Lecce Citta’ Pubblica SUL PIANO URBANISTICO DELL’AMMINISTRAZIONE
Riceviamo e volentieri pubblichiamo. _______
Il successo e l’interesse suscitato dalla presentazione del Piano Urbanistico Generale tenutasi il 9 marzo scorso all’Apollo ha innervosito la candidata Poli Bortone, visto che nella fretta di argomentare contro ogni iniziativa, anche la più lodevole, del sindaco Salvemini, dimentica quali sono state le performance urbanistiche del centrodestra leccese, che in vent’anni di governo non è riuscito in quello che l’amministrazione Salvemini è riuscita a fare in tre anni con il Comune in predissesto e la metà dei dipendenti comunali in servizio.
Tra il 2003 e il 2016 il Comune di Lecce coinvolse due università, accumulando studi e ricerche, spese risorse per oltre 1 milione di euro, senza giungere né all’ottenimento dei pareri degli enti sovraordinati, né all’adozione del Piano, ed anzi incassando lacune e rilievi da più parti come è agli atti. Nel 2003 la giunta Poli avviò la redazione del Pug coinvolgendo l’Università di Napoli. Nel 2005 adottò il Documento Programmatico Preliminare senza arrivare alla stesura finale. Nel 2011 la Giunta Perrone scelse di annullare tutto e ripartire da zero, avviando la collaborazione con l’Università di Genova, e nel 2012 adottò il nuovo DPP. Nel 2017, 5 anni dopo, propose al Consiglio comunale l’adozione Pug per aprire la fase delle osservazioni dei cittadini durante la campagna elettorale. Una scelta pericolosa, viziata da illegittimità per l’assenza del parere vincolante e obbligatorio dell’Autorità di Bacino, e irrispettosa della città considerando le macroscopiche carenze conoscitive.
L’amministrazione Salvemini è riuscita in tre anni non solo a colmare le carenze conoscitive che caratterizzavano i precedenti tentativi, ma anche a esplicitare in modo chiaro gli obiettivi del Piano e del futuro di Lecce, socializzandoli con la città, fuori dagli uffici tecnici, con una grande consultazione pubblica dei cittadini, a coinvolgere tempestivamente le commissioni consiliari, ad ottenere il parere positivo senza prescrizioni dell’Autorità di Bacino. E ad annunciare l’adozione del Piano solo dopo la campagna elettorale, per una questione di opportunità e rispetto verso i cittadini.
Riguardo alla presunta assenza, denunciata dalla senatrice Poli, di previsioni specifiche sul tema della costa, forse chi le ha raccontato quanto esposto all’Apollo ha dimenticato di riferire i contenuti dell’area strategica dedicata al “mare di lecce”. Dove il Piano prevede la creazione del Parco costiero delle marine di Lecce, già in corso di attuazione con il CIS (il primo progetto è già in conferenza di servizi) di due punti di approdo e ormeggio a San Cataldo e Frigole, di aree per l’offerta ricettiva ecologica, di percorsi e parcheggi, di spazi a verde attrezzato per fruire il mare e il suo paesaggio non solo d’estate. Oltre alla messa in sicurezza delle aree fragili dal punto di vista idraulico che, come documentato dagli studi del Centro Euromediterraneo sui cambiamenti climatici, nei prossimi anni finiranno in gran parte sott’acqua a causa dell’innalzamento del livello del mare. Qui il Piano interviene con un sistema di incentivi tesi a mettere in sicurezza il territorio e le persone che lo abitano, a risarcirle e rinaturalizzare i paesaggi offesi dall’abusivismo e dall’indifferenza dei governi cittadini nei decenni trascorsi.
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