I CONTRAPPUNTI NARRATIVI RACCOLTI DA FRANCESCO RODOLFO RUSSO
di Eleonora de Bonis ______
Sono tutti interessanti i racconti pubblicati da CET nella silloge Contrappunto di voci (144 pagg. 16 euro).
La proposta di Francesco Rodolfo Russo (nella foto), curatore della raccolta, è stata semplice e ogni autore vi ha aderito: la storia doveva trarre spunto dall’esordio letterario di un altro libro.
Russo nella nota iniziale informa il lettore che «l’incipit ha fornito ai vari scrittori suggerimenti da seguire o da mettere in discussione o, addirittura, capovolgere». Proprio la prima storia, scritta da Arrigo Casalini, nasce da una ‘capriola’: un verso della Divina Commedia, che poi si troverà all’interno del racconto, è reinventato e piegato all’idea dell’autore. Tutti gli altri si sono attenuti all’impegno preso. Seguendo l’ordine alfabetico degli autori – lo stesso del volume – riferiamo le scelte mentre più avanti ci soffermeremo su qualche racconto.
Luigi Celani si è orientato sull’inizio delle “Rime” di Dante mentre Alessandra Miccoli ha individuato nelle prime parole di “Va’ dove ti porta il cuore” di Susanna Tamaro lo spunto della vicenda che voleva narrare. Una scelta apparentemente avventurosa è stata operata da Adriano Molteni quando ha deciso di fare riferimento a “Le tigri di Mompracem” di Salgari. “Il giovane Holden” di Salinger è la scelta di Maria Ernestina Morello, Isabella Ottobre si è affidata a “La vita di Lazarillo de Tormes” scritta da un Anonimo. Con Margherita Penza ritorniamo a un ‘classico’, “Anna Karenina” di Lev Tolstoj. Con “Lettera a un bambino mai nato” di Oriana Fallaci, Elisabetta Picco ci fa rientrare in Italia. “Il grande Gatsby” di Francis Scott Fitzgerald è la scelta di Diana Renon, “L’ombra del vento” di Carlos Ruiz Zafòn quella di Russo. Spagnolo è l’incipit che Andrea Serra trae dal «Don Chisciotte della Mancia» di Miguel de Cervantes mentre si potrebbe definire ‘universale’ quello proposto da Andrea Domenico Taricco, ossia il “Vangelo secondo Giovanni 1,1-3”. Giulia Torri sottopone alla nostra attenzione un racconto che trae dall’incipit di Cormac McCarthy, “Non è un paese per vecchi”. Infine, il medico Patrizia Valpiani sceglie l’inizio di “Le libere donne di Magliano” tratto dal romanzo scritto dal collega Mario Tobino.
Alcuni temi si ripetono e taluni racconti ne racchiudono più d’uno. Approfondiamo l’argomento partendo dal primo racconto: “La capriola” di Casalini che sviluppa il tema dell’anzianità vista come il momento dei bilanci e del tempo che non torna indietro. Nel racconto “L’amore vince su tutto” l’essere anziano, per Celani, è occasione per ricordare i tempi del liceo e, in particolare, dell’esame di maturità; ricordi dolcemente e ironicamente nostalgici, di amori giovanili vagheggiati e idealizzati. Senilità e amore sono anche i contenuti trattati da Miccoli ne “Il ritorno di Maria”; anziano è il personaggio principale quando ritorna nella terra natia di cui è innamorata e scopre che dove prima erano presenti gli olivi adesso ci sono ferite molto profonde.
“In un paese dell’Ogliastra” di Serra il nonno rivive nei ricordi del nipote che lo trasformano in un personaggio quasi mitico: lui ama il nonno, l’avo ama molto la “sua” terra.
Appartiene alla terza età anche uno dei due personaggi che si muovono ne “La baita”di Molteni; il suo essere anziano è sinonimo di saggezza e conoscenza e di rispetto della Natura. Indicativo è il dono finale di un libro, che diviene il trait d’union fra tre generazioni.
Benché “Il libro della Torre” di Russo, nel titolo faccia riferimento a un unico, inquietante, volume, in realtà narra di un nonno/bisnonno che, poco conosciuto dai diretti discendenti, oltre a una libreria fornitissima lascia un patrimonio che non è soltanto materiale. Libri che ne “Il viaggio della conoscenza”di Ottobre si confermano strumento di conoscenza ed elevazione anche sociale.
“La valigia verde” di Penza narra di una madre che in gioventù, a causa di un collega di cui s’innamora ai tempi in cui insegnava, sconvolge la sua vita e quella della famiglia. La malattia, legata all’anzianità, diventa uno strumentograzie al quale la madre si rivela alla figlia. Si ritrovano gli affetti che si pensavano perduti. “La macchia rossa” di Picco narra l’amore di una madre che va oltre l’obiettività.
In “Rapimento su due ruote” di Morello è la scuola che lega un ex allievo a un anziano professore debole e malato. Tra loro non ci sono vincoli di sangue ma carisma e rispetto li hanno resi affini.
Renon mediante “Il Ponte” narra le vicissitudini di una professoressa in una classe ‘difficile’.
L’alienazione giovanile che isola è il tema conduttore di “Il melograno e il giardiniere” di Valpiani.
“L’Esseno – Il Vangelo laico” e “Forse tutti desideriamo, una volta nella vita, ammazzare qualcuno” sono racconti molto particolari; il primo, non soltanto per il contenuto vhe si rifà ai Vangeli ma anche per lua struttura organizzata in versetti numerati, il secondo perché è l’unico ‘a episodi’ indipendenti e venato da un’ironia noir, come si evince anche dal titolo.