LA RIFLESSIONE / IL GASDOTTO TAP DI NUOVO AL CENTRO DI POLEMICHE
di Graziano De Tuglie _______
Periodicamente TAP (Trans Adriatic Pipeline) torna al centro di polemiche che riguardano l’impatto ambientale che il metanodotto ha sui territori che attraversa.
In queste settimane IrpiMedia, periodico d’informazione investigativa, ha pubblicato un articolo in cui evidenzia il fenomeno del rilascio di gas metano nell’atmosfera dai sistemi del terminale d’approdo in territorio italiano a Melendugno, sulla costa leccese della Puglia.
Nell’articolo si racconta come alcune indagini di attivisti ambientali hanno rilevato come i sistemi di sicurezza del terminale di Melendugno del metanodotto rilascino nell’atmosfera quantità di metano molto più alte di quelle fisiologicamente tollerate; praticamente per evitare che nel metanodotto la pressione del gas salga oltre i limiti massimi tollerati dalla struttura, appositi sfiatatoi liberano nell’atmosfera quantitativi di metano per ricondurre i valori pressori nei valori massimi prescritti.
Questo meccanismo unito alle cosiddette “emissioni fuggitive” perdite di metano casuali e non funzionali a bilanciamenti di pressione caricano i territori circostanti di concentrazioni di metano che rappresentano un pericolo per le specie viventi che vi insistono.
Tap e Snam hanno imputato un accentuarsi di “emissioni fuggitive” al malfunzionamento di un componente difettoso e hanno manifestato la necessità di una rapida sostituzione dello stesso per ritornare nei parametri di emissione previsti dalle normative; in proposito la UE ha emesso nello scorso giugno un Regolamento che vieta questo tipo di emissioni e che limita drasticamente l’utilizzo degli sfiati come sistema di regolazione dei sovraccarichi di pressione. Ma non esiste ancora un sistema di monitoraggio indipendente che verifichi il rispetto delle regole prescritte al punto che gli ambientalisti hanno richiesto al Comune di Melendugno di utilizzare parte del ristoro che percepisce per creare una rete di rilevamento dei parametri chimico-fisici intorno al terminale Tap.
Sarebbe anche opportuno che chi ha il compito istituzionale di sorvegliare la qualità dell’ambiente svolga con solerzia il lavoro di controllo delle condizioni in prossimità dell’installazione che potrebbe essere un punto critico, per la complessità dell’attività svolta e per la pericolosità delle sostanze lavorate, per la tutela dell’ambiente in questa parte del Salento.
Auspichiamo che questa riflessione possa stimolare un dibattito a cui partecipino i soggetti coinvolti, TAP, SNAM, ARPA, Associazioni Ambientaliste con queste pagine a loro disposizione per ogni tipo di intervento. ________
LA RICERCA nel nostro articolo di ieri
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