NOVITA’ EDITORIALI / ”Il filo di Teseo”, ROMANZO DI CORRADO VECCHIO
di Raffaele Polo ______
Si presenta sabato 2 dicembre a Lecce, alla Biblioteca Bernardini, nella Piazzetta Carducci, con inizio alle ore 18.30, il libro di Corrado Vecchio (nella foto) ”Il filo di Teseo” (Il Raggio Verde, 145 pagine, 15 euro).
Lo presento io, con immenso piacere. Ed ecco cosa ho scritto in prefazione:
“ Partiamo subito dal titolo, che potrebbe indurre subito a qualche domanda. Ma non era di Arianna il filo? E che c’entra Teseo che, poi, la pianta in asso (a Naxos, appunto…)?
E già da questi primi interrogativi, ci accorgiamo della propensione di Corrado Vecchio all’enigmistica o, meglio ancora, all’ammantare anche le cose più semplici di un’aura di mistero…
Abbiamo risolto l’indovinello solo alla fine del romanzo, quando si svelano gli intrecci che riguardano tutta la vicenda di chi, proprio all’inizio (all’entrata del labirinto…) afferma perentoriamente:«Ho ucciso un uomo!»
E scopriamo che, in fin dei conti, anche l’Io parlante del romanzo, ovvero l’avvocato Teseo, possiede un filo che gli dona la bella Clara. Ma lui non se ne avvede subito e, meno male, non la pianta in asso. Anzi. La vicenda si sposta al lieto fine nelle Antille.
Scriviamo quete cose per far capire come lo scrittore, questa volta, mescoli abilmente i vari ingredienti di una storia squisitamente da ‘giallo giudiziario’ con argomenti e inserimenti che inspessiscono la vicenda e la rendono ancor più appetibile. Ma lo fa senza parere, quasi scusandosi se frammischia le proprie esitazioni, i propri dubbi di coerenza forense con la scelta del dolce o la preferenza per i rebus… Del resto, in questo fa parte della vasta e conclamata letteratura di settore, che va da Perry Mason a Nero Wolf, fino al nostro recente avvocato Malinconico di Diego De Silva.
Ma Vecchio supera agevolmente questi stereotipi, affrontando con coraggio alcuni dubbi che riguardano proprio l’etica del difensore che deve scegliere una ‘giusta causa’ o fidarsi esclusivamente del suo ruolo di difensore d’ufficio disinteressato e poco incline all’indagine e al coinvolgimento. E per il protagonista di questo romanzo, la necessità di una scelta libera e secondo coscienza finisce per pervadere tutto lo scritto, riuscendo anche a complicare il rapporto con la fidanzata che è la voce della squisita sapienza femminile, ma non viene accettata subito, stante l’orgogliosa prosopopea maschilista di Teseo.
Superando l’interesse per la vicenda di acceso colore ‘giallo’, ci siamo soffermati a gustare piacevolmente le scelte alimentari e dolciarie del bravo Teseo, descritte con peculiare interesse e perfettamente a proprio agio nelle fila del discorso altrimenti troppo spesso ‘serioso’ che questo avvocato perennemente in preda a dubbi esistenziali, non manca di esternarci.
Ma tutto lo scritto di Vecchio gode di una naturale armonia che questo scrittore di razza esibisce senza compiacimento ma facendo incetta di considerazioni e intimistiche confessioni che rivolge a sé stesso ma, soprattutto, ai potenziali lettori. Si tratta, insomma, di un procedere cauto ma deciso per scoprire, a poco a poco, il proprio disegno psicologico che è di notevole spessore, in quanto coinvolge etica e buon senso, evidenziando l’eterna e irresoluta domanda che ogni principe del foro dovrebbe porsi: difendere comunque, anche se si ha certezza che il proprio assistito sia colpevole? E, magari, fidando in una congrua retribuzione, vista la disponibilità monetaria dell’accusato?
Non è un cruccio da poco e, fino all’ultimo, seguiamo le indagini di Teseo, che vuole conoscere la Verità, prima di decidere. La Verità: cos’è la Verità?
Bravo, bravissimo Corrado Vecchio, avvocato come il collega immaginario Teseo, ma facilmente riconoscibile come alter ego pirandelliano, contemporaneamente autore ed attore.
E possiamo confermare che il ‘filo’ lo ha trovato, nel migliore dei modi: accompagnando ogni lettore in un viaggio narrativo ricco di sorprese e buoni sentimenti.
Con la piacevole sorpresa del pasticciotto al pistacchio che l’avvocato Vecchio/Teseo sembra prediligere…”