IL PRANZO DELLA DOMENICA / SPAGHETTI ALLE COZZE E PASTICCIOTTO A CASA DI WILLIAM FIORENTINO, PARLANDO DI TEATRO DIALETTALE

| 6 Ottobre 2024 | 2 Comments

di Raffaele Polo ______ Nonostante la non più tenera età (sono 90 passati…) l’irriducibile William Fioirentino è sempre un vulcano di iniziative e…testi teatrali.

«Adesso sto rielaborando due lavori che si ispirano al grande Moliere: sono il rifacimento con verve tutta salentina de “L’Avaro”, che diventa “Mannaggia li sordi” e “Il malato immaginario” che è presentato come “Basta la salute”. E questi due capolavori (di Moliere, naturalmente. Io ho cercato solo di esaltarne alcuni aspetti comici e d’ambiente leccese…) saranno presentati ad aprile da due compagnie affiatatissime e molto in gamba. Si tratta de ‘Lu curtigghiu’ e ‘Corte dei Musco’, al Teatro Apollo che ha preso il posto degli altri teatri che ospitavano il nostro bel dialetto: dico del Politeama, ma anche dei Salesiani e soprattutto dell’Antoniano».

Siamo a casa sua, ci aspetta un pranzo che immaginiamo limitato, magari pastina o riso in bianco, insomma siamo pronti a tutto. E invece ecco William che con il suo eterno buonumore ci annuncia:

«Amico mio carissimo, come è titolata una delle mie ultime commedie, dovrai accontentarti di un primo e del dolce, io non debbo abbuffarmi e poi ho un debole per gli spaghetti con le cozze…».

E subito, per gli ambienti si diffonde l’impagabile aroma del piatto che appare davanti a noi, Fiorentino ci augura ‘Buon appetito’ e per un po’ di tempo stiamo in silenzio, ad assaporare questa gustosa e immortale pietanza.

«William, sono buonissimi… come le tue commedie, d’altronde. Viva il teatro in dialetto, insomma…»

«Certamente, ci mancherebbe. Ma con un grande cruccio, però.  I giovani, scusa l’espressione, se ne fregano e trovare un ‘attor giovane’ è praticamente impossibile. E anche il pubblico è certamente maturo, molto maturo nell’età. Ma che possiamo fare? Addolorarci perchè nella società contemporanea c’è lo spazio per tante espressioni più o meno legate al teatro, alle scene, alle fiction, ma col teatro dialettale siamo vicini allo zero assoluto?…»

«Ma ci sono ancora degli ottimi gruppi teatrali…»

«Anche i gruppi invecchiano, cosa credi. E te lo dice uno che è a contatto continuo con la realtà teatrale salentina…. Bisognerebbe incentivare laboratori e un po’ tutta la cultura del nostro dialetto che, le scuole per prime, dimostrano di ignorare. Non vedo vie di uscita…»

Gli spaghetti con le cozze sono terminati, un’abbondante scarpetta ci unisce spiritualmente, ad assaporare fino in fondo questo glorioso piatto.

«E come dolce, non poteva mancare il nostro prodotto per eccellenza. Il pasticciotto…» dice William, offrendoci iquesta prelibatezza che è, veramente, il simbolo dei salentini.

«Grazie per tutto, William. ..»

«Ma no, sono io che ringrazio te…» risponde subito.

E sorridiamo, ricordando la scena simile tratta da ‘Natale in casa Cupiello’ di Edoardo De Filippo.

Salutiamo con affetto il maestro Fiorentino, da tempo il vero simbolo del teatro dialettale leccese.

E, come ci ha suggerito con tanta malinconia, speriamo di tutto cuore che possa rifiorire l’interesse per questo importante aspetto della cultura della nostra terra. ______

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( 20 ‐ continua )

Category: Costume e società, Cultura

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Comments (2)

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  1. Giovanni Sorrento ha detto:

    Grazie William per tutto quello che fai per il teatro dialettale. Grazie per la tenacia con cui segui i due gruppi teatrali.

  2. Mimmo Lopalco ha detto:

    È una grandissima fortuna poter condividere e toccare con mano l’amore e la dedizione per il teatro in lingua leccese,da parte di William maestro di tutto ed autore e regista ineguagliabile.Grazie

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