DAI RACCONTI DEL LIBRO ‘Cuore’, A ‘Cuoricino & C’ SU ‘Il Monello’
di Raffaele Polo ______
Negli anni Cinquanta, su ‘Il Monello’, fioriscono disegni e storie che ricordiamo perfettamente ancora, a riverdire quelle magiche atmosfere che erano i momenti del nostro essere bambini, curiosi e ingenui come tutti i bambini, di ogni tempo.
Nelle infanzie segnate ancora dal libro ‘Cuore’ e dalle poesie del ‘libro di lettura’ che avevano autori come Zietta Liù e Wanda Bontà, emergono gli scolaretti che impariamo subito ad amare, ovvero gli anici di ‘Cuoricino & C’ che proprio dal 1953, con la direzione della stessa Wanda Bontà e l’apporto di Corrado Zucca, Antonino Mancuso e Luigi Grecchi, inesauribili macinatori di storie, realizzano le commuoventi storie che prediligevamo.
Anzitutto perchè si svolgevano a scuola, e per noi la scuola era ormai il momento più importante della giornata. E lì c’era una maestra severa ma giusta, con i capelli bianchi e l’occhialino, prototipo di tutte le maestre che hanno affollato le nostre fantasie e talvolta anche la realtà.
Gli alunni, poi, avevano una caratteristica ben tratteggiata per ognuno: si andava da Grufolino (sempre sporco) a Cicerone (che ripeteva le ultime parole di ogni frase) sino a Crapa, Fusetta, Lumacuccio e, naturalmente, al cattivo di turno, ovvero Accio Cattivaccio, cui innegabilmente era destinato il nostro più acceso interesse, come a Franti nel deamicisiano ‘Cuore’.
Protagonista principe era però Cuoricino, che aveva tutte le doti positive più spiccate: e non mancava, alla fine di ogni storia, di farle emergere con la proverbiale modestia e discrezione.
In quei tempi, è vero, i buoni sentimenti rischiavano di diventare stucchevoli e caramellosi: persino dai nomi, si potrebbe obiettare, si comprendeva quale fosse il carattere dei personaggi. Ma era proprio così e lasciatemi pensare che quelle storie, quei fumetti, quei personaggi abbiano contribuito a farci crescere positivamente, con esempi e morale educativa che realizzava il celato proposito di farci diventare degli omini di pregio…
Grazie alla loro positiva espressione, durata solo fino al 1962, sembrava veramente che il mondo raffigurato fosse un po’ come il Paese delle Api Industriose, adombrato in ‘Pinocchio’: dove tutti studiavano o lavoravano, ognuno era rispettoso ed educato, non esistevano crimini o intolleranze che non fossero subito scoperti, puniti e stigmatizzati…
Proprio alle soglie del ’68, alla rivoluzione dei costumi, queste tavole ci commuovono e ci fanno divertire, risuscitando un mondo meraviglioso, come era la nostra infanzia. Dove anche il cattivo più cattivo, ovvero Accio, alla fine viene scoperto come un ragazzo ricco di sentimento e di buoni propositi…
Category: Costume e società