UNA RECENSIONE LIVE E…GUSTOSA DELLE “Sparole“ DI VITO ANTONIO CONTE, IL SUO LIBRO DI MEMORIE SALENTINE. METTI UNA SERA A CENA A CORIGLIANO D’OTRANTO, PAESE DI SPAROLE STRANE
di Raffaele Polo ______
Eccomi qui, in un bar di Corigliano d’Otranto, a scorrere il libro che l’autore mi ha appena donato.
Sono in questo paese, dove c’è l’amico pittore Leonardo Viola, che mi ha detto: “Vieni, stanno preparando un menù coi fiocchi”. E alla voce della gola non si comanda…
Il bar si chiama Spiazzo 1.6, un nome strano, sono d’accordo. Ma è anche strano, proprio affianco al bar, un manifesto mortuario che annuncia la dipartita, a più di 100 anni, del detentore di un’altra particolarità: si chiama Vigliam, scritto proprio così, a lettere cubitali… E non sorprenda che la gentile ragazza che ci fa accomodare si chiami Joara, con la I lunga, sarà solo un caso che ci siano questi nomi particolari.
Il libro di cui voglio parlare è “Sparole“ (Pensa editore, pagine 316, 18 euro), di Vito Antonio Conte
amico anch’egli di vecchia data, che mi ha efficentemente connotato in una gustosa recensione come ‘Raffaele Polo, nato per caso a Piacenza’.
Ho scelto una chiassosa serata con musica rigorosamente ultra-popolare, fiumi di vino e di birra, frittura, pepata di cozze e sangria, perché l’ambiente è proprio quello che sarebbe piaciuto a Vito Antonio, non manca neppure la pioggia che abbellisce la misteriosa piazzetta di Corigliano, dove c’era una chiesa che adesso non c’è più.
Questo libro è, in poche parole, un vero e proprio ‘zibaldone’ che stigmatizza e testimonia quella realtà variegta che è stata Lecce e il Salento, a cavallo tra la fine del secolo e i primi decenni del 2000.
Non paia un’esagerazione: se qualcuno, in un inimmaginabile futuro, dovesse esperire ricerche su ‘come eravamo’ è obbligato a scorrere le ‘Spagine’ o le ‘Spatole’ di Conte, ritrovando l’incanto di atmosfere così congeniali all’Autore, che ci narra, senza parere, di un libro, di un film, magari solo di una sensazione, per poi avvolgerci in una delicata e sensibile intimità, riuscendo a farci stare bene, in pace con un mondo che a tratti ci pare di capire, anche se non è proprio facile… E, nel libro, scorrono i nomi dei protagonisti delle ‘microstorie’ salentine ma anche di grossi nomi della letteratura nazionale e internazionale (da Carofiglio a John Fante) nel riuscito intento affabulativo di realizzare quella ‘convivialità’ che è completa solo con i ricordi e un pizzico di pedanteria poetica…
I nomi citati sono conosciuti, stavolta sono semplici, come quelli delle ragazze che si avvicendano tra i commensali: Veronica, Eleonora, Alessandra, Francesca, c’anche il giovanissimo Stefano che esibisce una splendida maglietta nera con logo misterioso e si alterna con lo chef Vittorio, autore di piatti magistrali, a chiederci se va tutto bene. Una signora che fa di tutto per non passare inosservata (Vito, l’avresti notata subito anche tu e l’avresti inserita nella tua interminabile galleria di personaggi…) si lamenta perchè il riso della paella’ è scotto. Ma non ci crede nessuno, neanche lei, in fondo.
E ci allietiamo la vita con il ‘Donna Marzia’ assieme agli scritti di Vito Antonio, alle sue spesso tristi considerazioni, alle sue ironiche trovate… I pezzi raccolti in ‘Sparole’ Vito li ha pubblicati un po’ dappertutto, molti su ‘Il Paese Nuovo’ che acquistavamo proprio per leggere le sue recensioni, uniche e importanti, scorrevamo il testo sperando di essere citati… Gli intellettuali sono così, del rsto, e Vito lo sa bene.
La serata a Corigliano volge al termine: salutiamo l’autore di questo miracolo gastronomico e (per noi) letterario: il bravo Nicola, col suo misterioso Spiazzo 1.6.
E, con la compagnia di Leonardo Viola col suo immancabile cappello bianco e di Vito Antonio Conte, racchiuso nel suo gradevolissimo scritto, un po’ barcollando, torniamo verso casa…
Domani è un altro giorno direbbe Rossella O’Hara.
Noi, stasera, abbiamo conosciuto Joara.
Ma che carino deve essere questo libro. Lo trovo in libreria?