ASPETTANDO LA NOTTE DI HALLOWEEN
di Raffaele Polo ______
Partiamo dalla pronuncia: in Italia si dice ‘allowin o ‘allo’win anche se il termine è prettamente scozzese e indica la sera della vigilia di Ognissanti (All Hallows’ Eve). Ed era (è) una festa presente nel calendario cristiano, quando tradizionalmente i fedeli aspettavano questa data con preghiere e digiuni. E la vigilia, che cade il 31 ottobre, ha tuttora, soprattutto nel mondo anglofono, la celebrazione di rituali popolari collegati col mondo dei defunti.
Quello che è avvenuto nel corso dei secoli, in ogni realtà geografica è poi una lunga, interminabile successione di tradizioni e credenze, convogliate infine nell’esito di ‘dolcetto o scherzetto’ e nel buio e assurdo espandersi di una ‘festa’ che Papa Francesco di recente ha stigmatizzando, invitando i fedeli a pregare e visitare i cimiteri in “questi giorni in cui, purtroppo, circolano anche messaggi di cultura negativa sulla morte e sui morti”.
Per carità, come sempre succede, si formano e si formalizzano opinioni che hanno sostenitori e detrattori in egual misura.
Fatto sta che il mondo del commercio e della pubblicità si è subito pesantemente accaparrato ogni aspetto di questa occasione ‘per far soldi’ ovvero convincendo il mercato più sensibile, cioè quello dei bambini e dei giovanissimi, della imperante necessità di fornirsi di maschere, gadget e a volte orribili simulacri per andare in giro a gruppi, chiedendo chiassosamente oboli e dolciumi. Questi ultimi rigorosamente acquistati nei supermercati dove la linea di prodotti per ‘Holloween’ ha subito provveduto a sfornare cioccolatini e dolcetti di ogni tipo, con mascherine e pupazzetti legati alla festività. C’è un angolo fornitissimo in ogni grande magazzino, con ogni tipo di articolo necessario alla tradizionale camminata per le vie adiacenti alle proprie abitazioni, con mascheratura e con l’immancabile zucca che, altrimenti, gli ortolani sarebbero costretti a vendere in piccole dosi, esclusivamente per uso alimentare…
Ora, diciamo che, anche in questo caso, avviene ciò che la storia ci presenta in ogni campo dello scibile: una fatto, una parola, un costume squisitamente europeo viene trasportato in altre, lontane realtà. Che lo filtrano, lo assimilano e ce lo rispediscono indietro, spacciandolo come naturale prodotto di altra civiltà. Valga, per tutti, l’esempio della locuzione ‘mass media’ che è termine squisitamente latino (media è il plurale di medium…) e che va perciò pronunciato così. Ma, proveniendo da chi ha usato questo termine e lo ha ‘inglesizzato’ per poi restituircelo, viene serenamente pronunciato come ‘mass midia’ perchè in inglese la ‘e’ si pronuncia ‘i’…. Ma, accidenti, non è parola inglese, è latina, latina, latina….
Così la festa di Halloween, mutuata dagli States, finisce per perdere il significato originale di preghiera e commemorazione delle anime di chi ci ha lasciato e diventa, invece, veicolo di allegra scorribanda alla ricerca di doni e simpatici spaventi con maschere orribili…
Non c’è nulla da fare, allora: ognuno è libero di accettare o dissacrare questa costumanza. Che però, ironia della sorte, affonda le radici in usi e tradizioni che vengono da secoli e secoli addietro e avevano diversi intenti.
Oggi, purtroppo, sentiamo di dover dare ragione al Presidente della Regione Campania, De Luca, che sbotta in un suo preciso giudizio: “Halloween, questa immensa idiozia, questa stupida americanata che abbiamo importato anche nel nostro Paese. Halloween è un monumento all’imbrcilità“.
Ma è solo un’opinione, si badi bene…
Category: Costume e società, Cultura
Questo articolo di Raffaele Polo mi trova perfettamente in linea con quanto più volte detto e commentato in famiglia e tra amici sull’argomento!!! Ma mi viene da dire,così semplicemente, consapevoli di tutto questo, non si potrebbe cercare,ognuno nel suo piccolo, di raddrizzare la rotta!!!???