LA STORIA / ”La cisterna de casa mea, nu se inche cchiui”
di Ivano Gioffreda ______
Ancora trenta, quaranta anni fa, in periodo invernale, quasi tutte le mattine le campagne erano ricoperte di gelo, le pozzanghere di acqua sulle stradine sterrate erano ghiacciate, lastre di pochi millimetri di spessore.
Quaranta, cinquanta anni fa, a fine estate, con l’arrivo dell’autunno, irrompevano le piogge. Pioveva per dieci giorni di seguito, a volte anche venti giorni, i contadini erano costretti a raccogliere le olive ad intervalli.
Ad Alezio possiedo un terreno con un pozzo di acqua sorgiva di prima falda. Uno dei tanti pozzi scavati manualmente e disseminati su tutto il territorio tra Sannicola, Alezio, Tuglie e Gallipoli. Pozzi che hanno permesso di irrigare gli agrumeti e gli orti.
In passato, l’arco ionico salentino, aveva il primato per la produzione degli ortaggi: pomodori, melanzane, angurie, peperoni, la famosa patata sieglinde pasta gialla di Galatina esportata in tutta Europa.
Tutte colture che necessitavano di tanta acqua.
Le campagne erano verdeggianti, tutti irrigavano e durante l’irrigazione il livello dell’acqua nei pozzi si abbassava ma all’indomani questi erano di nuovo pieni.
A distanza di pochi anni, le campagne sono deserte, abbandonate.
In tutta la contrada dove ho la mia campagna, ad irrigare siamo rimasti in due, io e Andrea Medvedich.
Tra l’altro, rispetto a prima, consumiamo il 50% in meno di acqua, ciò nonostante, il livello dell’acqua si è abbassato di tre metri.
In tutta la regione l’acqua dei pozzi artesiani (tranne poche aree centrali) si è salinizzata e in molti casi, la falda si è prosciugata, nonostante l’abbandono delle campagne.
Un vero disastro ambientale e climatico che si ripercuote sull’intera umanità.
Saranno cause naturali, cicliche, disboscamento o altro, sta di fatto che, la cisterna de casa mea, nu se inche cchiui e l’uomo non è un santo.
A mio modesto parere, occorrono più alberi e meno pannelli solari.
Category: Costume e società, Cronaca, Cultura, Politica
Più alberi, tanti alberi e ,sicuramente , basta pannelleti! E non ci prendete in giro con i pannelli alti che permettono l’orto sotto : il nostro clima non lo consente ! Il Salento è già un deserto che brucia ogni giorno e un’ inversione di tendenza è lontana anni luce.
una testimonianza seoplice, quanto drammatica, che meglio di tutto spiega cosa sta putroppo avvenendo nel nostro Salento, devastato dalle speculazioni