SULLA PISTA PORSCHE DI NARDO’
IL SINDACO DI PORTO CESAREO SILVIA TARANTINO HA SBANDATO DUE VOLTE. PIPPI MELLONE INVECE TIRA DRITTO
di Graziano De Tuglie ______
Continuano le ripercussioni della procedura segreta sviluppata attorno agli espropri volti ad ampliare estendere e innovare la pista sperimentale della Porsche nell’Arneo in contrada Boncore.
La sindaca di Porto Cesareo Silvia Tarantino (nella foto) dopo aver defenestrato fulmineamente la propria vice Anna Peluso, ha dato il benservito su due piedi anche all’assessore Eugenio Sambati. Le due repentine estromissioni a muso duro sono strettamente legate alla vicenda delle trattative segrete per favorire gli espropri della Porsche, checchè ne dica la sindaca Tarantino che tenta di tutto per nascondere gli accordi sottotraccia intercorsi con il presidente della Puglia Emiliano e col sindaco di Nardò Mellone.
Sia Peluso che Sambati sono insorti contro questo metodo dell’accordo di vertice senza il coinvolgimento degli organi istituzionali come Giunta e Consiglio Comunale, senza il coinvolgimento della popolazione e dei proprietari delle aree interessate e senza neanche un dibattito interno alle forze politiche che esprimevano la maggioranza dell’amministrazione comunale.
Le giustificazioni della sindaca Tarantino sono state sbrigative e superficiali indisponendo buona parte della cittadinanza e sopratutto sviluppando una forte irritazione negli operatori del settore ricettivo. Questi ultimi temono fortemente che i gestori della pista intendano ampliare le foresterie all’interno del complesso per ospitare i numerosi team delle varie industrie che si alternano nelle sperimentazioni per tutti i mesi non estivi. Un flusso di presenze che contribuiscono a fornire reddito ai complessi ricettivi cesarini nei periodi invernali morti dal punto di vista turistico.
Questa insoddisfazione si sta ritorcendo contro la sindaca e il suo mentore l’ex sindaco Albano (diventato vicesindaco al posto della Peluso) che le malelingue dicono essere l’effettivo sindaco invece della Tarantino da sempre sua creatura politica.
Analogo fermento non si rileva a Nardò dove la gestione autocratica del sindaco Mellone ha anestetizzato la vita politica cittadina (già poco brillante di per se stessa); solo il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia, e nello specifico il consigliere Alberto Egidio Gatto, ha raccolto la protesta degli espropriandi marcando apertamente il dissenso alle sbrigative ed ermeticamente segrete procedure di adesione al diktat di Emiliano. Il gruppo di FdI si è posto all’opposizione dell’attuale amministrazione di Nardò stanco del metodo melloniano di imporre ogni decisione senza nessun dibattito di valutazione delle scelte solipsistiche del sindaco. Ma nel consiglio comunale di Nardò è una posizione assolutamente solitaria; non solo la truppa degli yesmen melloniani ma anche la sia pur sparuta opposizione di sinistra tace. Nessuna dichiarazione, nessuna posizione ufficiale, nessun atto consiliare solo un fragoroso silenzio che lascia adito ad una miriade di supposizioni ad ogni osservatore attento.
Intanto tutti gli operatori del territorio interessato vedono addensarsi nuvole sempre più oscure nonostante, o forse proprio a causa, un piano di rassicurazioni propagandato dalla Nardò Technical Center (NTC) braccio operativo locale della Porsche. ______
L‘ APPROFONDIMENTO nel nostro articolo dell‘ 8 ottobre scorso