LE STORIE DI PAOLO VINCENTI
di Raffaele Polo ______ Paolo Vincenti, ricercatore, scrittore e saggista, vive e lavora in provincia di Lecce. Suoi testi di critica letteraria e di carattere storico sono presenti su riviste, anche accademiche, in volumi collettivi e monografici. Membro della Società di Storia Patria per la Puglia di Bari, unisce alla scrittura creativa una notevole produzione scientifica.
Con questo libro, (Le storie dello scirocco, Besa, 184 pagine, 18 euro) Vincenti torna al genere del romanzo dopo una lunghissima parentesi dedicata soprattutto alla saggistica storica e alle prose creative. La scrittura è pirotecnica, alta e bassa al tempo stesso, le rare accensioni liriche sono immediatamente mortificate dalla prosaicità del vivere quotidiano e dall’umidità mortifera del clima untuoso indicato dal titolo.
Le storie di questo libro sono ambientate ad Oppido Tralignano, un paese immaginario e sonnolente del Sud Italia, dove si muovono i vari protagonisti, ciascuno desideroso di cercarsi delle avventure, anche soltanto immaginandole, in un contesto che tenderebbe invece a deprivarli degli slanci vitali. Ma la blanda insurrezione posta in atto si rivela velleitaria, superficiale, inefficace, e tutti rimangono infangati della propria indolenza. La storia parodizza il disincanto di una provincia letteraria, col suo non-essere per chissà-forse-essere, che sbuggera se stessa nell’inganno soporifero dell’autosuggestione.
Il romanzo, che si potrebbe definire un Satyricon degli anni Duemila, è popolato da personaggi bizzarri, macchiettistici, talora surreali. Lo è Lorenzo, sedicente scrittore, più allettato dai piaceri carnali e dalle avventure facili, che coltiva un vago sogno di gloria. Lo è Fabrizia, nipote del parroco del paese, Don Aristarco, assai corrotto, ma lo è soprattutto la figura pantagruelica del Barone Gattamelata, nobile decaduto, vizioso e corruttibile, dotato purtuttavia di una simpatia addirittura coinvolgente.
Il linguaggio usato è duttile, pirotecnico, modellato sulle tendenze e sui caratteri dei vari protagonisti, e quindi mutevole, come gli aerei umori e le sorti degli stessi. Nel mentre si snoda la trama boccaccesca del romanzo, a farla da padrone è lo scirocco disfacente, tipico del clima del Sud, un elemento costante delle varie storie che rende con i suoi malarici miasmi ancor più subdolo, untuoso, l’ambiente; una energia negativa risucchia chiunque, e ad ognuno non è dato che ridere di se stesso, drammaticamente, goffamente, qualche volta persino gioendo.