NOBEL PER LA PACE ALL’ORGANIZZAZIONE GIAPPONESE NIHON HIDANKYO
di Giovanni Gemma________Il Premio Nobel per la pace del 2024 è stato assegnato all’organizzazione giapponese Nihon Hidankyo, che riunisce dal 1956 tutti i sopravvissuti ai bombardamenti atomici su Hiroshima e Nagasaki del 1945, i cosiddetti hibakusha.
Pur in lacrime per la commozione, il loro co-presidente Toshiyuki Mimaki ha dichiarato parole molto forti: «È stato detto che grazie alle armi nucleari, il mondo mantiene la pace. Ma questo è un errore. […] Le armi nucleari possono essere usate dai terroristi. Ad esempio, se la Russia le usasse contro l’Ucraina, Israele contro Gaza, non finirebbe lì. I politici dovrebbero sapere queste cose.» E ancora: «A Gaza vediamo bambini insanguinati. È come in Giappone 80 anni fa.»
Secondo alcuni, si potrebbe pensare che la scelta di premiare la Nihon Hidankyo sia stata quasi di comodo per il comitato scelto dal Parlamento norvegese, che se ne occupa. Potenzialmente in lizza erano, ad esempio, la Corte internazionale di giustizia e l’UNRWA, Agenzia ONU per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi istituita dopo la pulizia etnica israeliana del 1948.
Tuttavia, con questa scelta il punto focale è stato posizionato su un tema che negli ultimi anni, a detta degli assegnatori, ha smesso di essere un «tabù». Le testimonianze degli hibakusha hanno «contribuito a generare e consolidare una diffusa opposizione alle armi nucleari in tutto il mondo attingendo a storie personali, creando campagne educative basate sulla propria esperienza e lanciando avvertimenti urgenti contro la diffusione e l’uso di armi nucleari».
E non è solo la testimonianza di carne viva ad aver causato la premiazione: «Le potenze nucleari stanno modernizzando e potenziando i loro arsenali; nuovi Paesi sembrano prepararsi ad acquisire armi nucleari; viene minacciato l’uso di armi nucleari nelle guerre in corso. In questo momento della storia umana, vale la pena ricordare a noi stessi cosa sono le armi nucleari: le armi più distruttive che il mondo abbia mai visto».
In gioco – ricorda il comitato norvegese – non è solo un conflitto armato, bensì la possibilità stessa di esistenza della civiltà umana, oltre alle disastrose conseguenze sul piano ambientale e climatico.
La Nihon Hidankyo ha ricordato anche come i governi di Giappone e USA hanno cercato di ostruire le sue attività. Ma non si è mai arresa, includendo anche in più generale le vittime dei test atomici e venendo candidata altre volte al Nobel per la pace. Alla fine, l’ha vinto quando il discorso sulle armi atomiche si sta normalizzando, rendendo quasi passabili nella mente di molti strateghi come di opinioni pubbliche le conseguenze che avrebbero, un olocausto nucleare a cui siamo a rischio praticamente sempre e tutti.
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