L’addio di Giovanni Semeraro
Il bilancio dell’ex presidente su 18 anni alla guida dell’U.S. Lecce secondo il consiglio direttivo dell’associazione Noi Lecce
Emozionato, ma tagliente, Giovanni Semeraro ha salutato la stampa sportiva leccese ripercorrendo i suoi 18, indimenticabili, lunghi anni alla guida della società giallorossa. Al quarto piano di via Templari c’era una folla di giornalisti di tivvù, carta stampata e siti internet pronta a raccogliere le notizie, finalmente ufficiali, sull’avvenuto passaggio di proprietà del club salentino nelle mani della famiglia Tesoro. L’ex patron giallorosso si è tuttavia tolto più di qualche sassolino dalle scarpe, attaccando quella stampa locale che spesso lo ha attaccato, a suo giudizio, immeritatamente e l’imprenditoria leccese che mai si è fatta avanti per sostenere l’onere di portare avanti il Lecce calcio, sia pure attraverso sponsorizzazioni. “E’ tempo di badare alle cose serie – ha dichiarato Semeraro – In 18 anni ho investito 100 milioni di euro, una cifra che per pudore non volevo comunicare, ma che serve a far capire quanto io e la mia famiglia abbiamo dato a questa squadra”. La cessione all’imprenditore siderurgico Savino Tesoro era inevitabile e chiusa a cifre penalizzanti per l’ex proprietà: 5 milioni di euro per accollarsi le fideiussioni bancarie e 1,5 milioni in contanti per acquistare l’U.S. Lecce. “Scelta obbligata”, è stata definita, per permettere a chi sarà il nuovo presidente di operare sul fronte mercato ed organizzativo. Tempi tanto ristretti da richiedere una formula del tutto particolare: l’attuale vertice societario affiancherà, infatti, il nuovo per garantire continuità e arrivare a settembre senza traumi. I bilanci sani e l’aver chiuso il passato esercizio in attivo rappresentano motivo di vanto per l’ex numero uno di via Templari, come pure l’aver adempiuto all’iscrizione della squadra al campionato cadetto con 800.000 euro. Il calcio a Lecce non scomparirà anche in virtù dei sacrifici che Semeraro si è accollato. Una lunga gestione, ricca di soddisfazioni calcistiche, che Semeraro ha paragonato a quelle degli Agnelli e dei Moratti, con i dovuti distinguo, ma che rappresenta quasi un unicum nel calcio moderno. L’ipotesi Lega Pro è poi stata definita improbabile, stando a quanto gli ha riferito il figlio Pierandrea che, semmai fosse comprovato l’illecito (definito improbabile) avrebbe commesso una “birbonata”. I Tesoro hanno strappato un accordo anche in caso di penalizzazione in termini di punti in serie B. Eventualità che costerebbe ai Semeraro 150.000 euro per ogni punto di sanzione. Ma questa vendita non è da intendersi contro i tifosi e su questo l’ex patron è stato esplicito: si tratta di non volere e potere più far fronte alla gestione di una squadra di calcio. Non ha recriminazioni particolari nei confronti dei supporter giallorossi, se non lo scarso numero di spettatori allo stadio negli ultimi anni, i pochi abbonati e la richiesta generalizzata di biglietti omaggio e se si ritrovasse davanti chi ha accusato lui e la sua famiglia di aver lucrato sul Lecce non esiterebbe a querelarlo. La città e la tifoseria non lo hanno mai amato particolarmente, ma lui è avvezzo ad andare avanti da solo nelle proprie attività. Motivo che lo ha spinto a definire Lecce una piazza non da serie A. Il suo orgoglio resta quindi quello di aver fatto conoscere Lecce a livello internazionale e di aver creato un sistema gestionale invidiabile. Gli uomini passano, restano i risultati, considerazione che vale anche per i vari calciatori-simbolo mai coinvolti nell’organigramma societario perché si tratta di fare impresa, non azioni dettate dal cuore. “I Tesoro sono gente determinata, attenta ai propri interessi – ha inoltre dichiarato – ma anche per bene. E, soprattutto, gli unici a livello cittadino, provinciale, regionale o interregionale ad essersi dimostrati seriamente interessati all’acquisto dell’U.S. Lecce”. Con Savino Tesoro presidente, i ruoli di amministratore delegato e direttore sportivo passerebbero al figlio Antonio, mentre per il resto dell’organigramma spetterà a chi subentra presentare il nuovo staff. Da oggi, dunque, Semeraro e la sua famiglia non saranno più finanzieri, ma semplici imprenditori con interessi che spaziano dal comparto del sale, alla sanità, dalla nautica, ai petroli e al turismo. L’associazione “Noi Lecce” seguirà con lo stesso interesse ed attenzione finora avuti gli sviluppi di questo passaggio di proprietà, pronta ad incontrare i nuovi timonieri del club del cuore e intavolare, se ne sarà data occasione, una seria e costruttiva collaborazione, che miri a riportare entusiasmo tra i tifosi giallorossi, oltre che ridare loro un ruolo tutt’altro che marginale nel panorama societario. A Giovanni Semeraro va infine un doveroso saluto ed un ringraziamento per le gioie sportive che ha regalato a quanti amano la maglia giallorossa, ma anche il rammarico per come l’intera vicenda, ancora tutta da decidersi in termini di sentenze sullo scandalo del calcio-scommesse, sia stata gestita.
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