LA RIFLESSIONE / UN VOTO PER LA PACE

| 18 Maggio 2024 | 0 Comments

di Enrico Giuranno ______

 L’Italia ripudia la guerra.

L’Italia, tutta l’Italia ripudia la guerra, non solo le sue istituzioni o i suoi cittadini, ma anche le zolle di terra, le pietre, l’erba e le pecore che brucano l’erba, anche i mattoni delle case e gli infissi, anche i quadri dei grandi pittori e gli acquerelli dei bambini.

L’articolo 1 e l’articolo 11 sono i soli fra i 12 fondamentali della nostra costituzione ad avere come soggetto l’Italia. Gli altri parlano della Repubblica, parlano dello Stato, dell’ordinamento giuridico, dei cittadini e della Bandiera. Italia è termine più ampio di tutti gli altri e non credo sia un caso.

I padri costituenti la guerra la conoscevano bene e da vicino. Anche le nostre città e tutte le nostre famiglie la conoscevano bene, avevano visto da vicino le bombe e tanti cari erano morti, per niente.

Nonostante una propaganda battente e guerrafondaia che da anni ormai martella le nostre orecchie ad ogni ora, i sondaggi sembrano confermare l’articolo 11 della costituzione. Se non tutta l’Italia, almeno la maggior parte dei suoi cittadini sembrano ancora ripudiare la guerra (e peccato che i sondaggisti non si intervistino anche le zolle, l’erba e tutto il resto).

La propaganda però ha il suo effetto:  molti degli italiani che ancora nonostante tutto ripudiano la guerra, vanno a votare per partiti che invece continuano a promuoverla e a finanziarla, o comunque per partiti che si sono scoperti pacifisti in campagna elettorale pur avendo appoggiato governi che mandavano armi a paesi belligeranti alimentando la carneficina dei giovani mandati al macello.

Anche i piùeuropeisti che per anni ci volevano convincere della bntà del sogno europeo parlando di Erasmus e Pace, si sono scordati l’erasmus e si sono messi ad auspicare (seguendo Macron e Von der Layen) addirittura un intervento diretto di truppe europee in Ukraina.

Il paradosso è che i governi Europei (Meloni in primis) che hanno sospeso aiuti alle organizzazioni umanitarie che operano nella striscia di Gaza solo perché Israele ne qualifica arbitrariamente alcuni membri come terroristi (membri per altro già sospesi in via precauzionale dalle organizzazioni in questione) sono gli stessi governi che stanziano miliardi e miliardi per armamenti a Kiev.(nella foto del nostro archivio, un convoglio di armi italiane diretto in Ucraina).

Cioè da una parte tagliamo anche il pane e dall’altra mandiamo bombe.

Ma si sa, se non contribuisci ad affamare i bambini Palestinesi che ancora si ostinano a sopravvivere al genocidio in corso sei un antisemita.

Come del resto sei un traditore della patria se non mandi armi per prolungare una guerra infinita contro una potenza nucleare che da anni sta stritolando una nazione e i suoi ragazzi.

“Nulla è perduto con la pace, tutto può esserlo con la guerra” gridava al mondo via radio un tale inascoltato circa 80 anni fa. Siamo ancora lì.

Pacifisti se ne trovano in tutti i partiti, specie sotto elezioni.

Ma partiti pacifisti se ne trovano pochi: qualcuno di questi ha fatto in tempo a votare per l’invio di armi (salvo ravvedersi successivamente), qualcun altro non è stato così umile da aggregarsi ad altri e non è riuscito a raggiungere il numero di firme necessario a candidarsi ovunque, rendendo ancor più impossibile la soglia del 4%.

Altri, molti altri si sono aggregati mantenendo i loro simboli e le loro identità in un listone presente in ogni parte d’Italia e che i sondaggi danno in crescita.

Se questo listone riuscisse a sfondare il 4% sarebbe una prima volta importante per tutta quella parte d’Italia antisistema che si è schierata da subito e senza ripensamenti dalla parte della pace.

LA RICERCA nel nostro articolo del 13 maggio scorso

Category: Politica

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