica, Possibile, e cofondare una casa editrice. People, appunto.
Senza nessuna punzecchiatura – cosa di solito necessaria coi politici – parla a ruota libera di tutto l’arco parlamentare. Come tornare a far votare le persone? «Parlando dei temi, dei salari, del lavoro, delle cose che possono servire […] Il PD ora parla di salario minimo e dello ius scholae, ma si non basta la promessa, bisogna avere il coraggio di dire: se andremo al governo, lo faremo!»
Poi si toglie un sassolino dalla scarpa: «Fa un po’ strano vedere che gli stessi che oggi sostengono questi temi, dieci anni fa non li consideravano, quando glieli spiegavo io.»
Sconfessa tutti: oltre a Renzi (che non necessita di grande sforzo per essere sconfessato), anche Letta («una brava persona, ma su certe questioni è dall’altro lato»), Blair («una volta, negli anni Novanta, eravamo tutti per la terza via […] ora il suo libro è pubblicato dalla Silvio Berlusconi Editore!») e De Luca («trovo assurdo che si parli tanto di terzo mandato, come se dipendesse tutto dalla singola persona insostituibile […] ma tranquilli, lo faranno, così saranno tutti d’accordo: Vincenzo, Luca [Zaia], Michele [Emiliano], poi Cirio e Fontana»).
Per chi volesse leggere tra le righe, la stoccata del terzo mandato è forse anche per i 5 stelle? Non è dato sapere con certezza. Di certo, tra i libri sugli scaffali, ben nascosto, c’è un piccolo libretto: Viaggio tra la sinistra che vota Grillo. Chissà se Civati l’ha mai letto.
Allora non possiamo non approfittare per chiedere una risposta schietta: Pippo, alle regionali, campo largo sì oppure no? Ahi, la risposta non è sicura: d’altronde, «Michele [Emiliano] ha già fatto il “campo larghissimo”, mettendoci dentro pure i capi dell’opposizione a insaputa dei loro partiti!»
Fuori ha smesso di piovere. Dentro, l’autodafé della sinistra che non si arrende al liberismo ritrova un certo ottimismo e conclude la serata.
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