LA STORIA / INTELLIGENZA ARTIFICIALE
di Giuseppe Puppo ______
“Non è conforme agli standard della nostra comunità”.
Ogni tanto, qualche algoritmo di Facebook mi censura le condivisioni social degli articoli pubblicati sul giornale. Anche gli algoritmi nel loro piccolo si incazzano. Senza motivo, come una tirannica prevaricazione, in quanto le volte che mi è successo è successo per pezzi del tutto tranquilli, senza cioè nessuna criticità, vai a sapere il motivo. Qualche volta ci ho provato, compilando estenuanti quanto astrusi questionari, destinati tanto a rimanere senza risposta, e dunque senza spiegazione, come il sopruso per semplice capriccio di un potente despota.
Ora, amen, direte voi, e giustamente, per quanto esse aiutino, il traffico utenti sul giornale non dipende se non parzialmente dalle condivisioni social, e dunque poi una in più, una in meno non ci cambia la vita.
Non va meglio su Google, che continua a registrare il vecchio indirizzo della nostra redazione, dopo sei anni che abbiamo cambiato e almeno dodici comunicazioni in tal senso, ma niente da fare, sempre il vecchio e sempre le vecchie foto.
Non va meglio con la casella di posta di Aruba, che, mentre fa arrivare unna gran quantità di spam nonostante filtri e dispositivi vari, ficca nello spam e perciò non fa vedere mail che spam non sono, e sono invece comunicazioni per noi importanti.
Malgrado tutto questo, son d’accordo, c’è di peggio, io, ecco io finora mi divertivo, con le assistenti virtuali. Che è poi Mercedes, quella dell’automobile della presidente Maria Antonietta quando mi viene a prendere per andare insieme a qualche evento o appuntamento per leccecronaca.it. Regolarmente, quando lei finisce di chiedere le informazioni sul percorso da fare, comincio io, facendo a Mercedes richieste vagamente surreali, se non proprio imbarazzanti diciamo pure volgari, a dirla tutta, con esiti esilaranti, fino a quando essa si stanca di ripetere “non ho compreso la richiesta” e si rifiuta di considerare ulteriori spiegazioni, non rispondendo proprio più, dopo, credo, sia pur in silenzio, aver espresso seri dubbi sulla mia intelligenza naturale.
Però ieri non mi sono divertito affatto, quando, dovendo risolvere un problema con Poste Italiane, ho telefonato a tutti i loro numeri verdi e rossi, ma mi sono imbattuto nella loro assistente virtuale, che io sul momento ho soprannominato Postina.
Questa Postina è una tosta, peccato non esistesse ai tempi di Benvenuti al Sud, e pure al Nord, sarebbero stati tutto un altro film.
Prima fa la gentile e la disponibile, mentre in realtà ti fa parlare e raccoglie tutte le informazioni che può su di te, senza neanche avvertirti, come almeno fanno i poliziotti nei film americani, che tutto quello che dici potrà essere usato contro di te. Come una vera femmina, insomma, che in tutte queste robe qua sono sempre specialiste.
Poi però ad un certo punto l’intelligenza artificiale di Postina ha preso il sopravvento, incontrastata e incontrastabile.
Mi ha fatto apparentemente, solo apparentemente scegliere fra una serie di opzioni e ha concluso che dovevo dirle un codice, se volevo essere aiutato a risolvere il problema.
E ogni volta che io cercavo di dirle di non avere codesto codice, lei concludeva beffarda e perentoria: “Procuràtelo!”.
“Guarda che non ce l’ho…” obiettavo sempre più timidamente io ed ho poi aggiunto affranto, almeno quello: “Guarda che si dice Procùratelo, è sbagliato come dici tu ”.
E niente. Nemmeno replicava più, e al terzo : “Procuràtelo!” le ho sbattuto il telefono in faccia, mandandola cordialmente ma altrettanto francamente affanculo.
Affanculo si può dire, o viola qualche standard?
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Prova a fare un documento smarrito telefonando: “Attenda, prego, attenda prego, attenda prego, i nostri operatori sono tutti occupati…
: “Dica prego…. (voce metallica) digiti il numero del suo documento C.I. valido che è in alto a destra…. MA SE L’HO SMARRITO!!! devo…”ELENA Attenda prego, Attenda prego, attenda prego. Non capisco,ripeta sillabando adagio… CLICK…