Pensioni d’oro: Pd e M5S dicano no
di Giorgia Meloni
Egregio Direttore, Approfitto della gentilezza dello spazio concessomi per rivolgere un appello pubblico a Matteo Renzi e Beppe Grillo, il paladino del cambiamento e quello dell’anticasta, perché prendano in considerazione la proposta di Fratelli d’Italia di revocare quell’autentica vergogna nazionale costituita dalle “pensioni d’oro”. Il progetto di legge è in discussione, in questi giorni, in Commissione Lavoro della Camera ed è già stato sottoscritto, oltre che dai rappresentati di FdI, anche da numerosi deputati di altre forze politiche, compresi Partito democratico e Movimento 5 stelle. NESSUNA GRANDE coalizione e nessuna larga intesa, in questo caso, ma solamente la voglia trasversale di mettere fine a una aberrazione figlia della peggiore politica. Perché queste “pensioni d’oro” altro non sono che la sublimazione della prassi della Prima Repubblica, di cercare il consenso elettorale distribuendo ai cittadini una ricchezza che non c’era, figlia di debiti e “pagherò” lasciati in eredità alle generazioni future. E così, con il sistema pensionistico retributivo si aveva diritto a un assegno calcolato sulle ultime retribuzioni e non invece, come avviene ora, sugli effettivi contributi versati. Grazie a questo meccanismo, alcuni bravi e furbi privilegiati hanno ottenuto elevatissimi trattamenti pensionistici senza alcuna corrispondenza a quanto versato. Pensioni da 20.000, 50.000, anche 90.000 euro al mese, pagate dai contributi che oggi stanno versando milioni di persone che, invece, una pensione decente non la vedranno mai. La nostra proposta non è un timido “contributo di solidarietà”, tra l’altro già dichiarato incostituzionale dalla Consulta, ma un atto di giustizia e di equità intergenerazionale, a prova di Corte costituzionale, Corte dell’Aia e Giudizio divino. Nel nostro progetto di legge viene fissato un tetto, pari a dieci volte il trattamento minimo Inps (vuol dire circa 5000 euro al mese). Per la parte che va oltre quel tetto chiediamo che si calcolino i contributi versati. Chi ha effettivamente versato i necessari contributi non ha nulla da temere e manterrà lo stesso assegno pensionistico di prima. Se però i contributi sono inferiori al dovuto, allora si taglierà la parte in eccesso e i risparmi saranno destinati alle pensioni più basse e agli assegni di invalidità. O, se si preferisce, a misure di inclusione dei giovani nel mondo del lavoro. E’ una lotta che conduco da anni e vi assicuro che mai, come quando si parla di mettere mano alle pensioni d’oro, è palpabile il consenso della gente comune, e – allo stesso tempo – l’opposizione del Palazzo, dei potenti e delle persone influenti. Opposizione che emerge sotto forma di sentenza di una Corte, parere di un Ufficio, atto di un ministero, dichiarazione di un professore universitario. Solitamente, per pura coincidenza, tutti pensionati d’oro. MI PIACEREBBE che si dimostrasse votando tutti insieme questa proposta di buon senso che in questo 2014 qualcosa sta cambiando. Che l’elezione di un quarantenne alla guida del Pd può rappresentare la fine delle due ‘Italie’ parallele, quella dei privilegiati e quella di chi paga il conto dei privilegi. Che l’avvento “dei cittadini in Parlamento” del Movimento 5 stelle può significare la fine dello scontro politico acritico, e che si può votare un provvedimento proposto da un avversario politico se quel provvedimento è, semplicemente, giusto. Avete detto che siete il cambiamento, il nuovo, la fine del teatrino della politica italiana. Vi chiedo di dimostrarlo rispondendo a questo appello e votando una proposta che toglie qualcosa a chi ha avuto troppo senza merito per dare qualcosa a chi, pur meritando, non ha quasi nulla.
da MentiInformatiche
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