DOPO MEZZO SECOLO RIAPRE IL MUSEO A LECCE

| 31 Dicembre 2013 | 0 Comments

Mentre Pompei cade a pezzi e la cultura sembra l’ultimo degli interessi (e dei pensieri) della nostra politica, ecco che a Lecce si compie un piccolo grande miracolo: un gruppo di studenti alle soglie dell’adolescenza ha restituito la luce a un museo vecchio d’un secolo le cui porte sono rimaste chiuso a partire dagli anni sessanta. E così, a lume di candela, i ragazzi della seconda B dell’istituto Galilei-Costa hanno accolto i primi visitatori in quello che oggi è il ‘loro’ museo. Inutile sottolineare che in questa storia la buona notizia sono proprio loro: i giovani. 

 

Chi ha detto che i ragazzi pensano solo a chat, tv e videgiochi? Niente di più falso. La bellezza della giovinezza e la voglia di conoscenza si manifestano indiscutibilmente negli occhi vispi e nelle menti fameliche di questo gruppo di quindicenni.

 

“Stay hungry, stay foolish”. Forse loro non conoscono l’ormai celebre esortazione di Steve Jobs, forse neppure sanno cosa significa. Ma all’atto pratico si sono dimostrati davvero folli e affamati. Lo testimoniano i fatti.

 

Il museo in questione è quello di scienze naturali intitolato a Cosimo De Giorgi, scienziato e insegnante dell’istituto leccese vissuto a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo. E’ stato lui a concepire l’opera che poi ha preso forma e sostanza proprio all’interno della scuola. Peccato che quelle sale siano rimaste chiuse per oltre quarant’anni. Ed è solo grazie all’orgoglio, al desiderio di conoscenza e al piglio ‘imprenditoriale’ di questi giovani ragazzi che il museo è stato riaperto.

 

L’inaugurazione – l’invito è stato lanciato su facebook col titolo “Una notte (da brivido) al museo (del Costa)” – è avvenuta pochi giorni fa. Ovviamente a lume di candela. L’idea? Anche quella è farina del loro sacco. Sono gli studenti ad aver tenuto le luci spente. Perché con l’ausilio di candele e torce elettriche sarebbe stato possibile aumentare la suggestione di questa prima visita. Solo così era possibile focalizzare gli sguardi sui tanti, tantissimi reperti. Una scelta non casuale che per loro ha rappresentato anche un gesto simbolico destinato a incentivare il risparmio energetico e l’uso di energie sostenibili.

 

Ma non è tutto. La classe, che frequentare una scuola a indirizzo economico, ha costruito nel dettaglio anche il suo business plan. L’ingresso non era gratuito, ma a pagamento. Del resto, si sa, la cultura ha un costo. E investire nel settore crea sempre un ritorno. Metà dell’incasso è già stato destinato alla copertura delle spese vive, l’altra metà – cioè l’utile – sarà invece investito in comunicazione. Perché questi ragazzi guardano lontano e hanno già in mente la strategia migliore per promuovere le prossime aperture.

 

Questi giovani di talento hanno anche un desiderio da esprimere: vorrebbero accompagnare il ministro alla cultura Massimo Bray nel ‘loro’ museo. Beh, riteniamo che questa classe – fatti alla mano – sia ampiamente legittimata nella richiesta. E merita quindi di essere accontentata. Bray, ora tocca a lei.

 

Category: Riceviamo e volentieri pubblichiamo

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