LA PROVOCAZIONE / IL CASO CASARANO: DI PD SI PUO’ GUARIRE
di Enrico Giuranno ______
Ci sono partiti europeisti (e quindi iperliberisti) che cercano di dissimulare la loro cieca fedeltà ai trattati europei e alle “riforme strutturali” che l’UE ci chiede. Fra questi i cosiddetti o sedicenti partiti sovranisti (Lega e fratelli d’Italia a destra e M5s a sinistra), che corteggiano gli elettori scettici e contrari alla UE per poi tradirne il voto una volta al governo.
Poi ci sono i partiti europeisti (ed iperliberisti) convinti come Renzi, Calenda e Bonino che però arrivano a percentuali relativamente esigue.
E poi c’è il PD che per numero di voti e curriculum è la realtà più fedele all’UE.
Saldamente al governo del Paese e delle sue regioni (spesso e volentieri senza vincere le elezioni) il PD è l’istituzione che insieme al Quirinale ha garantito la più devota obbedienza ad ogni colpo assestato dai trattati europei e dall’euro alla nostra economia, al nostro welfare e alla nostra costituzione economica.
Oltre ai danni colossali causati dal PD a livello nazionale, ogni territorio può annoverare danni più o meno gravi a livello locale.
Nella mia Città, Casarano, ad esempio, il governatore PD Emiliano è (solo) l’ultimo responsabile dello smantellamento di interi reparti ospedalieri di eccellenza.
Il partito e i suoi esponenti nonostante i danni fatti, restano a galla, i voti si erodono ad ogni tornata elettorale, ma le percentuali tengono grazie all’aumento degli astensionisti.
Nella mia città il PD è morto più volte, ma purtroppo è sempre risorto.
In campagna elettorale promettono, spergiurano, contestano e poi, puntualmente e coerentemente tradiscono Città e territorio.
Prevengo una facile obiezione:
è inevitabile, lo so anch’io, che all’interno del partito, se non altro per la legge dei grandi numeri, ci siano delle brave persone, ma sono convinto che una struttura malata non può migliorare nonostante le brave persone. Se, ad esempio, Madre Teresa e Martin Luther King si affiliano a Cosa nostra, Cosa nostra non diventa la Caritas, semmai sono Madre Teresa e Martin Luther King a peggiorare.
Ma dal PD si può anche guarire. Tanti si sono già salvati e possono testimoniarlo, quindi la buona notizia è che c’è una speranza per tutti e anche per il Paese.
Sempre nella mia Città, mentre il governatore dopo mille rassicurazioni smantellava l’ospedale, il circolo cittadino si autosospese (cosa volesse dire tecnicamente non fu mai chiarito), ma alle elezioni successive tornò compatto a fare campagna elettorale per il PD. L’autosospensione (qualunque cosa fosse) era evidentemente finita.
Dopo qualche tempo addirittura il segretario cittadino ed anima del partito ne uscì (ripeto la guarigione è possibile), il partito fu commissariato e ripartì con volti nuovi.
Gli iscritti e i simpatizzanti che erano spariti dai radar da tempo, tornarono alla carica più gagliardi che mai all’indomani dell’elezione della nuova segretaria. Riemersi dall’oblio, sembrava avessero vinto i mondiali, ma il PD (anzi una parte del PD) aveva solo vinto le primarie.
Contenti loro.
Finalmente, però, nella mia città è successo qualcosa di grave e il PD trema davvero!
Il fatto gravissimo è questo:
alle elezioni provinciali (sì, perché ci sono ancora, anche se non le votiamo noi grazie ad una riforma PD) il PD non ha ricandidato il consigliere provinciale naturale (direbbe Villaggio) Attlio De Marco.
Stavolta la sinistra cittadina (non solo il PD) è insorta con un clamoroso comunicato in cui si prendono definitivamente le distanze dai partiti (e dal partito) in difesa del territorio non più rappresentato nelle istituzioni superiori.
Con le europee alle porte il segnale potrebbe davvero arrivare forte e chiaro, basterebbe andare tutti compatti a votare per qualcun altro.
Anzi, si potrebbe insieme decidere per chi votare: sarebbe un voto simbolo, per qualche lista scelta insieme, magari una di quelle che non ha possibilità di superare lo sbarramento, una di quelle che solitamente non supererebbe i trenta voti.
Già l’11 giugno si avrebbe un numero da segnalare a capi, capetti e caponi che potrebbero così misurare quanto vale la nostra città in termini di voti.
Sospetto, però, che anche questa volta non si tratta della separazione definitiva, ma solo di una litigata, come ce ne sono tante in ogni famiglia. Probabilmente anche questa volta l’amore tornerà a trionfare in questa relazione tossica. Perché di PD si può guarire, ma non è questo il caso.
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LA RICERCA nel nostro articolo del 6 maggio scorso