NOTE D’ARTE / LA MOSTRA DI COSTAS VAROTSOS A LECCE FINO A GENNAIO 2025
di Raffaele Polo ______ Durerà sino a gennaio 2025 la mostra ‘Elpís. Prometeo o del sogno infranto di Europa’, di Costas Varotsos (nella foto), un itinerario dedicato alla figura mitologica di Prometeo, che ha rubato il fuoco sacro a Zeus. Un percorso espositivo che si snoda tra Lecce e Otranto, ideato e coordinato dal Museo Sigismondo Castromediano.
Costas Varotsos nasce ad Atene nel 1955, si trasferisce prima a Roma, dove frequenta l’Accademia di Belle Arti, e poi in Abruzzo la Facoltà di Architettura di Pescara. Nel 1982 rientra in Grecia dove realizza i primi lavori di livello internazionale
La mostra mette in scena la disillusione dell’artista nei confronti di un’umanità reietta che non ha saputo valorizzare il dono del fuoco, inteso come simbolo del sapere e della τέχνη, la tecnica.
Elpís, è la personificazione dello spirito della speranza che, Esiodo ne Le opere e i giorni, ci racconta essere l’ultimo dono rimasto custodito nel vaso di Pandora.
Nonostante gli uomini siano corrotti e inclini alla bramosia, e abbiano sprecato perciò il dono di Prometeo, Elpís resta la scintilla che l’artista coltiva nel futuro dell’umanità.
In tal senso è anche la metafora dell’arte stessa, l’unico barlume nel buio che attanaglia l’esistenza dell’uomo contemporaneo. Così sintetizza la sua idea l’artista greco:
“In un’epoca in cui la verità è sempre un’altra e la destabilizzazione dei valori crea confusione e paura, tutti guardano in alto aspettando una soluzione dal nulla. Prometeo cerca di riportare gli uomini alla verità e ai valori basilari dell’esistenza umana. Ma il nostro mondo ha perduto il contatto con il mondo reale, vive ormai al passato o al futuro e ha smarrito il senso del tempo presente. Ogni epoca della storia umana ha avuto il suo Prometeo sotto forma di aspettativa, di speranza, di urgenza. L’uomo contemporaneo ha perso il senso dell’attesa e la speranza ed è incapace persino di vedere il fuoco che Prometeo ha rubato a Giove per salvare l’umanità. Oggi è urgente recuperare il significato di quel fuoco e dare una forma visibile a Elpís”.
Varotsos torna in Puglia oltre dieci anni dopo l’intervento, a Otranto, sul relitto della motovedetta albanese Katër i Radës, ovvero L’Approdo. Opera all’Umanità Migrante, una delle sue opere più significative e attuali, dedicata appunto al tema delle migrazioni.
Non meno attuale il tema del nuovo intervento, che si ispira al legame tra il patrimonio storico e archeologico del territorio e l’arte contemporanea. La mostra include un nucleo di opere provenienti dalla collezione dell’artista e concepite a partire dagli anni Ottanta, e si compone altresì di due nuove installazioni pensate appositamente per gli spazi del Museo Castromediano, l’istituto culturale più antico della Puglia, che da alcuni anni porta avanti una programmazione espositiva strettamente legata al rapporto tra l’antico e il contemporaneo.
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29 GIUGNO – 12 GENNAIO 2025
Museo Sigismondo Castromediano
Viale Gallipoli, 28 73100 Lecce
Aperto da martedì a domenica, 8.30 -22.00 Tel. 0832 37.35.72.