IL PRANZO DELLA DOMENICA / CON ALBERTO DE LAZZARI PANE, AMORE E FANTASIA

| 25 Agosto 2024 | 0 Comments

di Raffaele Polo ______

È lì, in un angolo, gli ospiti del pranzo di nozze sono andati via in festosa animazione, lui ha lavorato incessantemente, ha prodotto decine e decine di caricature e adesso sorseggia una birra e mi invita a fargli compagnia. 

«Facciamo il pranzo della domenica? Va bene, ma a modo mio…» mi dice Alberto De Lazzari, con la sua inconfondibile e marcata cadenza lombarda.

«Il primo piatto che ti voglio offrire si chiama ‘piccoli semi’: è un piatto ricco di semi piantato da mio padre nell’orticello di casa nostra… mio padre disegnava, a lui piaceva molto rilassarsi disegnando volti, alberi, case, chiese. Io avevo 3-4 anni e un giorno mio padre decise di comprare un kit da disegnatore al piccolo Alberto, dicendo ‘queste sono le tue matite, quando devi fare dei lavori, usa le tue matite’. Questi si chiamano ‘primi semi’: entrano nella terra,  germogliano e favoriscono la nascita dei secondi piatti…».

Originale e inimitabile, Alberto continua, con lo sguardo ironico: «Secondo piatto, la mia adolescenza negli anni Settanta era molto condizionata dall’appartenenza alla classe operaia, non era facile raggiungere un obiettivo e la mia strada è stata sempre piena di incerti, alti e bassi e compagnia bella. Diciamo che per me, figlio di operai, la carriera di ‘artista’ era praticamente proibita, non avevo agganci, non c’erano disponibilità economiche…

A venti anni ho provato a fare diversi mestieri, assaggiando un po’ il tonno, la carne, la pasta fatta in tutti i modi, ma in tutti i posti dove ho assaggiato qualcosa, mi hanno sempre detto: ‘Scusa, ma tu qui, non ti dispiacere, non c’entri niente’.

Tanti mestieri, tutti umili, ma nessuno duraturo. Ma ovunque abbia provato, non ho digerito nulla…».

Un sorso di birra, un saluto a chi lo ringrazia da lontano per la caricatura particolarmente azzeccata e Alberto passa ai contorni :«Dai 22 anni comincio coi ‘corsi’ dedicati a disegno e pubblicità: tante esperienze, non ne ho terminato nessuno, ma ricordo che ho provato due piatti difficili da digerire: uno durava 5 anni, era diurno, sette ore al giorno, l’altra pietanza è stata il ‘Corso per disegnatori di cartoni animati’ a Milano, ho resistito tre mesi. Era bello, si usava la moviola per i montaggi. Quindi diciamo che i segreti dell’animazione me li sono portati via, poi un biennio con storia dell’arte, psicologia, marketing. Ho scoperto che la grafica pubblicitaria, applicata a un target  con  l’aiuto della psicologia è qualcosa di mostruoso, ce l’abbiamo attorno tutti, studiavamo la pubblicità per far venire il bisogno alla gente di un determinato prodotto di cui, fino a quel giorno, non avevano alcun interesse. Al professore ho detto: “Ma questo è diabolico” e il professore mi ha fulminato con lo sguardo, facendomi capire che, anche lì, non c’era posto per me…».

 Approdato a Lecce per amore (sempre l’amore…) Alberto ci offre adesso il dessert:

«Per concludere, ho aperto il mio studio pubblicitario, l’ho mantenuto per anni, ho seguito i VIP di Lecce che dicono di essere VIP ma poi ti accorgi di quanto sono VIP quando devono saldarti il lavoro. Comunque, nonostante la tecnologia che continua a sopraffarci, ho ripreso la vecchia matita e mi son messo a fare le caricature alle feste, eventi e matrimoni, sto meglio, vivo una vita migliore e non rimpiango certo Berlusconi e Tremonti…»

Alberto, nonostante tanti anni di permanenza salentina, hai sempre la spiccata cadenza lombarda. Come mai?

«A me, dove mi mettono, parlo sempre come mi han fatto mia mamma e mio papà… Ma debbo dire che Lecce mi ha fatto innamorare, in tutti i sensi. Con il lavoro che hanno fatto gli scalpellini del Barocco, dovevo scegliere tra Firenze e Lecce, ma i fiorentini mi sono antipatici, quando sento parlare Renzi ho un brivido, ho fatto bene a scegliere Lecce.»

Arriva una signora che vuole la sua caricatura, assieme all’adorato barboncino. Alberto non fa una grinza, mi strizza l’occhio e ricomincia il suo lavoro, la sua missione…

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( 14 ‐ continua )

Category: Costume e società, Cultura

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